Sabato 27 ottobre 2012 - Pacini Editore

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08.30 - 10.30 10.30 - 11.30 Sala DONaTEllO 2° piano COmUNICaZIONI ORalI: Respiratorio e Testa collo Sala CaRaVaGGIO 2° piano CaRDIOPaTOlOGIa l’aorta e il Patologo 11.30 - 12.30 TRaPIaNTI 12.30 - 13.30 13.30 - 14.00 Sabato, 27 ottobre 2012 Sala GIOTTO 2° piano CITOlOGIa 1 Il ruolo della citodiagnostica nell’attuale Sistema Sanitario Nazionale COmUNICaZIONI ORalI: Testa collo CITOlOGIa aGOaSPIRaTIVa IN TwITTER: TUTTO IN SEI mINUTI E TRE SlIDE Sommario Sala BOTTICEllI 2° piano FaTTORI PREDITTIVI COmUNICaZIONI ORalI: Testa collo FaTTORI PREDITTIVI mOlECOlaRI Sala BRUNEllESCHI 4° piano QUalITà E SICUREZZa NEI SERVIZI DI aNaTOmIa PaTOlOGICa PaRTE I SImPOSIO NON ECm ROCHE DIaGNOSTICS QUalITà E SICUREZZa NEI SERVIZI DI aNaTOmIa PaTOlOGICa PaRTE II Sala mICHElaNGElO piano terra PERCORSO TECNICO DIaGNOSTICO: la TRaDIZIONE CHE Ha GENERaTO l’INNOVaZIONE, TRa SICUREZZa E TECNOlOGIa maNaGEmENT SaNITaRIO: ORGaNIZZaZIONE, GESTIONE E COORDINamENTO DISCUSSIONE DI CaSI ClINICI CON TElEVOTO E PREmIaZIONI TEST DI ValUTaZIONE DEll’aPPRENDImENTO Relazioni ................................................................................................................................... pag. 201 Comunicazioni orali .....................................................................................................................» 267 Poster ............................................................................................................................................» 359 Indice degli Autori .......................................................................................................................» 421
Pathologica 2012;104:201-265 rELAzIOnI Giovedì, 25 ottobre 2012 Sala Botticelli – ore 15.00-18.00 Biobanche Moderatori: Mattia Barbareschi (Trento), Giorgio Stanta (Trieste) Definizione, finalità, consenso informato e accesso alle biobanche. Le linee guida del gruppo di lavoro AIOM-SIAPEC M. Lavitrano, S. Casati Università di Milano Bicocca, Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Monza Le definizioni di “biobanca” presentate nei documenti internazionali degli ultimi dieci sono molteplici, da queste emergono elementi ricorrenti che consentono la descrizione di biobanca, come unità di servizio, senza scopo di lucro diretto, finalizzata alla raccolta e alla conservazione di materiale biologico umano per scopi scientifici, al di là della tipologia dei campioni conservati. Garantendo un accesso pubblico, ben organizzato e di qualità alle risorse biologiche, materia prima essenziale per lo progresso della medicina, per la salute umana e le scienze della vita, la biobanca è quindi infrastruttura necessaria e un reale vantaggio competitivo per la ricerca traslazionale. Suo scopo e sua speranza principali sono lo sviluppo di una medicina personalizzata e la prevenzione e la cura delle malattie a beneficio dei cittadini. Il biobancaggio apre di conseguenza degli scenari rilevanti per il sistema sanitario, a medio-lungo termine, incrementando l’appropriatezza delle cure e un uso adeguato delle risorse. A partire da questa base condivisa si può allora consolidare un modello di biobancaggio che assuma concretamente la funzione pubblica che una biobanca svolge, sia in termini di standard di qualità che di attività, e la sua natura partecipativa, in un’ottica di reciprocità, di cooperazione tra gli attori in gioco e di costruzione della conoscenza scientifica. Il biobancaggio, generato da una donazione consapevole di materiale biologico a scopo scientifico, rende tangibile un ruolo proattivo di qualsiasi cittadino e di ciascun professionista della salute, alla raccolta del materiale stesso e allo sviluppo della ricerca. Una corretta in-formazione non solo è condizione di possibilità del biobancaggio, ma determina la qualità del dato scientifico finale, garantendo standard condivisi e monitorabili, dalla raccolta all’utilizzo dei campioni: proprio ciascun attore, che è stato reso partecipe del processo, permette il suo stesso svolgimento in sicurezza e con qualità. Emerge così un ruolo inatteso ma fondamentale della biobanca: la biobanca sin dal principio può svolgere una funzione in-formativa, verso i cittadini, i ricercatori e i professionisti. In-formando la biobanca esercita parte della sua funzione pubblica e allo stesso tempo consolida la sua funzione di vettore di conoscenza scientifica, dalla raccolta alla trasmissione dei risultati e brevetti eventuali generati a partire dai campioni. In-formando sul processo di bio-bancaggio, la biobanca esplicita la sua responsabilità, risponde del buon uso del campione e della gestione dell’informazione ivi contenuta, e il suo compromesso di tutela nei confronti dei diritti e gli interessi del singolo e di quelli della collettività: il consenso informato si palesa come processo complesso, con dei momenti puntuali, cui corrisponderanno dei documenti, che apre ad un circolo di condivisione della conoscenza scientifica. Per poter esercitare questa funzione pubblica è necessario che la biobanca ricopra un ruolo di indipendenza, di terzietà nei confronti dei cittadini, dei ricercatori e delle istituzioni stesse. Sotto questo aspetto è fondamentale la modalità trasparente ed esplicita con cui sono valutati i progetti di ricerca, cui destinare i campioni, e coinvolti tutti gli attori in gioco negli snodi di valutazione, monitoraggio e restituzione dei risultati. Le linee guida realizzano e allo stesso tempo manifestano questa dimensione pubblica e partecipativa della biobanca. Attraverso la modelizzazione delle buone pratiche, esse prima promuovono il confronto e la messa in comune di esperienze, saperi e valori, quando poi, nella loro elaborazione e diffusione, esplicitano, rendono accessibili e trasformano in un patrimonio di conoscenza condivisa i requisiti di qualità, riproducibilità e trasferibilità. Le linee guida sono una vera e propria infrastruttura di conoscenza, duttile, in evoluzione ma dirimente: qui risiede il senso della proposta di AIOM e SIAPEC, che a livello nazionale promuovono e contribuiscono alla scommessa europea di investire su un’infrastruttura di conoscenza di qualità, condivisa e accessibile per tutti i soggetti coinvolti. BBMRI, l’infrastruttura pan-europea per il biobancaggio e le risorse biomolecolari di ricerca, si propone infatti di migliorare l’accessibilità e l’interoperabilità tra le collezioni esistenti, e future, di campioni biologici provenienti da diverse popolazioni europee, attraverso l’attuazione di standard e linee guida che bilancino correttamente valori individuali, come la protezione della privacy e consenso informato, con valori condivisi di accesso agevolato ai progressi nella cura della salute e nella prevenzione delle malattie. Organizzazione, percorsi, infrastrutture, informatizzazione e risorse per le banche di campioni biologici. Una proposta di linee guida da condividere con il gruppo di lavoro AIOM- SIAPEC M.G. Daidone1 , A. Scarpa2 1 Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Dipartimento di Oncologia Sperimentale e Medicina Molecolare, Milano; 2 Università di Verona, Dipartimento di Patologia e Centro di Ricerca Applicata ARC-NET, Policlinico G.B. Rossi c/o Piastra Odontoiatrica, Verona Il rapido avanzamento della ricerca e delle tecnologie applicate alla Medicina ha portato ad un considerevole aumento di interesse verso le biobanche, termine con cui si definiscono le raccolte organizzate di materiale biologico e di dati ad esse associati. Le biobanche rappresentano una preziosa fonte di risorse per la ricerca, da quella di base fino alla sperimentazione di terapie innovative, in quanto permettono di avere a disposizione il genoma umano e i prodotti della sua espressione. Infatti, se processamento e conservazione del materiale sono stati effettuati in maniera ottimale, è possibile analizzare con
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