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Sabato 27 ottobre 2012 - Pacini Editore

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RElaziONi<br />

risposta al danno e la sede principale dello sviluppo delle reazioni<br />

immuni adattative. La risposta avventiziale influenza<br />

direttamente o indirettamente la biologia dell’intera parete<br />

arteriosa e dei tessuti circostanti e contribuisce attivamente<br />

al rimodellamento parietale, con pattern differenziati<br />

a seconda della natura dell’insulto e del tipo di mediatori<br />

generati.<br />

Dalla valutazione dimensionale all’analisi morfologica e<br />

funzionale. Le recenti acquisizioni in tema di patologia aortica,<br />

alla luce della complessità dei substrati istopatologici,<br />

biomolecolari e fisiopatologici, deve indurre a riconsiderare il<br />

<strong>Sabato</strong> <strong>27</strong> <strong>ottobre</strong><br />

Sala Caravaggio – 11.30-12.30<br />

Trapianti<br />

Tavola rotonda: il trapianto comincia dalla donazione. Una necessaria<br />

consapevolezza dell U.O. di Anatomia Patologica e delle direzioni aziendali:<br />

esperienze a confronto<br />

Moderatori: Walter Franco Grigioni (Bologna), Oscar Nappi (Napoli)<br />

A. D’Errico, F.W. Grigioni<br />

SSD Diagnostica istopatologica e molecolare degli organi solidi e<br />

del relativo trapianto U.O. Anatomia e Istologia Patologica. Azienda<br />

Ospedaliero-Universitaria Policlinico S. Orsola-Malpighi. Bologna<br />

Il rischio di trasmissione di malattie neoplastiche è aumentato<br />

in questi ultimi anni soprattutto in relazione all’applicazione<br />

del concetto di espansione dei criteri nella donazione degli<br />

organi.<br />

Per queste ragioni le linee guida internazionali sulla sicurezza<br />

in ambito donativo hanno proposto di utilizzare protocolli<br />

stringenti di selezione dei donatori ponendo particolare attenzione<br />

alla storia clinica, ai parametri sierologici ed a una attenta<br />

valutazione degli organi e delle cavità durante l’espianto.<br />

Nello stesso tempo è emerso il concetto che alcuni tumori<br />

seppur maligni presentino un rischio di trasmissione neoplastica<br />

estremamente basso, in questa prospettiva gli organi di<br />

243<br />

work-up diagnostico delle aortopatie, allargandolo ad una valutazione<br />

clinica “sistemica” (malattie genetiche del connettivo,<br />

malattie metaboliche, malattie sistemiche su base immune),<br />

che si avvalga dello studio approfondito con le tecniche<br />

di imaging (non più esclusivamente limitato al solo rilievo<br />

del diametro aortico), dello studio tissutale istopatologico,<br />

dell’analisi biomolecolare e genetica. Questa prospettiva può<br />

fornire elementi utili sia per la gestione del singolo paziente<br />

con malattia aortica che per la stratificazione prognostica, e<br />

potrebbe consentire in un prossimo futuro anche l’individuazione<br />

di nuovi target terapeutici.<br />

un donatore affetto da una neoplasia di questo tipo, possono<br />

essere utilizzabili previo consenso informato e non solo nei<br />

casi di emergenza clinica.<br />

A questo gruppo di tumori appartengono, secondo i Registri<br />

Internazionali e Le linee Guida Europee per la Sicurezza in<br />

ambito di donazione, i carcinomi renali grado I-II/IV sec.<br />

Fuhrman di dimensioni inferiori a 4 cm (pT1a), gli adenocarcinomi<br />

prostatici confinati alla prostata con Gleason score 3+3<br />

o e+4, il micro carcinoma papillare della tiroide, ed i tumori<br />

del sistema nervoso centrale a basso grado.<br />

In relazione a quanto esposto, appare intuibile che il concetto<br />

di espansione nei criteri di donazione abbia alla base una organizzazione<br />

strutturata che preveda un team di professionisti<br />

con diverse competenze e con la massima integrazione al fine<br />

di evitare l’utilizzo di donatori ad elevato rischio e di non<br />

scartare organi da donatori che per età o condizioni cliniche<br />

potrebbero rappresentare “a priori” donatori non idonei.

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