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Sabato 27 ottobre 2012 - Pacini Editore

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236<br />

mas and leukemias, whereas the nodular and interstitial patterns<br />

are mainly observed in Hodgkin’s lymphoma and T-cell<br />

lymphomas respectively.<br />

references<br />

1 Addis BJ, Hyjek E, Isaacson PG. Primary pulmonary lymphoma: a reappraisal<br />

of its histogenesis and its relationship to pseudolymphoma<br />

and lymphoid interstitial pneumonia. Histopathology 1988;13:1-17.<br />

2 Chilosi M, Zinzani PL, Poletti V. Lymphoproliferative lung disorders.<br />

Semin Respir Crit Care Med 2005;26:490-501.<br />

3 Kurtin PJ, Myers JL, Adlakha H, et al. Pathologic and clinical features<br />

of primary pulmonary extranodal marginal zone B-cell lymphoma of<br />

MALT type. Am J Surg Pathol 2001;25:997-1008.<br />

4 Remstein ED, Kurtin PJ, Einerson RR, et al. Primary pulmonary<br />

MALT lymphomas show frequent and heterogeneous cytogenetic abnormalities,<br />

including aneuploidy and translocations involving API2<br />

and MALT1 and IGH and MALT1. Leukemia 2004;18:156-60.<br />

5 Guinee D Jr, Jaffe E, Kingma D, et al. Pulmonary lymphomatoid granulomatosis.<br />

Evidence for a proliferation of Epstein-Barr virus infected<br />

B-lymphocytes with a prominent T-cell component and vasculitis. Am<br />

J Surg Pathol 1994;18:753-64.<br />

6 Kanavaros P, De Bruin PC, Briere J, et al. Epstein-Barr virus (EBV) in<br />

extranodal T-cell non-Hodgkin’s lymphomas (T-NHL). Identification<br />

of nasal T-NHL as a distinct clinicopathological entity associated with<br />

EBV. Leuk Lymphoma 1995;18:<strong>27</strong>-34.<br />

Processi linfoproliferativi del tratto gastroenterico<br />

S. Uccella<br />

Università dell’Insubria, Dipartimento di Scienze Cliniche e Morfologiche,<br />

Unità di Anatomia Patologica, Varese<br />

La localizzazione dei processi linfoproliferativi nel tratto<br />

gastrointestinale (TGI) è un evento frequente e, di converso,<br />

il tubo digerente costituisce la sede primitiva maggiormente<br />

interessata dall’insorgenza di linfomi extranodali. Tutte le categorie<br />

di linfomi che insorgono negli organi linfoidi primitivi<br />

possono essere ritrovate in sede gastrointestinale. Si tratta, in<br />

prevalenza, di linfomi non-Hodgkin a cellule B e, in analogia<br />

con quanto accade per i linfomi nodali, il linfoma diffuso a<br />

grandi cellule B (LDGCB) rappresenta l’istotipo più frequente.<br />

Tuttavia nel TGI si osservano anche due tipi di linfomi<br />

peculiari, la cui patogenesi appare strettamente correlata con<br />

eventi sede-specifici: il linfoma della zona marginale extranodale<br />

tipo MALT, che include anche la malattia immunoproliferativa<br />

del piccolo intestino (IPSID) e il linfoma a cellule<br />

T enteropatia-associato (EATL). Il TGI è, inoltre, una sede<br />

frequente di insorgenza delle malattie linfoproliferative posttrapianto.<br />

Nell’ambito del TGI, il linfomi insorgono con una<br />

maggiore frequenza nello stomaco (60%-75%), seguito dal<br />

piccolo (20%-30%) e, infine, dal grosso intestino (6%-12%).<br />

I linfomi del TGI possono costituire un problema diagnostico<br />

a causa della aspecificità della presentazione clinica e del tipo<br />

di materiale esaminabile al microscopio, spesso costituito<br />

da piccole biopsie con artefatti da prelievo. Con l’eccezione<br />

delle neoplasie a grandi cellule B o T, che non costituiscono<br />

una difficoltà per il patologo, i linfomi del TGI necessitano<br />

frequentemente di un approccio diagnostico integrato, con<br />

l’impiego di metodiche immunoistochimiche, citofluorimetriche,<br />

biomolecolari e di citogenetica, senza mai dimenticare un<br />

completo inquadramento clinico del paziente.<br />

Saranno qui discussi i caratteri distintivi e le principali problematiche<br />

diagnostiche relativi alle malattie linfoproliferative<br />

più frequentemente osservate nel TGI.<br />

Il linfoma della zona marginale extranodale tipo MALT (linfoma<br />

MALT gastrico e IPSID)<br />

La maggiore incidenza di linfomi MALT nello stomaco<br />

CONGRESSO aNNualE di aNatOmia patOlOGiCa SiapEC – iap • fiRENzE, 25-<strong>27</strong> OttOBRE <strong>2012</strong><br />

rispetto alle altre sedi del TGI è correlata all’infezione da<br />

parte di Helicobacter pylori, che sembra essere critica per<br />

la linfomagenesi e la cui eradicazione porta alla regressione<br />

della neoplasia in una elevata quota di casi in stadio iniziale.<br />

I criteri morfologici per la diagnosi del linfoma MALT gastrico<br />

sono ben definiti e risiedono nel riconoscimento di una<br />

popolazione neoplastica polimorfa costituita da cellule B della<br />

zona marginale, di dimensioni e aspetto variabile (elementi<br />

centrocito-simili, monocitoidi, plasmocitoidi, fino a vere e<br />

proprie plasmacellule, rari centroblasti). Le cellule neoplastiche<br />

tendono ad invadere la lamina propria e il compartimento<br />

epiteliale (formando le caratteristiche lesioni linfoepiteliali) e<br />

a colonizzare i follicoli linfoidi reattivi. La diagnosi differenziale<br />

con altri linfomi a basso grado si basa, quando necessario,<br />

sulla valutazione immunoistochimica.<br />

Le principali problematiche che emergono nella diagnostica<br />

istopatologica dei linfomi MALT gastrici sono la diagnosi<br />

differenziale con gli infiltrati linfoidi reattivi, la valutazione<br />

della componente a cellule grandi eventualmente presente e,<br />

infine, la gestione della malattia residua.<br />

La malattia immunoproliferativa del piccolo intestino (IPSID),<br />

anche conosciuta come malattia delle catene alfa, è un linfoma<br />

raro, MALT-associato, probabilmente correlato all’infezione<br />

da Campylobacter jejuni. Caratteristica di questo linfoma è la<br />

secrezione di immunoglobuline monotipiche e tronche, costituite<br />

solo da catene pesanti alfa, osservabili come paraproteina<br />

nel siero. Questa malattia colpisce prevalentemente i bambini<br />

e i giovani adulti in aree geografiche definite: il bacino<br />

mediterraneo, l’Africa, il Medio Oriente e l’Asia orientale. I<br />

sintomi clinici sono la diarrea e i dolori addominali associati<br />

a malassorbimento e protidodispersione. Dal punto di vista<br />

istopatologico questo linfoma può presentarsi con uno spettro<br />

morfologico che va da un linfoma a basso grado tipo MALT<br />

a un linfoma ad alto grado tipo LDGCB. In analogia con i<br />

linfomi MALT gastrici, gli stadi iniziali di questa malattia<br />

regrediscono in seguito alla terapia antimicrobica.<br />

Il linfoma a cellule T enteropatia-associato (EATL).<br />

La classificazione WHO riconosce due forme di EATL, tipo<br />

I e tipo II, quest’ultima detta anche variante monomorfa. Entrambe<br />

risultano associate alla malattia celiaca, benché il tipo<br />

II possa insorgere anche comeforma sporadica. Il quadro istologico<br />

è variabile, ma il più delle volte è dominato da cellule<br />

di grandi dimensioni con nuclei pleomorfi e talvolta multipli<br />

o anaplastici. La variante monomorfa (tipo II) è costituita da<br />

cellule di aspetto uniforme, poco più grandi di un linfocito,<br />

con nuclei lievemente irregolari, piccoli nucleoli e una rima di<br />

citoplasma chiaro. Le cellule neoplastiche mostrano frequentemente<br />

epiteliotropismo.<br />

La mucosa intestinale perineoplastica mostra segni di atrofia villare,<br />

iperplasia delle cripte, aumento delle cellule infiammatorie<br />

nella lamina propria e infiltrato linfocitario intraepiteliale. Nel<br />

tipo I queste alterazioni, riconducibili alla malattia celiaca, sono<br />

osservabili in tutti i tratti del piccolo intestino, con uno spettro<br />

di gravità, mentre nel tipo II esse possono essere circoscritte<br />

alla sede del linfoma. Nelle forme di EATL associate a malattia<br />

celiaca refrattaria, i linfociti intraepiteliali presenti nella mucosa<br />

non neoplastica hanno anomalie immunofenotipiche e citogenetiche,<br />

sono monoclonali e possono essere quindi interpretati<br />

come parte del clone neoplastico. D’altro canto, in soggetti con<br />

malattia celiaca refrattaria non affetti da EATL, è stato dimostrato<br />

che i linfociti T intraepiteliali mostrano un riarrangiamento<br />

monoclonale del TCR e che un identico riarrangiamento è presente<br />

nei linfomi insorti durante il follow up. Si ipotizza quindi<br />

l’esistenza di un EATL in situ o “criptico”, il che implica la<br />

necessità di seguire nel tempo i pazienti con malattia celiaca re-

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