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Sabato 27 ottobre 2012 - Pacini Editore

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260<br />

Anatomia Patologica scegliere quella più adatta alla propria<br />

organizzazione.<br />

Utilizzando il processo lavorativo dell’Istologia si possono<br />

identificare con facilità i punti critici più soggetti ad errore e<br />

adottare quindi i correttivi appropriati.<br />

Un punto di partenza molto importante è sicuramente il cosiddetto<br />

“order entry”, cioè una richiesta inviata per via informatica<br />

riportante i dati anagrafici del paziente, materiale, sede<br />

del prelievo, ecc. inviata via web direttamente dal reparto richiedente.<br />

In questo modo si eliminano gli errori in fase di accettazione<br />

dovuti a errori di trascrizione e/o di interpretazione.<br />

A questo punto si acquisiscono i dati e si producono sia il<br />

foglio di lavoro che le etichette da apporre ai contenitori riportanti<br />

il corrispondente n° istologico e il codice 2D, che verrà<br />

richiamato per tutte le fasi lavorative utilizzando una penna<br />

ottica. Sicuramente questo è un punto fondamentale per la<br />

sicurezza del paziente.<br />

Un altro punto importamte è l’utilizzo di stampigliatrici collegate<br />

con il sistema operativo sia per le bio-cassette che per i<br />

vetrini che riporteranno sempre il codice 2D.<br />

In seguito tutto il flusso di lavoro dall’accettazione, campionamento,<br />

processazione, inclusione, taglio, colorazione,<br />

consegna al Medico, ulteriori colorazioni e/o indagini speciali,<br />

viene monitorato e “tracciato” in modo che se si verifica<br />

un’errore, il sistema si blocca e andando a verificare l’incongruenza<br />

è possibile rilevare le non conformità e apportare<br />

subiti gli opportuni correttivi. Ogni operatore per tutte le fasi<br />

lavorative utilizzerà la propria password e in questo modo<br />

viene anche tracciato il “chi fa che cosa”.<br />

Anche tutte le altre strumentazioni utilizzate per colorazioni<br />

e/o indagini speciali possono essere interfacciate con il<br />

sistema operativo in uso, in modo da seguire tutto il flusso<br />

lavorativo.<br />

Una volta consegnato l’esame al Patologo, anche per la lettura<br />

del vetrino e la diagnosi viene utilizzato il codice 2D, in modo<br />

da evitare anche in questa fase errori di scambio tra i vetrini.<br />

In conclusione l’utilizzo dei codici 2D utilizzati nel sistema<br />

gestionale del Servizio, permette di avere tutta la tracciabilità<br />

completa dell’esame durante tutto l’iter lavorativo diminuendo<br />

sensibilmente il margine d’errore in favore della sicurezza<br />

del paziente.<br />

Identificando gli attori dei singoli processi si aumenta il grado<br />

di responsabilità permettendo di verificare la performance<br />

professionale e di ricorrere a correttivi qualora gli errori (mai<br />

azzerabili) si ripetano con una certa frequenza. Permettono<br />

infine un controllo dei carichi di lavoro in modo del tutto<br />

oggettivo identificando eventuali carenze lavorative che altrimenti<br />

sarebbero difficilmente identificabili.<br />

Sperimentazione tecnica e qualità del<br />

preparato istologico: percorso metodologico<br />

nel laboratorio di anatomia patologica<br />

M. Cadei, P.G. Grigolato<br />

Cattedra di Anatomia Patologica II, Università di Brescia<br />

Nel laboratorio di Anatomia Patologica l’allestimento<br />

dei campioni istologici è rimasto pressoché inalterato nel<br />

tempo e dalla fissazione alla processazione dei campioni<br />

istologici, la principale implementazione metodologica<br />

è stata legata alla innovazione strumentale (processatori,<br />

coloratori ecc.).<br />

Da qualche tempo, anche in conseguenza all’introduzione<br />

della legislazione sulla sicurezza è stata posta attenzione<br />

anche riguardo all’utilizzo di sostanze che, da sempre con-<br />

CONGRESSO aNNualE di aNatOmia patOlOGiCa SiapEC – iap • fiRENzE, 25-<strong>27</strong> OttOBRE <strong>2012</strong><br />

siderate indiscutibili (formalina, xilolo, alcool), hanno invece<br />

cominciato a trovare sul mercato validi concorrenti.<br />

Se indubbiamente questo merito è da riconoscere alle Aziende<br />

del settore che hanno fortemente sviluppato la ricerca di possibili<br />

prodotti non tossici in grado di competere con i reagenti<br />

tradizionali, c’è da dire che in molti laboratori si è assistito ad<br />

una maggiore apertura rispetto a prodotti non convenzionali.<br />

La nostra sperimentazione, iniziata qualche anno fa con<br />

l’utilizzo di “prodotti alternativi” della fissazione dei tessuti<br />

di origine murina, si è perfezionata nel tempo con la sperimentazione<br />

su tessuti umani di routine giunti presso il nostro<br />

Servizio per la diagnosi istopatologica. Oggetto del nostro<br />

studio sono stati la valutazione morfologica del preparato<br />

istologico, le tecniche istochimiche ed immunoistochimiche,<br />

l’analisi citofluorimetrica le indagini bio-molecolari, che ad<br />

oggi sempre più frequentemente vengono richieste ad integrazione<br />

della diagnostica.<br />

L’esperienza, finalizzata a dimostrare l’esistenza sul mercato<br />

di un prodotto adatto alle attuali esigenze normative, di buona<br />

qualità morfologica ed adeguato alle necessità metodologiche<br />

più evolute, dovrà essere completata con ulteriori miglioramenti<br />

tecnici e l’ottimizzazione per un possibile utilizzo<br />

routinario di laboratorio.<br />

Tecniche di diagnostica molecolare: attualità e<br />

nuove prospettive<br />

C. Lupo<br />

Casa di Cura di Alta Specialità La Maddalena, Palermo<br />

La diagnostica molecolare in Anatomia Patologica gioca un<br />

ruolo fondamentale nella gestione del paziente oncologico.<br />

L’impiego di tecniche molecolari, finalizzate alla detection di<br />

target specifici, a corredo della diagnosi anatomopatologica,<br />

permette la stratificazione dei pazienti in sottogruppi e di conseguenza<br />

la scelta della terapia più appropriata per ciascuno.<br />

Sappiamo che i test di diagnostica molecolare non possono<br />

prescindere da un corretto management del campione istologico<br />

e citologico finalizzato all’analisi molecolare. Le procedure<br />

interne di ciascun laboratorio identificano e definiscono il<br />

“workflow” del precorso tecnico-diagnostico. In quest’ottica<br />

è fondamentale individuare ed eliminare le variabili preanalitiche<br />

ed analitiche che possono condizionare pesantemente<br />

il dato molecolare. Un altro punto imprescindibile per questo<br />

tipo di diagnostica è il concetto di “idoneità” del materiale<br />

da analizzare. Poiché l’idoneità del campione da analizzare<br />

condiziona pesantemenmte il dato molecolare, in questa fase<br />

risulta essenziale la figura dell’anatomopatologo. Altrettanto<br />

importante è la competenza e l’esperienza dello staff dedicato.<br />

Grazie all’impiego di tecniche di diagnostica molecolare si<br />

eseguono test predittivi di risposta al farmaco. Nella terapia<br />

mirata dei tumori solidi ad esempio, troviamo test, che oramai<br />

fanno parte della diagnostica di routine, quali le analisi delle<br />

mutazioni del gene K-RAS nel carcinoma del colon-retto, del<br />

gene BRAF nel melanoma metastatico, del gene EGFR nel<br />

carcinoma non a piccole cellule del polmone (NSCLC). Per<br />

lo studio delle mutazioni dei geni sopra descritti è necessario<br />

estrarre il DNA genomico dal tessuto tumorale fissato in<br />

formalina ed incluso in paraffina o da campioni citologici. Il<br />

DNA estratto è poi analizzato attraverso diverse tecniche tra<br />

le quali, ad esempio, la PCR Real-Time, TaqMelt Real-time<br />

PCR, il sequenziamento diretto ed il pirosequenziamento.<br />

Di recente, nel carcinoma non a piccole cellule del polmone<br />

(NSCLC), si esegue lo studio del riarrangiamento del gene<br />

ALK. La valutazione di ALK si può effettuare mediante l’im-

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