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Sabato 27 ottobre 2012 - Pacini Editore

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224<br />

by the general pathologist [1.8% vs 0%])and 56 underdiagnoses<br />

of which 14 (13.6%) were made by the specialized<br />

pathologist and 46 (20.7%) by the general pathologist. In 14<br />

cases (4.3%), diagnosis could not be made on frozen section<br />

and was postponed to final histology for definitive diagnosis<br />

(1/103 [0.9%] for the specialized pathologist and 13/222<br />

[5.8%] fort he general pathologist). Our data confirm previous<br />

reports on the accuracy of frozen section analysis of adnexal<br />

masses and show a significant positive impact of the specialized<br />

pathologist as opposed to the general pathologist.<br />

references<br />

Baker P, Oliva E. A pratical approach to intraoperative consultation in<br />

gynecological pathology. Int J Gynecol Pathol 2008;<strong>27</strong>:353-65.<br />

Fanfani F, Zannoni GF, Fagotti A, et al. Importance of a specialized pathologist<br />

for theexamination of frozen sections of adnexal masses. Int<br />

J Gynecol Cancer 2007;17:1034-9.<br />

Patologia dell’ovaio: ruolo<br />

dell’immunoistochimica<br />

M.R. Raspollini<br />

Istologia Patologica e Diagnostica Molecolare, Azienda Ospedaliera<br />

Universitaria Careggi, Firenze<br />

L’immunoistochimica ha dimostrato essere un ausilio prezioso<br />

alla valutazione convenzionale nell’identificazione delle<br />

metastasi ovariche. L’ovaio è sede frequente di metastasi. In<br />

alcuni casi è noto il tumore primitivo, e in tal caso la valutazione<br />

di peculiari aspetti istologici sospetti per neoplasia<br />

secondaria può essere agevole alla luce della storia della<br />

paziente. In altri casi, la neoformazione ovarica si manifesta<br />

senza una storia nota di precedente tumore. In sede ovarica si<br />

può documentare metastasi da un’ampia varietà di neoplasie<br />

da differenti organi. Le sedi primitive di tumori che più frequentemente<br />

sono metastatici all’ovaio sono l’intestino, lo<br />

stomaco, e la mammella.<br />

L’identificazione della natura metastatica di un tumore ovarico<br />

non è sempre agevole. Talvolta è necessario integrare i dati<br />

clinici, radiologici, sierologici, e patologici per giungere alla<br />

corretta diagnosi. È importante avere in mente la frequenza<br />

dei differenti tumori che metastatizzano all’ovaio, e inoltre<br />

è importante conoscere i confondenti aspetti istologici dei<br />

tumori metastatici che possono simulare l’ampia varietà dei<br />

tumori primitivi ovarici. Le caratteristiche a favore per una<br />

metastasi e per l’esclusione di tumore primitivo ovarico sono<br />

la bilateralità, il pattern infiltrativo, gli impianti tumorali<br />

microscopici superficiali, il pattern di crescita nodulare, l’invasione<br />

prominente degli spazi linfovascolari, così come le<br />

caratteristiche specifiche di alcuni tumori quali per esempio<br />

la presenza di cellule ad anello con castone. In alcuni casi, il<br />

tumore primitivo che metastatizza all’ovaio può essere di difficile<br />

identificazione, persino all’esame autoptico; e l’utilizzo<br />

dell’immunoistochimica è di ausilio nella diagnosi differenziale.<br />

La colorazione con specifiche citocheratine (citocheratina<br />

7 e citocheratina 20) è usata nella diagnosi differenziale<br />

di tumore primitivo e metastatico. La combinazione di una<br />

colorazione positiva per citocheratina 20 con una colorazione<br />

negativa per citocheratina 7 è sospetta per metastasi da<br />

un’adenocarcinoma primitivo del colon, anche se ciò non è<br />

completamente patognomonico. Un tumore che dimostra la<br />

citocheratina 7 positiva e la citocheratina 20 negativa è indicativo<br />

di carcinoma primivo ovarico, ma non esclude tuttavia<br />

una metastasi di adenocarcinoma del pancreas, o del tratto<br />

biliare, o dello stomaco. È stato suggerito l’utilizzo anche di<br />

altri anticorpi. CDX2, e CEA possono essere di ausilio nella<br />

CONGRESSO aNNualE di aNatOmia patOlOGiCa SiapEC – iap • fiRENzE, 25-<strong>27</strong> OttOBRE <strong>2012</strong><br />

valutazione di sospette metastasi dal tratto gastroenterico.<br />

I recettori degli estrogeni e del progesterone sono espressi<br />

nella maggioranza dei tumori della mammella metastatici e<br />

nei tumori primitivi ovarici. Mammoglobina e GCDF15 sono<br />

abbastanza indicativi di carcinoma mammario metastatico, ma<br />

la loro sensibilità non raggiunge il 100%. Il TTF-1 è un buon<br />

marker per le metastasi da carcinoma polmonare, ma il TTF-1<br />

può essere espresso anche da altri tumori.<br />

Come ulteriore ausilio alla diagnostica differenziale fra neoplasia<br />

primitiva e secondaria va considerata la valutazione<br />

dell’espressione genica che può giocare un ruolo nell’assistere<br />

la valutazione patologica convenzionale e l’immunoistochimica<br />

nella determinazione della sede di origine di neoplasie<br />

ovariche.<br />

Sebbene la valutazione delle caratteristiche istopatologiche<br />

e immunoistochimiche rimanga uno strumento buono per<br />

determinare la natura primitiva o metastatica, la valutazione<br />

dell’espressione genica può essere di ausilio in alcuni casi<br />

difficili.<br />

Bibliografia<br />

1 Young RH. From Krukember to today: the ever present problems<br />

posed by metastatic tumors in the ovary: part I. Adv Anat Pathol<br />

2006;13:205-<strong>27</strong>.<br />

2 Young RH. From Krukember to today: the ever present problems<br />

posed by metastatic tumors in the ovary: part II. Adv Anat Pathol<br />

2007;14:149-77.<br />

3 Prat J. Ovarian carcinomas, including secondary tumors: diagnostically<br />

challenging areas. Mod Pathol 2005(Suppl. 2):S99-111.<br />

4 Baker PM, Oliva E. Immunohistochemistry as a tool in the differential<br />

diagnosis of ovarian tumors: an update. Int J Gynecol Pathol<br />

2005;24:39-55.<br />

5 McCluggage WG, Wilkinson N. Metastatic neoplasms involving the<br />

ovary: a review with emphasis on morphological and immunohistochemical<br />

features. Histopathology 2005;47:231-47.<br />

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differentiation between primary adenocarcinomas of the ovary and<br />

ovarian metastaes of colonic and breast origin. Comparison between<br />

a statistical and an intuitive approach. J Clin Pathol 1999;52:283-90.<br />

7 Park SY, Kim BH, Lee S, et al. Panels of immunohistochemical markers<br />

help determine primary sites of metastatic adenocarcinoma. Arch<br />

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8 Azueta A, Maiques O, Velasco A, et al. Gene expression microarraybased<br />

assay to determine tumor site of origin in a serioes of metastatic<br />

tumors to the ovary and peritoneal carcinomatosis of suspected gynecologic<br />

origin. Hum Pathol <strong>2012</strong>; In press.<br />

La diagnosi e le strategie terapeutiche<br />

D. Lorusso<br />

Il carcinoma epiteliale dell’ovaio rappresenta la prima causa<br />

di morte tra le neoplasie ginecologiche; negli Stati Uniti è<br />

stato calcolato che circa 26000 donne si ammalano ogni anno<br />

di questa malattia e 12000 ne muoiono. Circa l’80% delle<br />

pazienti affette da carcinoma ovarico risponde al trattamento<br />

primario rappresentato dalla combinazione della chirurgia<br />

citoriduttiva di prima istanza, il cui fine è l’asportazione<br />

della massima parte della malattia allo scopo di ottenere un<br />

residuo tumore ottimale (≤ 1 cm), seguita da una chemioterapia<br />

di prima linea a base di carboplatino e paclitaxel. Pur<br />

essendo stato registrato negli ultimi 10 anni un significativo<br />

incremento della sopravvivenza, il 60-70% circa delle pazienti<br />

con tumore ovarico che hanno risposto al trattamento<br />

primario sviluppa una recidiva di malattia e la sopravvivenza<br />

a 5 anni dalla diagnosi rimane mediamente nell’ordine del<br />

15-30%; diviene pertanto necessario individuare innovative<br />

strategie terapeutiche al fine di diminuire la percentuale di<br />

recidive. Recenti dati sembrano individuare nell’antiangio-

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