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Adesso sono nel vento - Comune di Rimini

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Campo <strong>di</strong> Fossoli<br />

Costruito <strong>nel</strong> 1943 in Provincia <strong>di</strong> Modena, vicino a Carpi, nei pressi della linea ferroviaria<br />

che conduce a Verona e al Brennero, è stato utilizzato come punto <strong>di</strong> raccolta delle<br />

persone che dovevano poi essere inviate ai campi <strong>di</strong> concentramento tedeschi e<br />

austriaci. Di forma rettangolare, approssimativamente <strong>di</strong> un chilometro per due, era formato<br />

da numerose baracche, recintate da un duplice filo spinato, da fili elettrici ad alta<br />

tensione e con torrette munite <strong>di</strong> riflettori. Il comando del campo era effettuato dal tenente<br />

Harl Titho e dal sergente maggiore Hans Haage . Da qui partirono numerosi convogli<br />

<strong>di</strong> ebrei italiani. Anche Primo Levi, poi deportato ad Auschwitz, rimase per un certo<br />

tempo <strong>nel</strong> campo che descrive in “Se questo è un uomo”. Il campo fu smobilitato <strong>nel</strong>l’agosto<br />

1944 e gli internati trasferiti a Bolzano.<br />

Il vocabolario del lager<br />

La strage degli innocenti<br />

Durante il terzo Reich si assiste alla rovina della memoria del tempo, con i roghi <strong>di</strong> libri<br />

e <strong>di</strong> opere d’arte, alla <strong>di</strong>struzione del linguaggio. Nel terzo Reich ci <strong>sono</strong> i temi ossessivi:<br />

la terra, il sangue, la razza, lo spazio espresso in sigle come SS, KL, HS, KB.<br />

Durante il terzo Reich c’è un frasario burocratico, le frasi slogan per il lager, il gergo del<br />

campo: i rapporti tra la lingua tedesca dell’oppressore e il gergo della deportazione e<br />

dell’internamento, cioè il nesso tra tedesco usato dai nazisti del lager, il DEUTSCHLA-<br />

GER, e il linguaggio usato dai deportati, il LAGERJARGON. Il nazionalsocialismo, i muri,<br />

l’interiorità dell’uomo. Lo spazio, determinato da reticolati, i muri, costruiti in modo concentrico<br />

e ricorsivo, delimitano e restringono la possibilità della comunicazione. La<br />

pedagogia del lager porta il prigioniero a <strong>di</strong>ventare nemico <strong>di</strong> sè stesso perché si trova<br />

in un labirinto (lager) dove le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita <strong>sono</strong> nuove, con valori <strong>di</strong>storti; meccanismi<br />

<strong>di</strong> adattamento e sistemi abituali <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa non esistono più e i prigionieri devono abituarsi<br />

a riti <strong>di</strong> iniziazione e <strong>di</strong> linguaggio degradanti.<br />

Dopo la prima selezione, “destra” o “sinistra”, cioè abili o inabili al lavoro, c’è la seconda<br />

selezione tra chi capisce e non capisce gli or<strong>di</strong>ni in tedesco, tra chi sopporta la mancanza<br />

<strong>di</strong> comunicazione e chi invece si lascia annientare.<br />

All’interno dei lager, l’homo linguisticus è morto. Primo Levi <strong>di</strong>ce: “un essere umano,<br />

quando è ridotto al silenzio, vive sulla propria pelle un film in grigio e nero, un film <strong>sono</strong>ro<br />

ma non parlato”. Nel lager viene meno il principio del <strong>di</strong>alogo con gli altri, con il mondo<br />

esterno quin<strong>di</strong> con sè stessi.<br />

l testimoni <strong>sono</strong> fondamentali per la nostra memoria: sappiamo che nei lager gli or<strong>di</strong>ni<br />

venivano emanati dai sorveglianti che li ricevevano dai soldati. La SS dà l’or<strong>di</strong>ne a voce<br />

sommessa, senza riferirsi a nessuno, in quanto il deportato è considerato inesistente e<br />

il sorvegliante prigioniero è tra<strong>di</strong>tore.<br />

Hitler usava nei suoi <strong>di</strong>scorsi la prima persona plurale, il noi WIR, il nostro UNSER. Nel<br />

campo <strong>di</strong> concentramento viene soppresso, esiste il comando impersonale.<br />

Poiché il prigioniero non comprende molto, l’impoverimento linguistico è sempre più<br />

forte, il suo patrimonio si riduce a <strong>di</strong>eci parole che deve imparare per proteggersi dal-<br />

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