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Adesso sono nel vento - Comune di Rimini

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capitolo VII<br />

IL FASCISMO<br />

La strage degli innocenti<br />

La guerra mon<strong>di</strong>ale è passata.<br />

La guerra bella, santa, rigeneratrice è stata tragica e amara.<br />

E’ esaltata da D’Annunzio e da Mussolini, dai ministri e dai governi “La guerra ha chiamato<br />

le masse proletarie alla ribalta. Ha spezzato le loro catene.” <strong>di</strong>ce Mussolini. La rivoluzione,<br />

però, non è avvenuta, il momento dei giovani non è arrivato. Le masse proletarie<br />

non hanno spezzato le loro catene.<br />

I conta<strong>di</strong>ni del sud chiedono la terra , gli operai del nord, occupano le fabbriche; l’economia<br />

borghese è in crisi perché non ci <strong>sono</strong> più le commesse militari e la borghesia si<br />

rende conto che è necessario un governo forte, uno stato forte.<br />

Contro le proteste dei lavoratori, dei loro sindacati, dei loro partiti, gli agrari e gli industriali<br />

sguinzagliano bande armate.<br />

Le prime squadre con gagliardetti neri, con il teschio della morte, scorrono città, paesi e<br />

campagne. I loro strumenti <strong>sono</strong> manga<strong>nel</strong>lo, olio <strong>di</strong> ricino, pugnali, bombe a mano. Si<br />

mettono a fiamme giornali, se<strong>di</strong> <strong>di</strong> partito, camere <strong>di</strong> lavoro, stu<strong>di</strong> professionali. Lo<br />

squadrismo è iniziato.<br />

Nell’aprile 1919 la fondazione del Fascismo trova i suoi finanziatori nei magnati dell’industria<br />

italiana che fornisce i milioni necessari per la marcia su Roma del 1922. Lo stato<br />

fascista acquisisce un potere assoluto ”Chi non è con Noi è contro <strong>di</strong> Noi” “Farò del parlamento,<br />

<strong>di</strong> quest’aula sorda e grigia, un bivacco <strong>di</strong> manipoli”.<br />

Mussolini non si accontenta dell’investitura del potere. Scatena le sue bande, le elezioni<br />

si fanno con una lista unica e all’insegna del “Santo Manga<strong>nel</strong>lo”. La reazione vince la<br />

libertà <strong>di</strong> parola, <strong>di</strong> stampa, <strong>di</strong> riunione, <strong>di</strong> associazione, <strong>di</strong> sindacato, <strong>di</strong> sciopero, <strong>di</strong><br />

partito e <strong>di</strong> voto. Si vietano e si bruciano i libri sovversivi. “Tu sei tutti noi”, “Bisogna<br />

cementare con il sangue la nazione”. Gli italiani vedono splendere alta e <strong>di</strong>ritta una<br />

volontà fiammeggiante: Benito Mussolini.<br />

Nel 1927 scrive il filosofo Gentile “La via è lunga, aspra ed erta ma il popolo vi si è incamminato<br />

con la fede e la passione che si è impossessata dell’animo della folla e <strong>di</strong> cui non<br />

vi è esempio <strong>nel</strong>la storia. Cammina stretto ad una <strong>di</strong>sciplina che non si era mai conosciuto,<br />

senza esitare, senza <strong>di</strong>scutere, con gli occhi dell’uomo dalla tempra eroica, dalle<br />

doti straor<strong>di</strong>narie e mirabili dei gran<strong>di</strong> guidatori <strong>di</strong> popoli . Egli va innanzi sicuro, avvolto<br />

in un’aura <strong>di</strong> mito, quasi uomo, segnato da un <strong>di</strong>o instancabile e infallibile, strumento<br />

adoperato dalla Provvidenza per creare una nuova civiltà”.<br />

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