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Adesso sono nel vento - Comune di Rimini

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86<br />

giornata della Memoria<br />

Mengele<br />

Josef Mengele nacque il 16 maggio 1911 a Gunzburg, una città sulle rive del Danubio. Il<br />

padre era orgoglioso perché avrebbe potuto avere l’appoggio del figlio che avrebbe continuato<br />

la sua opera. Dieci anni prima egli aveva aperto una fabbrica <strong>di</strong> utensili agricoli,<br />

la 'Mengele e figli', e la maggior parte degli abitanti della città erano <strong>di</strong>venuti suoi impiegati.<br />

Mengele trascorse la prima giovinezza molto solo. Infatti tutte le sue amicizie erano<br />

accuratamente selezionate dal padre. All’età <strong>di</strong> 19 anni se ne andò a Monaco per stu<strong>di</strong>are<br />

filosofia. Dal 1931 entrò a far parte degli "Elmi d’acciaio". Una sera i suoi amici<br />

nazionalsocialisti lo trascinarono a una riunione. Qui un ometto prese la parola e la sua<br />

presenza suscitava un grande fervore. Fu conquistato da quest’uno che altri non era che<br />

Adolf Hitler. Si laureò in filosofia a Monaco, per andare a Francoforte a stu<strong>di</strong>are me<strong>di</strong>cina.<br />

Nel 1938, a 27 anni, ottenne il <strong>di</strong>ploma <strong>di</strong> dottore. Si arruolò <strong>nel</strong>le SS, la legione<br />

Führer. Scoppiò però la guerra riuscì a farsi trasferire<br />

<strong>nel</strong>l’amministrazione dei campi <strong>di</strong> concentramento. Nel<br />

maggio del 1943 arrivò ad Auschwitz, aveva 32 anni.<br />

Qualche mese dopo <strong>di</strong>venne me<strong>di</strong>co capo <strong>di</strong> Auschwitz-<br />

Birkenau. Mengele aveva ormai <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> morte<br />

su centinaia <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> uomini, donne, <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong><br />

tutte le origini.<br />

Nel campo per malati non c’era posto, la gente doveva<br />

o lavorare o morire. L’ospedale doveva essere il luogo in<br />

cui si recuperavano le forze <strong>di</strong> lavoro ancora utilizzabili.<br />

A Mengele toccava designare i detenuti abili al lavoro e<br />

quelli che era inutile mantenere in vita. In quel periodo<br />

notò che il sovraffollamento, la fame, il freddo, le torture,<br />

avevano fatto sviluppare delle malattie estremamente<br />

“curiose”.<br />

Mengele si riteneva investito <strong>di</strong> un potere quasi <strong>di</strong>vino<br />

sui prigionieri.

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