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Adesso sono nel vento - Comune di Rimini

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nero deportati la maggior parte degli Italiani non ebrei (i quali, invece, furono destinati<br />

per il 95% ad Auschwitz), quin<strong>di</strong> consentiva <strong>di</strong> collegare la ricostruzione dell’e<strong>vento</strong><br />

deportazione dalla Germania all’Italia e viceversa 14;<br />

b) Mauthausen era stato uno dei campi <strong>di</strong> concentramento più gran<strong>di</strong>, più eterogenei per<br />

tipo <strong>di</strong> prigionieri, poiché aveva rinchiuso <strong>nel</strong>le stesse baracche politici, <strong>di</strong>ssidenti,<br />

Testimoni <strong>di</strong> Geova, religiosi, alcuni ebrei e zingari, piccoli gruppi <strong>di</strong> donne ed adolescenti;<br />

<strong>di</strong> conseguenza la visita a questo lager offriva la possibilità <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> tutte<br />

queste categorie <strong>di</strong> prigionieri.<br />

c) Mauthausen era stato il campo <strong>di</strong> concentramento con la mortalità più alta riferita allo<br />

sterminio cosiddetto in<strong>di</strong>retto, cioé causato dal lavoro schiavistico dei deportati <strong>nel</strong>le<br />

cave <strong>di</strong> pietra e per le terribili e <strong>di</strong>sumane con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita; il campo <strong>di</strong>ventava dunque<br />

simbolo dell’annientamento totale dei deportati.<br />

d) Mauthausen era il campo <strong>di</strong> concentramento meglio conservato, non troppo <strong>di</strong>stante<br />

dall’Italia e dunque più efficacemente proponibile ai giovani in visita guidata; a <strong>di</strong>fferenza,<br />

ad esempio <strong>di</strong> Dachau che conserva molto poco, dava un’idea concreta e verosimile<br />

<strong>di</strong> che cosa fosse stato un lager nazista.<br />

Queste caratteristiche consentivano <strong>di</strong> trasformare la visita ai lager in un’occasione preziosa<br />

per parlare ai ragazzi del nazismo e del fascismo, due regimi totalitaristi criminali,<br />

colpevoli <strong>di</strong> aver provocato <strong>di</strong>scriminazioni, repressioni e soprattutto la soppressione dei<br />

“<strong>di</strong>versi” e dei <strong>di</strong>ssidenti attraverso l’istituzione <strong>di</strong> campi. A questo <strong>di</strong>scorso storico si<br />

collegavano molte altre <strong>di</strong>verse tematiche connesse alla terribile vita nei campi - prima<br />

fra tutte, parlando <strong>di</strong> Mauthausen, Ebensee e Gusen, lo sfruttamento economico dei<br />

deportati come manodopera schiava -tematiche che avevano tutte come comune denominatore<br />

la <strong>di</strong>chiarata volontà <strong>di</strong> denunciare l’oppressione e la soppressione <strong>di</strong> tante<br />

popolazioni.<br />

E’ indubbio che il significato profondo del viaggio non fosse per l’Amministrazione<br />

Comunale solo storico e culturale, ma anche politico, vale a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> denuncia <strong>di</strong> una<br />

forma <strong>di</strong> potere (il nazismo e il fascismo) che aveva calpestato i <strong>di</strong>ritti umani e <strong>nel</strong> contempo<br />

<strong>di</strong> richiamo e <strong>di</strong> valorizzazione <strong>di</strong> un’altra ideologia (l’antifascismo intellettuale e<br />

militante della sinistra, soprattutto comunista, con il necessario e doveroso richiamo alla<br />

storia della Resistenza) che aveva saputo lottare per <strong>di</strong>fendere e ripristinare i valori della<br />

pace e della democrazia in Italia.<br />

“Cercavo soprattutto <strong>di</strong> far prendere coscienza ai ragazzi dei motivi e dei contesti che<br />

avevano dato origine al nazismo e al suo progetto <strong>di</strong> annientamento dei più deboli, dei<br />

nemici, dei <strong>di</strong>versi. L’obiettivo del viaggio era soprattutto quello <strong>di</strong> creare un sentimento<br />

<strong>di</strong> forte rifiuto, motivato razionalmente e non solo emotivamente, per un’ideologia come<br />

il nazismo”, mi racconta l’amico e collega Giorgio Giovagnoli che, prima della sottoscritta,<br />

ha accompagnato per tanti anni gli studenti in visita ai lager.<br />

La centralità del messaggio della resistenza (soprattutto armata) alla <strong>di</strong>ttatura e della<br />

valorizzazione della figura dell’antifascista o antinazista emergeva in maniera chiara<br />

anche dall’impostazione riminese dei viaggi ai campi <strong>di</strong> concentramento (e non poteva<br />

essere <strong>di</strong>versamente, tenuto conto del contesto nazionale che abbiamo evocato poco<br />

fa). Oltre agli obiettivi già citati, questo è vero anche in ragione <strong>di</strong> due ulteriori fattori: lo<br />

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