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Adesso sono nel vento - Comune di Rimini

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“L’esperienza <strong>di</strong> questo inverno è stata importante per me perché mi ha permesso <strong>di</strong><br />

“vivere” da vicino, anche se <strong>nel</strong>la finzione, un avvenimento che per la sua tragicità mi è<br />

sempre sembrato inspiegabile, come l’olocausto. Per quanto mi riguarda, penso che sia<br />

tremendo avventurarsi da soli <strong>nel</strong>l’analisi <strong>di</strong> una vicenda così <strong>di</strong>sumana, e forse quin<strong>di</strong> è<br />

possibile soltanto mantenendo un certo <strong>di</strong>stacco. Durante gli incontri del laboratorio<br />

“Memoria <strong>nel</strong> profondo” invece, ciò è potuto avvenire insieme ad altre persone, fra l’altro<br />

<strong>di</strong> età <strong>di</strong>verse, quasi come in una piccola società; una società desiderosa <strong>di</strong> capire,<br />

o almeno <strong>di</strong> conoscere, un atroce e<strong>vento</strong> avvenuto in un passato che non può non<br />

appartenerci, perché non è tanto lontano. Così, in un’atmosfera <strong>di</strong> amicizia, empatia e<br />

talvolta anche <strong>di</strong> gioco, mi <strong>sono</strong> avvicinata ad un’esperienza che milioni <strong>di</strong> persone purtroppo<br />

hanno vissuto veramente.”<br />

Susanna<br />

Tutti abbiamo percepito l’importanza dell’esperienza, per sé e per la città. Non vi è stata<br />

alcuna <strong>di</strong>fficoltà a riconoscere la necessità <strong>di</strong> dare continuità al gruppo. Ci ha sollecitati<br />

la con<strong>di</strong>visione della consapevolezza che la memoria vada alimentata con la capacità <strong>di</strong><br />

osservazione <strong>di</strong> ciò che ci accade intorno, che innumerevoli <strong>sono</strong>, oggi come ieri, i tra<strong>di</strong>menti<br />

del senso <strong>di</strong> umanità, che come sempre le più gran<strong>di</strong> aggressioni si ammantano<br />

<strong>di</strong> parole <strong>di</strong> democrazia, che violenza e prepotenza si nascondono <strong>di</strong>etro la proclamazione<br />

<strong>di</strong> intenti umanitari, che mai come ora quest’opera <strong>di</strong> mistificazione può avere successo<br />

per la forza <strong>di</strong> comunicazione dei potenti e l’incedere della <strong>di</strong>strazione dei più. La<br />

con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> tutto ciò ha portato alla decisione <strong>di</strong> proseguire e scegliere per il gruppo<br />

un nome chiaro ed inequivocabile. “Laboratorio <strong>di</strong> Teatro Civile”, così ci presentiamo<br />

oggi, e cerchiamo umilmente <strong>di</strong> vivere i nostri ideali e le nostre contrad<strong>di</strong>zioni, <strong>di</strong> lavorare<br />

per la memoria, ricordando e costruendo.<br />

Note al testo<br />

1 Eugenia Casini Ropa, Scuola, teatro e società: un’introduzione, in Ragionando <strong>di</strong> scuola e teatro, coll. ‘Cultura<br />

e <strong>di</strong>dattica, febbraio 1998.<br />

2 Roberto Biselli, Voglia <strong>di</strong> Gianburrasca, in La scuola si aggiorna, Nuova ERI, ed. RAI, novembre 1993.<br />

3 Antonin Artaud, Il teatro e il suo doppio, Einau<strong>di</strong>.<br />

4 Miguel De Unamuno, Commento alla vita <strong>di</strong> Don Chisciotte, TEA, Sancasciano - Fi, 1998.<br />

5 “Poi vi<strong>di</strong> un cielo nuovo e una terra nuova, perché il primo cielo e la prima terra erano spariti; e il mare non<br />

esisteva più. Allora vi<strong>di</strong> la città santa, la nuova Gerusalemme, che scendeva dal cielo, da presso Dio, pronta<br />

come una sposa, abbigliata per il suo sposo. E u<strong>di</strong>i una voce potente che <strong>di</strong>ceva:“Ecco il tabernacolo <strong>di</strong> Dio<br />

tra gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno il suo popolo. Egli asciugherà ogni lacrima e non vi sarà<br />

più morte, né lutto, né grido, né pena, perché tutte le cose passate non ci <strong>sono</strong> più”” Apocalisse, 21.1-4.<br />

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