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Adesso sono nel vento - Comune di Rimini

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166<br />

giornata della Memoria<br />

stufa che non ha mai visto accesa, mentre alle pareti vi <strong>sono</strong> dei tavolacci a castello su<br />

tre piani separati a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> un metro. Così le prigioniere non pos<strong>sono</strong> mai stare sedute<br />

in posizione eretta. Sono costrette a dormire in do<strong>di</strong>ci su questi ripiani lunghi un metro<br />

e larghi due. Ogni giorno la sveglia è all’alba e devono presentarsi all’appello costrette a<br />

rimanere in pie<strong>di</strong> anche per ore. In caso contrario le punizioni che avrebbero ricevuto<br />

<strong>sono</strong> molto severe: si passa dalla bruciatura con ferri ardenti allo strappo delle unghie,<br />

ai calci e alle bastonate, la più orribile è quella <strong>di</strong> rimanere in ginocchio per ore con in<br />

mano un mattone.<br />

In “Io <strong>sono</strong> una stella” incontriamo Inge Auerbach che racconta la sua faticosa vita <strong>di</strong><br />

ebrea caratterizzata da continui spostamenti e da continue sottrazioni <strong>di</strong> ciò che ha <strong>di</strong><br />

più caro e persino dei parenti. La sua infanzia è stata faticosa anche perché ogni mattina<br />

doveva prendere il treno e camminare per molto tempo per andare a scuola. Cambia<br />

continuamente amici. Nel villaggio dove abita la sua è l’ultima famiglia ebrea rimasta. Le<br />

leggi sempre più restrittive impongono anche a Inge <strong>di</strong> cucire sui vestiti la stella <strong>di</strong><br />

Davide, su cui c’è scritto “Jude”, e <strong>di</strong> aggiungere al suo nome quello <strong>di</strong> Sara, come a<br />

quello <strong>di</strong> tutte le donne ebree [gli uomini dovevano aggiungere Israel]. Ancora un’altra<br />

separazione e un altro spostamento: verso la fine del 1941 Inge e la sua famiglia <strong>sono</strong><br />

inviati in una “casa ebraica” a Goeppingen; la scuola frequentata da Inge viene chiusa<br />

prima che lei possa finire la prima elementare. Il 22 agosto 1942 Inge e la sua famiglia<br />

vengono deportati a Terezin.

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