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Adesso sono nel vento - Comune di Rimini

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Progetto ‘La deportazione dei bambini’<br />

Intervista alla professoressa Rossana Romual<strong>di</strong><br />

Scuola Me<strong>di</strong>a Statale “Panzini-Borgese”<br />

a cura <strong>di</strong> Arrigo Albini e Lanfranco Maggioli<br />

La deportazione dei bambini e<br />

delle famiglie durante il nazismo<br />

Quali motivazioni culturali e <strong>di</strong>dattiche l’hanno spinta a partecipare a questo concorso<br />

dell’amministrazione comunale <strong>di</strong> <strong>Rimini</strong>?<br />

Le motivazioni che ci hanno spinto a partecipare al concorso <strong>sono</strong> state almeno due. La<br />

prima, <strong>di</strong> tipo educativo e culturale, era legata ad una riflessione che ci eravamo poste<br />

<strong>di</strong> fare in classe con i nostri alunni sul razzismo e sulla mancanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> una grossa<br />

parte della popolazione mon<strong>di</strong>ale, sui valori della democrazia e della libertà.<br />

Inoltre, già dall’anno precedente, la classe era coinvolta in un progetto <strong>di</strong>dattico<br />

sull’Europa, progetto educativo che attraverso una serie <strong>di</strong> viaggi, virtuali e non, <strong>nel</strong>la<br />

cultura europea favorisse l’acquisizione <strong>di</strong> conoscenze e il senso <strong>di</strong> partecipazione<br />

democratica e civile alla vita sociale e politica.<br />

I contenuti proposti dal concorso ci hanno suggerito allora l’idea <strong>di</strong> un viaggio <strong>nel</strong>la storia<br />

e <strong>nel</strong>la memoria: un viaggio interiore intorno alla Shoah ci permetteva <strong>di</strong> conoscere il<br />

nostro recente passato e soprattutto ci permetteva <strong>di</strong> riflettere sui pregiu<strong>di</strong>zi, sull’in<strong>di</strong>fferenza<br />

e sul silenzio che genera l’in<strong>di</strong>fferenza.<br />

La scelta del contenuto, la deportazione dei bambini e delle famiglie, era naturalmente<br />

legata all’età dei nostri allievi, dei preadolescenti che incontravano, nei documenti e <strong>nel</strong>le<br />

testimonianze, dei coetanei, e ciò poteva rappresentare un forte stimolo emotivo.<br />

Ma la partecipazione al concorso aveva anche una motivazione <strong>di</strong> tipo metodologico.<br />

Spesso i nostri allievi non sanno rispettare i tempi <strong>di</strong> lavoro, <strong>sono</strong> approssimativi, perdono<br />

facilmente <strong>di</strong> vista le motivazioni dei propri impegni, con il risultato che sopraggiunge<br />

così la noia che è la peggior nemica <strong>di</strong> qualsiasi attività <strong>di</strong>dattica. L’idea del concorso<br />

invece era uno stimolo importante per rispettare tempi <strong>di</strong> lavoro precisi e per cercare<br />

le soluzioni più idonee alle nostre necessità e alla nostra attività.<br />

Come valuta l’esperienza compiuta dalla sua classe, in riferimento all’interesse,<br />

alla partecipazione e ai risultati formativi conseguiti dai suoi allievi e allieve?<br />

L’esperienza è stata molto positiva perché i ragazzi, man mano che procedeva il lavoro,<br />

si <strong>sono</strong> interessati sempre più e si <strong>sono</strong> sentiti responsabili del risultato; la metodologia<br />

della ricerca, l’approccio inter<strong>di</strong>sciplinare, il “fare” hanno mantenuto un livello <strong>di</strong> attenzione<br />

più adeguato.<br />

Certamente la partecipazione non è stata la stessa da parte <strong>di</strong> tutti, così come il coinvolgimento<br />

e l’acquisizione delle conoscenze; tuttavia è stato raggiunto un grosso obiettivo,<br />

quello <strong>di</strong> far sentire tutti gli allievi partecipi e, come ho detto, responsabili del prodotto<br />

della loro attività <strong>di</strong>dattica.<br />

Anche il viaggio a Praga ha significato per loro con<strong>di</strong>videre un’esperienza comune <strong>di</strong><br />

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