Paludi di Arsago - Delizie del Ticino - Parco del Ticino
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Favorevole<br />
(verde)<br />
FV<br />
Acrocephalus palustris -Cannaiola verdognola<br />
Piano <strong>di</strong> Gestione SIC “<strong>Palu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Arsago</strong>”<br />
HABITAT E BIOLOGIA<br />
La cannaiola verdognola è un silvide <strong>di</strong> palude che frequenta la vegetazione <strong>di</strong> suoli umi<strong>di</strong> o perio<strong>di</strong>camente<br />
allagati, quali canneti e cariceti, ma anche formazioni riparali a salicacee con fitto sottobosco e folti erbai<br />
lungo canali e corsi d’acqua minori. Occupa inoltre alcune aree più secche nelle zone agricole estensive,<br />
lungo siepi e arbusti con alberi isolati.<br />
Distribuzione e fenologia<br />
La cannaiola verdognola è <strong>di</strong>ffusa nella fascia temperata <strong>del</strong> Paleartico occidentale, dove frequenta<br />
prevalentemente le fasce planiziali. È specie monotipica e frequenta l’areale <strong>di</strong> ni<strong>di</strong>ficazione per brevi perio<strong>di</strong>,<br />
poiché percorre la più lunga rotta migratoria, rispetto ai suoi congeneri, fino alle regioni <strong>del</strong>l’Africa<br />
meri<strong>di</strong>onale: giunge in Europa nella seconda metà <strong>di</strong> maggio e gli adulti ripartono in agosto, seguiti dopo<br />
circa due settimane dai giovani. L’areale europeo si estende a ovest fino all’Italia settentrionale, al confine<br />
orientale francese e localmente alle coste inglesi <strong>del</strong>la Manica. Il limite settentrionale è costituito dal 65°<br />
parallelo nord, nella penisola scan<strong>di</strong>nava, dove le densità si riducono gradualmente. In Italia, come nelle<br />
altre regioni meri<strong>di</strong>onali <strong>del</strong>l’areale, la <strong>di</strong>stribuzione è frammentata o localizzata ed è essenzialmente<br />
confinata nella Pianura Padana e nelle principali valli alpine. La popolazione lombarda rappresenta perciò una<br />
porzione consistente <strong>di</strong> quella nazionale, è <strong>di</strong>stribuita in modo omogeneo in pianura, lungo le aste fluviali,<br />
nell’alto Mantovano e in Lomellina ed è gradualmente più rarefatta verso la fascia pedemontana e i rilievi,<br />
nella Provincia <strong>di</strong> Varese, nell’alta pianura briantea, nell’alto Lario e nella bassa e me<strong>di</strong>a Valtellina, fino a 580<br />
m <strong>di</strong> quota.<br />
CONSISTENZA E TENDENZA DELLA POPOLAZIONE<br />
La popolazione europea è stimata in 3,2-6,8 milioni <strong>di</strong> coppie ni<strong>di</strong>ficanti, con un andamento generale stabile.<br />
In Italia ni<strong>di</strong>ficano 10.000-30.000 coppie, <strong>di</strong> cui 2000-3000 in Lombar<strong>di</strong>a. In alcuni settori è stato registrato<br />
un aumento dovuto alla comparsa <strong>di</strong> habitat ripariali e <strong>di</strong> transizione idonei, in seguito all’interramento <strong>del</strong>le<br />
zone umide golenali, mentre in altri si è verificata una <strong>di</strong>minuzione legata alle opere <strong>di</strong> bonifica <strong>del</strong>la<br />
vegetazione. Anche a scala nazionale e regionale, comunque, l’andamento <strong>del</strong>la popolazione dovrebbe<br />
essere sostanzialmente stabile. La specie risulta presente nel Sito come migratore regolare e ni<strong>di</strong>ficante.<br />
CONSERVAZIONE, FATTORI DI IMPATTO E AZIONI GESTIONALI<br />
La specie è considerata sicura a scala europea, tuttavia l’importanza <strong>del</strong>la popolazione lombarda, rispetto a<br />
quella italiana, e la <strong>di</strong>minuzione dovuta alla frammentazione degli habitat idonei ne determinano il valore<br />
conservazionistico. Sono perciò necessari interventi <strong>di</strong> rinaturalizzazione degli argini <strong>di</strong> fiumi, canali e corsi<br />
d’acqua, finalizzati alla conservazione dei canneti, <strong>del</strong>le palu<strong>di</strong> e dei boschi riparali. Sarebbero inoltre<br />
opportuni la salvaguar<strong>di</strong>a <strong>del</strong>le zone umide e l’impianto <strong>di</strong> vegetazione arbustiva nelle aree agricole, volti a<br />
conservare e incrementare gli habitat idonei in ambienti già parzialmente colonizzati (pianura centrale).<br />
STATO DI CONSERVAZIONE<br />
Non favorevole<br />
Inadeguato<br />
(giallo)<br />
U1<br />
Acrocephalus scirpaceus – Cannaiola comune<br />
DISTRIBUZIONE ECOLOGICA<br />
La cannaiola ni<strong>di</strong>fica in fragmiteti omogenei, anche <strong>di</strong> estensione ridotta, frammisti a vegetazione igrofila<br />
tipica degli ambienti ripariali e <strong>del</strong>le zone umide. Frequenta principalmente le porzioni <strong>di</strong> canneto più umide e<br />
perio<strong>di</strong>camente allagate, mentre <strong>di</strong>venta scarsa nelle zone interrate, dove predomina il magnocariceto. In<br />
alcuni siti adotta una strategia semi-coloniale. In Lombar<strong>di</strong>a è presente in pianura e nella fascia<br />
pedemontana fino a circa 400 m <strong>di</strong> quota (Orioli, 2008m).<br />
BIOLOGIA<br />
La specie costruisce il nido tra la vegetazione acquatica o in bassi cespugli; il nido a coppa è formato da<br />
foglie morte, ra<strong>di</strong>ci, erbe. Le femmine in maggio depongono in genere 3-5 uova, che vengono incubate per<br />
circa 9-12 giorni. L’involo avviene dopo 10-12 giorni (Snow & Perrins, 1998b).<br />
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