Paludi di Arsago - Delizie del Ticino - Parco del Ticino
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Piano <strong>di</strong> Gestione SIC “<strong>Palu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Arsago</strong>”<br />
lombarde. Per quanto riguarda l’area in esame, la presenza <strong>del</strong> pelobate è stata riscontrata durante la<br />
stagione riproduttiva <strong>del</strong> 2009, con il ritrovamento <strong>di</strong> un unico in<strong>di</strong>viduo ed il rilevamento <strong>di</strong> alcuni in<strong>di</strong>vidui al<br />
canto tramite idrofono, mentre la specie non è stata riscontrata nel 2010. Negli ultimi anni, inoltre,<br />
con<strong>di</strong>zioni meteorologiche estreme (estati particolarmente calde e secche o inizio <strong>del</strong>la stagione riproduttiva<br />
primaverile seguito da un improvviso calo <strong>del</strong>le temperature, talvolta con precipitazioni nevose), hanno<br />
probabilmente avuto un effetto sulla consistenza <strong>del</strong>le popolazioni (Scali, com. pers.), che sembrano essere<br />
in calo.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE<br />
Lo stato <strong>di</strong> conservazione <strong>del</strong> pelobate fosco insubrico all’interno <strong>del</strong> Sito è stato definito grazie soprattutto<br />
all’effettuazione <strong>di</strong> rilievi <strong>di</strong>retti negli ultimi due anni e alla raccolta <strong>di</strong> segnalazioni pregresse, dato che la<br />
popolazione <strong>di</strong> <strong>Arsago</strong> viene monitorata da circa 15 anni (Gentilli et al., 1996. Il giu<strong>di</strong>zio complessivo è<br />
riportato nel riquadro sottostante.<br />
Non favorevole - Cattivo<br />
(rosso)<br />
U2<br />
Triturus carnifex - Tritone crestato italiano<br />
DISTRIBUZIONE ECOLOGICA<br />
Il tritone crestato italiano è una specie che frequenta acque ferme o a debole corrente caratterizzate da<br />
un’abbondante presenza <strong>di</strong> vegetazione acquatica, dove può trovare facilmente rifugio. La specie presenta<br />
una notevole plasticità ambientale ed è presente in zone aperte e in ambienti boschivi, prevalentemente <strong>di</strong><br />
latifoglie, ricchi <strong>di</strong> sottobosco (Manenti & Ancona, 2004). Il periodo invernale viene invece trascorso sulla<br />
terraferma, sotto pietre o all’interno <strong>di</strong> tronchi cavi.<br />
La specie si nutre prevalentemente da piccoli crostacei, vermi, sanguisughe e lumache, oltre a uova e larve<br />
<strong>di</strong> altre specie <strong>di</strong> anfibi.<br />
Il periodo <strong>di</strong> attività incomincia verso febbraio-marzo, quando la specie abbandona i rifugi invernali per<br />
spostarsi verso le pozze <strong>di</strong> riproduzione. I maschi si spostano più precocemente, e formano piccoli<br />
assembramenti per intercettare le femmine. Queste ultime, nell’arco <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse settimane, possono deporre<br />
dalle 200 alle 400 uova, ancorandole singolarmente alla vegetazione sommersa. Verso la metà-fine<br />
<strong>del</strong>l’estate gli in<strong>di</strong>vidui abbandonano l’ambiente acquatico per tornare sulla terraferma.<br />
MINACCE PRINCIPALI E TREND NEL SITO<br />
Le principali minacce per la conservazione <strong>del</strong> tritone crestato italiano sono legate alla scomparsa dei biotopi<br />
adatti, come conseguenza <strong>del</strong>la <strong>di</strong>struzione e <strong>del</strong> rimaneggiamento dei corpi idrici, a cui si aggiungono anche<br />
l’asportazione <strong>del</strong>la cortina vegetale, variazioni <strong>del</strong> livello d’acqua troppo repentine e un emungimento<br />
eccessivo, nonché l’inquinamento, l’introduzione <strong>di</strong> predatori alloctoni, la cattura, l’uccisione e il <strong>di</strong>sturbo<br />
<strong>di</strong>retto (Barbieri & Gentilli 2002; Andreone & Marconi, 2006).<br />
Per quanto riguarda il SIC <strong>Palu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Arsago</strong>, la specie non sembra avere particolari problemi <strong>di</strong><br />
conservazione, tuttavia è opportuno che gli interventi gestionali e <strong>di</strong> manutenzione <strong>del</strong>le aree forestali, che<br />
costituiscono il principale habitat <strong>di</strong> foraggiamento e al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong>la stagione riproduttiva vengano intrapresi<br />
secondo criteri che abbiano il minimo impatto sugli animali e che arrechino il minor <strong>di</strong>sturbo, evitando <strong>di</strong><br />
operare proprio in quel periodo.<br />
STATO DI CONSERVAZIONE<br />
Favorevole<br />
(verde)<br />
FV<br />
5.3.3 Invertebrati<br />
Cerambyx cerdo - Cerambice <strong>del</strong>le querce<br />
HABITAT E BIOLOGIA<br />
Questa specie vive prevalentemente nei boschi <strong>di</strong> querce <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni e occasionalmente visita altre<br />
latifoglie, quali noce, frassino, olmo, salice. Si rinviene per lo più in pianura e in collina fino a 700-800 m <strong>di</strong><br />
altitu<strong>di</strong>ne. Le larve vivono a spese <strong>del</strong> legno <strong>di</strong> alberi <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni, preferibilmente Quercus spp. e<br />
più raramente Juglans, Ulmus, Salix, Castanea, Fagus, Betula, per lo più deperienti o indeboliti per varie<br />
cause. Gli adulti sfarfallano verso la fine <strong>di</strong> giugno e nel mese <strong>di</strong> luglio, producendo grossi fori nel legno. Essi<br />
si osservano deambulanti su rami e tronchi <strong>del</strong>le piante che li hanno ospitati sia durante il giorno sia nelle<br />
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