Paludi di Arsago - Delizie del Ticino - Parco del Ticino
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Piano <strong>di</strong> Gestione SIC “<strong>Palu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Arsago</strong>”<br />
• Solidago gigantea: caratterizzata da una rapida <strong>di</strong>ffusione vegetativa grazie a rizomi, è in grado <strong>di</strong><br />
formare in pochi anni estesi popolamenti monospecifici in ambienti aperti, sia prati abbandonati sia<br />
aree umide.<br />
Tra le specie faunistiche esotiche presenti nel Sito, merita una nota <strong>di</strong> attenzione la presenza <strong>di</strong> una<br />
popolazione ormai stabile <strong>di</strong> Paradoxornis webbianus, Panuro <strong>di</strong> Web, un passeriforme <strong>di</strong> origine asiatica<br />
introdotto in provincia <strong>di</strong> Varese nel 1995 ed ora stabilmente presente con popolazioni in grado <strong>di</strong><br />
autosostenersi nella porzione meri<strong>di</strong>onale <strong>del</strong> Lago <strong>di</strong> Varese e nella Palude Brabbia. La popolazione presente<br />
nel sito in questione, gravitante nell’area <strong>del</strong>la Valle Bagnoli, sembra al momento isolata, <strong>di</strong>stante circa 13<br />
km dal sito <strong>di</strong> rilascio. La specie sembra strettamente legata alle aree umide e agli incolti erbacei presenti<br />
negli intorni <strong>di</strong> aree igrofile e, al momento attuale, le capacità <strong>di</strong> spostamento <strong>del</strong>la specie sembrano limitate<br />
alla presenza <strong>di</strong> corridoi caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong> habitat omogeneo (aree umide). Uno stu<strong>di</strong>o<br />
recentemente realizzato, finalizzato ad approfon<strong>di</strong>re le conoscenze sulle caratteristiche eco-etologiche <strong>del</strong>la<br />
specie e a valutare i potenziali fattori <strong>di</strong> rischio derivanti dalla competizione con specie autoctone, non ha<br />
<strong>di</strong>mostrato l’esistenza <strong>di</strong> una vera e propria competizione, nonostante sia stata evidenziata una ampia<br />
sovrapposizione <strong>di</strong> nicchia trofica con <strong>di</strong>verse altre specie. La specie dove presente si è ben adattata e ha<br />
<strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> essere in grado <strong>di</strong> espandere la popolazione piuttosto velocemente (in Palude Brabbia, dove è<br />
presente il nucleo principale <strong>del</strong> territorio provinciale, ha rappresentato la quinta specie maggiormente<br />
catturata nella stazione <strong>di</strong> inanellamento, nel periodo 2003-2007). Il principio <strong>di</strong> precauzione, caldamente<br />
consigliato nei confronti <strong>del</strong>le specie alloctone, porta a valutare l’opportunità <strong>di</strong> realizzare nel sito in oggetto<br />
interventi <strong>di</strong> gestione finalizzati a limitare la possibilità che la specie possa raggiungere l’asta principale <strong>del</strong><br />
<strong>Ticino</strong>.<br />
Nel SIC si segnala, tra le specie alloctone <strong>di</strong> vertebrati, la presenza <strong>di</strong> Silvilago o Minilepre (Sylvilagus<br />
floridanus), ro<strong>di</strong>tore che appartiene alla famiglia dei Lepori<strong>di</strong> originario <strong>del</strong>la parte meri<strong>di</strong>onale <strong>del</strong> Nord<br />
America. È stata introdotta per la prima volta in Italia, a fini venatori, in Piemonte nel 1966 e la facilità con<br />
cui le popolazioni introdotte hanno raggiunto densità a volte molto elevate ha favorito un’ulteriore <strong>di</strong>ffusione<br />
<strong>del</strong> Silvilago in altre zone d’Italia, con il fine <strong>di</strong> ottenere un “surrogato” <strong>di</strong> specie cacciabili classiche come la<br />
lepre che invece è in progressiva <strong>di</strong>minuzione. La specie, rilasciata in Lombar<strong>di</strong>a a partire dalla fine degli anni<br />
’70, sfrutta le zone ripariali <strong>di</strong> fiumi e <strong>di</strong> altre zone umide, in cui trova abbondanza <strong>di</strong> ripari e nascon<strong>di</strong>gli<br />
nella vegetazione erbacea e arbustiva. La presenza <strong>del</strong> silvilago nelle zone dove sono presenti anche la lepre<br />
comune e il coniglio selvatico potrebbe generare problemi <strong>di</strong> competizione tra le specie, anche se non sono<br />
noti risultati <strong>di</strong> ricerche inerenti tale argomento. In con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> densità elevate la specie può tuttavia<br />
arrecare danni alle coltivazioni.<br />
Per quanto riguarda la presenza <strong>del</strong>la testuggine alloctona Trachemys scripta, essa non sembra, al<br />
momento, costituire una minaccia per le componenti locali <strong>del</strong>la bio<strong>di</strong>versità, in quanto la sua presenza è per<br />
ora fortunatamente limitata a pochi in<strong>di</strong>vidui. La specie è in grado <strong>di</strong> sopravvivere anche con con<strong>di</strong>zioni<br />
climatiche avverse e sfruttando svariate risorse alimentari - si tratta <strong>di</strong> una specie onnivora e opportunista -<br />
tuttavia il successo riproduttivo in Nord Italia sembra essere scarso o nullo, pregiu<strong>di</strong>cando la possibilità <strong>di</strong><br />
affermazione e <strong>di</strong> espansione numerica (Ferri & Soccini, 2003; Macchi, 2008).<br />
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