Paludi di Arsago - Delizie del Ticino - Parco del Ticino
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Piano <strong>di</strong> Gestione SIC “<strong>Palu<strong>di</strong></strong> <strong>di</strong> <strong>Arsago</strong>”<br />
Quadro 67 - Proprietà <strong>del</strong> Comune <strong>di</strong> <strong>Arsago</strong> Seprio che ricadono nel territorio <strong>del</strong> SIC.<br />
4.3.7 Gestione Venatoria<br />
L’attività venatoria è regolamentata a livello nazionale dalla Legge n. 157 <strong>del</strong>l’11 febbraio 1992 “Norme per<br />
la protezione <strong>del</strong>la fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, e a livello regionale dalla LR n. 26<br />
<strong>del</strong> 16 agosto 1993 “Norme per la protezione <strong>del</strong>la fauna selvatica e per la tutela <strong>del</strong>l’equilibrio ambientale e<br />
<strong>di</strong>sciplina <strong>del</strong>l’attività venatoria”.<br />
La Legge regionale prevede all’art. 14 che le province pre<strong>di</strong>spongano dei piani faunistico venatori.<br />
Attualmente in provincia è in vigore il “Piano Faunistico Venatorio 2003-2008” (Provincia <strong>di</strong> Varese, 2003),<br />
sottoposto a valutazione <strong>di</strong> incidenza nel 2006. Entro la fine <strong>del</strong> 2011 sarà redatto un nuovo Piano Faunistico<br />
Venatorio. Ogni anno la Provincia <strong>di</strong> Varese approva con propria <strong>del</strong>iberazione il Calendario Integrativo<br />
provinciale che riporta alcune <strong>di</strong>sposizioni in materia.<br />
L’area che interessa la porzione <strong>del</strong> Sito Natura 2000 in oggetto rientra all’interno <strong>del</strong>l’Ambito Territoriale <strong>di</strong><br />
Caccia N. 2.<br />
L'art. 13, comma 5, <strong>del</strong>la LR 26/93, prevede che il territorio agro-silvo-pastorale <strong>di</strong> ogni provincia sia<br />
destinato nella percentuale massima <strong>del</strong> 15% ad ambiti privati. Le Aziende faunistico-venatorie dovrebbero<br />
mirare a favorire l'inse<strong>di</strong>amento sul territorio, la riproduzione naturale e l'incremento <strong>del</strong>le popolazioni<br />
selvatiche che in questi ambienti trovano l’habitat adatto. Questi obiettivi possono essere perseguiti<br />
principalmente attraverso la seguente serie <strong>di</strong> interventi <strong>di</strong> ripristino e miglioramento ambientale:<br />
- incrementare la <strong>di</strong>versificazione ambientale, attraverso sia l'aumento degli incolti e <strong>del</strong>le colture a<br />
perdere per la selvaggina, sia l'inserimento, nell'ambito <strong>del</strong>le or<strong>di</strong>narie rotazioni colturali, <strong>di</strong> piante<br />
coltivate particolarmente adatte;<br />
- favorire mo<strong>del</strong>li <strong>di</strong> gestione faunistica dei complessi forestali e vallivi compatibili con le situazioni<br />
ambientali locali;<br />
- attuare un'agricoltura <strong>di</strong> tipo non intensivo;<br />
- realizzare strutture artificiali <strong>di</strong> ricovero e alimentazione per la selvaggina.<br />
AI fine <strong>di</strong> favorire l'inse<strong>di</strong>amento e l'incremento numerico <strong>di</strong> popolazioni naturali <strong>di</strong> fauna selvatica, si può<br />
ricorrere anche a modalità <strong>di</strong> prelievo programmato sulla base <strong>del</strong>le consistenze accertate. Relativamente al<br />
ricorso <strong>di</strong> eventuali iniziative <strong>di</strong> immissione artificiale finalizzate al ripopolamento, esse dovrebbero essere<br />
in<strong>di</strong>rizzate esclusivamente al miglioramento <strong>di</strong> situazioni faunistiche molto degradate; tali attività devono,<br />
quin<strong>di</strong>, essere occasionali e limitate al periodo <strong>di</strong> tempo necessario alla ricostituzione <strong>di</strong> popolazioni stabili<br />
che si autosostengano.<br />
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