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carlo cracco regole, rigore, rispetto - ReedGourmet

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eDItorIALe<br />

allan bay<br />

allan.bay@reedbusiness.it<br />

COMPRIMERE I COSTI?<br />

FORSE È POSSIBILE<br />

Quando c’è crisi bisogna tagliare i costi: questo dicono, e giustamente, tutti i testi<br />

di economia. Ve bene, ma quali costi? ovviamente parliamo ai nostri lettori, che<br />

presidiano un particolare segmento della ristorazione: quello medio alto.<br />

I costi fissi sono, come si evince dal nome, incomprimibili: si possono, con un po’<br />

di abilità e tanta fortuna, abbassare un poco, ma il conto economico non cambia<br />

più di tanto.<br />

Per il personale si fa quel che si può. Però, come tutti sanno, le tecniche nuove<br />

abbattono i costi della cucina: in tutti i settori possibili e immaginabili i costi fissi<br />

in macchinari sono economicamente più convenienti del costo lavoro, questo è<br />

un postulato della scienza economica, nella cucina è vero più che mai – poi la<br />

qualità del piatto a parità di materia prima è molto spesso migliore, ma questo è<br />

un altro discorso. Ma io di macchine nuove ne vedo ben poche nelle cucine… Se<br />

non ora, quando?<br />

L’altro costo sul quale si può intervenire sono le materie prime. Qui iniziano i<br />

problemi. Quelle buone costano tantissimo e il trend è una continua, irrefrenabile<br />

crescita. Ciò detto, io sono molto, moltissimo convinto che abbassare il costo e<br />

quindi la qualità delle materie prime non vada assolutamente fatto: se si segue<br />

questa strada si declassa immediatamente il ristorante. D’accordo, non tutti i<br />

clienti se ne renderebbero conto, ma molti sì e quindi il rischio di questa scelta<br />

è troppo elevato: il mio non è un giudizio moralistico, è che sono convinto che<br />

questa sia una scelta economicamente troppo pericolosa.<br />

e allora che fare? ragioniamo su questa mia idea: proporre solo menù degustazione,<br />

non uno ma un paio, magari con qualche variante nei piatti forti tipo carne<br />

o pesce. In molti Paesi stranieri è la norma per la buona ristorazione, in Italia no,<br />

perché, si dice, che i clienti non apprezzino. Sarà, ma in questo modo si preserva<br />

la qualità e si contengono i costi, dati gli acquisti mirati. non è poco, anzi.<br />

Quindi menù degustazione e macchine nuove. Quali le alternative?<br />

gennAIo 2013 / grAnDeCuCInA / 5

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