Nota dell'Autore Il testo che segue è aggiornato al ... - goldenjackal.eu
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L. Lapini, 2009-2010. Lo sciac<strong>al</strong>lo dorato Canis aur<strong>eu</strong>s moreoticus … nell’It<strong>al</strong>ia nord-orient<strong>al</strong>e (Carnivora: Canidae)<br />
indiretti <strong>che</strong> sembrano indicare una presenza stabile in tutti gli anni '90,<br />
accompagnata da riproduzioni (LAPINI, 2003).<br />
L’espansione della specie in It<strong>al</strong>ia sembra aver subito una nuova impennata<br />
soltanto recentemente, con nuovi dati riferiti <strong>al</strong> Veneto e <strong>al</strong>l’Alto Adige e nuove<br />
riproduzioni accertate in Friuli Venezia Giulia (LAPINI et <strong>al</strong>., 2009).<br />
Nel complesso la diffusione di Canis aur<strong>eu</strong>s in It<strong>al</strong>ia sembra essere ancora<br />
sottostimata, ormai copre buona parte del Friuli-Venezia Giulia, Veneto e parte<br />
dell’Alto Adige (LAPINI et <strong>al</strong>., 2009; AUCKENTHALER et <strong>al</strong>., 2009) ma pare ancora<br />
orientata verso una grande frammentazione delle popolazioni. <strong>Il</strong> discreto numero<br />
di coppie, gruppi riproduttivi, cuccioli, giovani subadulti, femmine catturate o<br />
(certamente) avvistate in Friuli-Venezia Giulia, in Veneto e in Alto Adige porta<br />
comunque a concludere <strong>che</strong> la specie sia ormai insediata nel nostro paese con<br />
diversi capos<strong>al</strong>di riproduttivi <strong>che</strong> ne possono garantire la sopravvivenza sul<br />
medio-lungo termine.<br />
L'attu<strong>al</strong>e tendenza <strong>al</strong>l'espansione are<strong>al</strong>e dello sciac<strong>al</strong>lo dorato nell'Europa<br />
sud orient<strong>al</strong>e e centr<strong>al</strong>e, tuttavia, <strong>è</strong> un fenomeno così rapido e gener<strong>al</strong>izzato <strong>che</strong><br />
non trova facili spiegazioni.<br />
Per quanto sia possibile <strong>che</strong> particolari situazioni gestion<strong>al</strong>i abbiano<br />
loc<strong>al</strong>mente influito su singole popolazioni, <strong>è</strong> difficile sostenere <strong>che</strong> un fenomeno<br />
di così vasta portata non sia condizionato da fattori comuni. Come già notato da<br />
KRYŠTUFEK & TVRTKOVIC' (1990 b), <strong>è</strong> verosimile <strong>che</strong> il più importante di questi<br />
sia la contrazione delle popolazioni b<strong>al</strong>cani<strong>che</strong> di lupo, particolarmente spinta<br />
proprio negli ultimi 50-70 anni.<br />
Nella seconda metà dell' 800 una situazione molto simile si <strong>è</strong> verificata negli<br />
Stati Uniti, dove a una drastica riduzione dei contingenti popolazion<strong>al</strong>i dei lupi<br />
Canis lupus e Canis rufus <strong>è</strong> seguita una massiccia espansione verso Nord<br />
dell'are<strong>al</strong>e del coyote Canis latrans (GIER, 1975), <strong>che</strong> ha da tempo raggiunto il<br />
Canada.<br />
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