Nota dell'Autore Il testo che segue è aggiornato al ... - goldenjackal.eu
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L. Lapini, 2009-2010. Lo sciac<strong>al</strong>lo dorato Canis aur<strong>eu</strong>s moreoticus … nell’It<strong>al</strong>ia nord-orient<strong>al</strong>e (Carnivora: Canidae)<br />
NOWAK, 1979), portando quest'ultimo sull'orlo di un'estinzione evitata soltanto<br />
d<strong>al</strong>l'<strong>al</strong>levamento in cattività e d<strong>al</strong>la sua recente (1988) reintroduzione nel North-<br />
Carolina (GINSBERG & MACDONALD, 1990).<br />
PALEONTOLOGIA<br />
Molto <strong>è</strong> stato scritto sulla presenza di Canis aur<strong>eu</strong>s nei giacimenti fossili<br />
it<strong>al</strong>iani, ipotizzando <strong>che</strong> <strong>al</strong>cuni resti fossili rinvenuti in Puglia potessero essere<br />
riferiti a questo canide (cfr. per tutti SPAGNESI & DE MARINIS, 2002). Questi resti<br />
furono rinvenuti in strati loc<strong>al</strong>izzati sotto lo stadio isotopico MIS 5 nella Cava<br />
Romanelli (Puglia) e devono perciò essere attribuiti <strong>al</strong>la fine del Pleistocene<br />
Medio. Una loro recente revisione speci<strong>al</strong>istica indica chiaramente <strong>che</strong> essi<br />
devono essere attribuiti a Canis moschba<strong>che</strong>nsis, un canide arcaico di piccola<br />
taglia affine <strong>al</strong> lupo (T. Kotsakis, in litteris). An<strong>che</strong> i discussi resti di probabile<br />
sciac<strong>al</strong>lo del Mindel di Venosa (CALOI & PALOMBO, 1979) sembrano in re<strong>al</strong>tà<br />
appartenere ad una forma arcaica piuttosto diversa d<strong>al</strong>l'attu<strong>al</strong>e, probabilmente più<br />
affine <strong>al</strong> lupo. Canis aur<strong>eu</strong>s <strong>è</strong> quindi un invasore recente della Penisola It<strong>al</strong>iana,<br />
confermando <strong>che</strong> esso dev'essere più in gener<strong>al</strong>e considerato un “post-pleistocenic<br />
invader” dell'Europa meridion<strong>al</strong>e, come già postulato da KRYŠTUFEK &<br />
TVRTKOVIC' (1990 a). <strong>Il</strong> suo arrivo nella Penisola B<strong>al</strong>canica sembra comunque<br />
essere piuttosto antico e dev'essere avvenuto <strong>al</strong>la fine delle glaciazioni<br />
pleistoceni<strong>che</strong> attraverso un ponte di terre emerse sullo stretto del Bosforo<br />
(HOSEY, 1982). DEMETER & SPASSOV (1993), per<strong>al</strong>tro, hanno osservato <strong>che</strong> la<br />
specie nuota molto bene e potrebbe facilmente aver superato lo stretto del Bosforo<br />
an<strong>che</strong> in epo<strong>che</strong> diverse. In base ad <strong>al</strong>cuni reperti sub-fossili rinvenuti in <strong>al</strong>cune<br />
cavità insulari croate, comunque, sembrerebbe <strong>che</strong> Canis aur<strong>eu</strong>s abbia raggiunto<br />
le coste d<strong>al</strong>mate <strong>al</strong>la fine del Pleistocene o nel primo Olocene (MALEZ, 1984;<br />
MALEZ, 1986). In Europa, Caucaso e Transcaucasia la specie dev'essere giunta<br />
recentemente, visto <strong>che</strong> non sono rimasti testimoni fossili della sua trascorsa<br />
presenza in queste regioni (SPASSOV, 1989; DEMETER & SPASSOV, 1993), mentre<br />
nei giacimenti di queste aree sono ben diffusi i resti di <strong>al</strong>tri Canidae arcaici. Canis<br />
kuruksaensis e C. arnensis, rispettivamente del Villafranchiano tadschikistano e<br />
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