Scarica PDF - Turismo Itinerante
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SARDEGNA<br />
te, eretto sulla collina di Muru Mannu<br />
utilizzando la preesistente cinta muraria<br />
delle capanne del villaggio nuragico<br />
abbandonato. Tra il VI e il III sec. a.C.<br />
Tharros raggiunse un grado elevato di<br />
sviluppo urbano e influenza politica. Il<br />
monumento più significativo giunto a<br />
noi è il tempio delle semicolonne doriche<br />
intagliato nella roccia, oltre ai resti<br />
della cinta muraria, del tempio tetrastilo<br />
a picco sul mare e di due edifici termali<br />
romani in uno dei quali venne<br />
impiantato un fonte battesimale paleocristiano.<br />
Lungo gli assi viari del cardo e<br />
del decumano si possono notare le tracce<br />
delle botteghe e delle case dotate di<br />
cisterne. Esposta a continue incursioni<br />
piratesche, attorno al Mille la città<br />
venne definitivamente abbandonata.<br />
La piana di Terralba occupa la fascia<br />
meridionale del golfo di Oristano che si<br />
chiude con il promontorio roccioso di<br />
Capo di Frasca nella vasta pianura del<br />
Campidano, fertilissima e coltivata a<br />
grano e vite già dai fenici e poi dai<br />
romani. La zanzara anofele importata<br />
dai colonizzatori provocò la diffusione<br />
della malaria che flagellò il territorio per<br />
due millenni; dopo la bonifica avviata in<br />
età giolittiana e completata durante il<br />
regime fascista, ritornò a essere una<br />
zona salubre e fertile. Per gli immigrati<br />
veneti che la popolarono venne edificato<br />
il Villaggio Mussolini, chiamato poi<br />
Mussolinia di Sardegna, fino all’attuale<br />
denominazione di Arborea assunta nel<br />
1944. La malaria fu debellata soltanto<br />
nel dopoguerra con l’uso del DDT, oggi<br />
riconosciuto cancerogeno. La piccola<br />
penisola di Santadi è costeggiata dagli<br />
stagni di San Giovanni e di Marceddi<br />
intorno a cui è sorto un villaggio di<br />
pescatori che sfruttano la pescosità<br />
delle acque. Le vicine spiagge sono<br />
orlate di dune di sabbia, circondate da<br />
nere rocce laviche o da candide scogliere.<br />
Attraversiamo la montuosa Barbagia,<br />
verde di foreste sempreverdi di leccio,<br />
sughera e roverella e colorata di giallo<br />
esplosivo nelle vaste distese di gariga<br />
attecchita sulle rocce granitiche, ricca di<br />
endemismi dovuti all’isolamento geografico<br />
dell’isola. Gli abitanti della<br />
regione, progenie di popolazioni prenuragiche,<br />
vennero definiti “civitates barbariae”<br />
dai romani poiché si opponevano<br />
alla colonizzazione e rimasero idolatri<br />
e pagani fino alla fine del VI sec allorché<br />
papa Gregorio Magno affidò l’isola<br />
ai benedettini che edificarono piccoli<br />
monasteri e gestirono i fondi agricoli.<br />
Nella regione dell’Ogliastra, sul promontorio<br />
di Capo Bellavista vicino ad<br />
Arbatax, 40 ettari sono occupati dal<br />
parco naturalistico e faunistico che, tra<br />
olivastri, lentisco e mirto, ospita mufloni,<br />
cinghiali, cavallini della giara, daini,<br />
asini, pecore e mucche sarde e volatili<br />
che trovano un sicuro rifugio in questo<br />
ecosistema protetto. Intorno colate di<br />
roccia granitica e porfido morbidamente<br />
sagomata si arrestano su calette di<br />
scogli o sabbia in uno scenario di bellezza<br />
incommensurabile. Sulla vetta sorgono<br />
un faro che ha sostituito una torre<br />
OntheRoad<br />
spagnola, e una stazione meteorologica.<br />
Risalendo verso Dorgali, superata la galleria<br />
sulla SS 125 appare il borgo marino<br />
di Cala Gonone, affacciato sulla<br />
costa selvaggia che ospita la famosa<br />
grotta del bue marino dove trovava rifugio<br />
la foca monaca ora estinta, nel<br />
Parco nazionale del golfo di Orosei e del<br />
Gennargentu ornato di un mare smeraldo<br />
e foreste fitte, priva di insediamenti<br />
umani, con calette raggiungibili via<br />
mare o tramite sentieri. Accanto ai crepacci<br />
e alle doline della valle di Lanaitto,<br />
spettacolare ambiente naturale ancora<br />
intatto con ricca presenza di endemismi,<br />
si erge l’imponente rupe calcarea<br />
del monte Tiscali sulla cui sommità collassata<br />
è incassato un piccolo e segreto<br />
villaggio nuragico. La località fu abitata<br />
anche in epoca romana e bizantina e<br />
utilizzata come approdo nel Medioevo.<br />
Nelle vicinanze della grotta di “Sa<br />
Cresiedda” sono state rinvenute tracce<br />
della presenza di anacoreti dediti al<br />
culto di San Giovanni Battista, retaggio<br />
del culto pagano delle acque, essendo<br />
presente sul litorale di finissima sabbia<br />
rosa la risorgiva salmastra e sulfurea di<br />
“S’Abba Meica” che si riteneva possedesse<br />
virtù curative.<br />
L’itinerario si conclude con il ritorno a<br />
Golfo Aranci per affidarci nuovamente<br />
ai servizi e alla cortesia della compagnia<br />
di navigazione che ci consente di visitare<br />
la cabina di comando, portando negli<br />
occhi e nel cuore immagini di forte suggestione.<br />
Lungomare di Alghero<br />
TURISMO all’aria aperta 109