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Prologo La noia di Suzumiya Haruhi - Homepage

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“<strong>Suzumiya</strong>, questo è uno yakuman.” [combinazione che vale molto <strong>di</strong> più <strong>di</strong> uno yaku, <strong>di</strong>fficile da realizzare,<br />

ma meno <strong>di</strong> un Ron]<br />

Sospirai <strong>di</strong> nascosto.<br />

Forse era meglio vederne il lato positivo e godersi il <strong>di</strong>vertimento che la vacanza aveva portato. Stando così<br />

le cose, non sembrava possibile che un enorme mostro marino potesse apparire, o che degli in<strong>di</strong>geni<br />

sbucassero dalla foresta. In fondo era un‟isola solitaria molto <strong>di</strong>stante dalla terraferma, quin<strong>di</strong> non avrebbero<br />

potuto facilmente esserci strane cose che dovessero provenire da fuori. Decisi <strong>di</strong> pensarla così e <strong>di</strong><br />

rilassarmi.Tamaru e Yutaka, Arakawa e Mori erano tutte conoscenze <strong>di</strong> Koizumi e tutti sembravano essere<br />

normali. Eravamo ancora a corto <strong>di</strong> personaggi che potessero dare il via a qualche strano evento. Spero che<br />

tutto fili liscio.<br />

Pregai interiormente. Eppure gli dei sembrano proprio non ascoltare mai le mie preghiere.<br />

Acadde la mattina del terzo giorno.<br />

Passammo l‟intero secondo giorno giocando e mangiando e, dato che il tempo peggiorò al calar della sera,<br />

la medesima scena nella sala da pranzo si ripetè ancora una volta.<br />

Il terzo giorno, per alzarmi dovetti lottare con un tremendo mal <strong>di</strong> testa dovuto alla sbronza. Se Koizumi non<br />

ci avesse portato nelle nostre stanze, credo che starei ancora dormendo nella sala da pranzo con <strong>Haruhi</strong> ed<br />

Asahina.<br />

<strong>La</strong> mattina successiva, aprii le tende. <strong>La</strong> tempesta continuava.<br />

“Mi chiedo se domani riusciremo a tornare.”<br />

Sciacquai via la sonnolenza dalla mia faccia con dell‟acqua gelida, tentando faticosamente <strong>di</strong> camminare in<br />

linea retta. Scesi le scale con attenzione, non volendo inciampare e cadere giù. Lì riuniti nella sala da pranzo<br />

c‟erano <strong>Haruhi</strong> ed Asahina, con la stessa terribile faccia, e Koizumi e Nagato, con le loro espressioni abituali.<br />

I fratelli Tamaru non erano ancora scesi.<br />

Forse avevano raggiunto il loro limite dopo aver bevuto per due sere consecutive? Mi ricordo <strong>di</strong> <strong>Haruhi</strong> che<br />

versava vino nei loro bicchieri. <strong>Haruhi</strong> già era sconsiderata quando era sobria e con l‟alcool <strong>di</strong>ventava anche<br />

peggio: il solo pensare alle sue buffonate della notte scorsa peggiorava il mio mal <strong>di</strong> testa. Decisi che non<br />

avrei più costretto me stesso a bere senza tregua.<br />

“Non voglio mai più bere vino.” <strong>di</strong>sse <strong>Haruhi</strong> accigliata, come se avesse imparato la lezione: “Non so perché,<br />

ma i miei ricor<strong>di</strong> dopo cena sembrano essere svaniti. Non è un peccato?”<br />

Mi sentivo come se avessi sprecato un sacco <strong>di</strong> tempo.<br />

Argh, non voglio ubriacarmi <strong>di</strong> nuovo. Stasera sarà la “serata senz‟alcool”. Normalmente, si suppone che<br />

studenti del liceo non dovrebbero ubriacarsi. Dovrei complimentarmi con <strong>Haruhi</strong> per aver una volta tanto<br />

detto qualcosa <strong>di</strong> responsabile? Nonostante tutto l‟espressione sognante <strong>di</strong> Asahina da ubriaca è talmente<br />

seducente che devo ammettere che non mi farei troppi problemi a bere ancora così tanto.

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