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Prologo La noia di Suzumiya Haruhi - Homepage

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“Le ho rubate mentre non guardava nessuno. E‟ stato facile.”<br />

Era veramente una ladruncola.<br />

<strong>Haruhi</strong> lentamente aprì il cancello metallico spingendolo <strong>di</strong> lato e mi fece cenno <strong>di</strong> entrare.<br />

Camminai verso la ragazzina, che era più bassa <strong>di</strong> circa una testa rispetto alla sua futura se stessa <strong>di</strong> tre<br />

anni dopo, sorreggendo Asahina in modo stabile.<br />

Accanto all‟entrata dell‟East Junior High si trovava il campo d‟atletica.<br />

Il complesso scolastico si trovava <strong>di</strong> fronte a noi. <strong>Haruhi</strong> iniziò a camminare <strong>di</strong>agonalmente attraverso il<br />

campo avvolto nell‟oscurità.<br />

Era un bene che fosse buio, perché così non era in grado <strong>di</strong> poter vedere chiaramente la mia faccia o quella<br />

<strong>di</strong> Asahina.<br />

In tre anni, <strong>Haruhi</strong> non avrebbe mai pensato <strong>di</strong> aver incontrato me e Asahina quando ancora era al suo<br />

primo anno delle me<strong>di</strong>e.<br />

Quin<strong>di</strong> andava bene così, altrimenti sarebbe stato un problema.<br />

<strong>Haruhi</strong> andò dritta verso l‟angolo del campo d‟atletica e mi guidò sul retro del magazzino degli attrezzi<br />

sportivi. All‟interno c‟era un carrello arrugginito, una macchina segnalinee e alcuni sacchi <strong>di</strong> calce in polvere.<br />

“Ho precedentemente nascosto questa roba nel magazzino, <strong>di</strong> sera. Piuttosto astuto eh? “<br />

<strong>Haruhi</strong> sorrise raggiante, poi caricò uno dei sacchi <strong>di</strong> calce, che pesava quasi quanto lei, sul carrello e si<br />

mise a spingerlo per l‟impugnatura.<br />

<strong>La</strong> maniera in cui lentamente lo spingeva mi fece capire quanto in realtà lei fosse giovane.<br />

Credo che gli studenti delle me<strong>di</strong>a al loro primo anno siano ancora, più o meno, dei bambini.<br />

Deposi con delicatezza la dormiente Asahina e l‟appoggiai contro il muro del magazzino.<br />

Per favore, fai la brava e restatene qui seduta.<br />

“<strong>La</strong>scia fare a me! Passami quel coso, tu porta l‟attrezzo per <strong>di</strong>segnare le linee con la calce.”<br />

Devo aiutarla sul serio? Per tutto il tempo che sono stato trascinato in giro come uno schiavo da <strong>Haruhi</strong>, lei<br />

era sempre stata come un robot impazzito che non si sarebbe fermato finchè non avesse <strong>di</strong>strutto tutto.<br />

Da qui a tre anni sarebbe rimasta esattamente le stessa.<br />

Sembra che la natura <strong>di</strong> una persona non cambi tanto facilmente nel giro <strong>di</strong> tre anni.<br />

“Segui le mie in<strong>di</strong>cazioni e <strong>di</strong>segna le linee. Sì, proprio tu. Io devo tenerti d‟occhio da qualche posto in<br />

lontananza e controllare che se per caso hai fatto degli errori. Ah! Qui stai sbagliando a <strong>di</strong>segnare! Che stai<br />

facendo!?”

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