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Prologo La noia di Suzumiya Haruhi - Homepage

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Era <strong>di</strong> nuovo il rumore <strong>di</strong> qualcuno che bussava. Questa volta ero seduto nel banco del capo, lottando con il<br />

software FTP. Dietro <strong>di</strong> me c‟era <strong>Haruhi</strong>, facendomi richieste insensate e campate per aria e obbligandomi a<br />

rispondere a quelle irragionevoli domande.<br />

Perciò quel bussare era il suono della mia salvezza.<br />

“Avanti!” <strong>di</strong>sse <strong>Haruhi</strong> <strong>di</strong> nuovo, a gran voce, e la porta si aprì. A giu<strong>di</strong>care dalla sequenza <strong>di</strong> fatti,<br />

probabilmente sarebbe stata Asahina che era arrivata.<br />

“Ah, scusate, sono in ritardo!”<br />

Scusandosi umilmente appena si era mostrata, un angelo senza ali, non poteva essere nessun‟altra se non<br />

Asahina.<br />

“Ho avuto i test fino alla quarta ora…”<br />

Mentre pronunciava scuse che non erano necessarie, stava indugiando sulla porta, sembrando esitante. Per<br />

qualche motivo non stava entrando e continuò timidamente: “Bhè, cioè… vedete.”<br />

Tutti i nostri occhi erano puntati su <strong>di</strong> lei. Quando si accorse che Nagato la stava guardando, in<strong>di</strong>etreggiò<br />

rabbrividendo, poi, sembrando rassegnata, iniziò a parlare.<br />

“Uh, um… ho portato una cliente.”<br />

<strong>La</strong> cliente si chiamava Kimidori Emiri, una studentessa del secondo anno che dava l‟impressione <strong>di</strong> essere<br />

timida e or<strong>di</strong>nata. Con gli occhi fissi sulla superficie del thè preparato da Asahina, stava seduta senza alzare<br />

il viso. Affianco a lei stava Asahina, che si trovava su una se<strong>di</strong>a affianco alla sua come una scorta. Non si<br />

era cambiata nel suo costume da cameriera come mi aspettavo, era un po‟ una delusione.<br />

“Quin<strong>di</strong>, in sostanza,” <strong>di</strong>sse <strong>Haruhi</strong>, con una faccia come quella <strong>di</strong> una intervistatrice e facendo girare una<br />

penna a scatto. Occupando lo spazio <strong>di</strong> fronte alle due studentesse del secondo anno, continuò in tono<br />

arrogante: “Quello che stai <strong>di</strong>cendo è che vorresti che la SOS Dan cercasse il tuo fidanzato scomparso?”<br />

Tenendo la penna sopra le labbra, <strong>Haruhi</strong> incrociò le braccia. Anche se si comportava come se stesse<br />

pensando a qualcosa, io sapevo benissimo che si stava solo trattenendo e avrebbe potuto scoppiare a<br />

ridere da un momento all‟altro.<br />

Com‟è possibile? Ero sicuro che nessuno sarebbe mai venuto, invece il nostro primo cliente è arrivato. In<br />

una situazione del genere, <strong>Haruhi</strong> sicuramente vorrebbe saltare <strong>di</strong> gioia.<br />

“Sì.” <strong>di</strong>sse Kimidori, parlando verso la sua tazzina da thè.<br />

Nagato, Koizumi ed io osservavamo la situazione dai lati. Di fronte alla coppia <strong>di</strong> studentesse del secondo<br />

anno, <strong>Haruhi</strong> fece: “Hmmm.” artificialmente e mi guardò.<br />

Pian piano stavo rimpiangendo quello che avevo fatto.

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