Sono trascorsi cento anni dalla morte di Giuseppe Sciuti, avvenuta a ...

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ISABELLA SACCo*
GIUSEPPE SCIUTI, IL MIo TRISAVoLo
Fin da piccola per me Giuseppe Sciuti era quel grande quadro nello studio neorinascimento di nonno, opera che
egli chiamava “Il Trionfo della Civiltà”: a destra i secoli bui, a sinistra le contadine che salutano l’arrivo del treno, al
centro figure allegoriche, angeli e putti celebranti appunto la civiltà.
E poi i racconti di nonna e delle zie dei grandi quadri arrotolati nella tromba delle scale che poi furono acquisiti dal
Comune di Catania. Ancora...io e nonna al cimitero, davanti alla tomba con scritto: Famiglia Sciuti, fatta costruire dal
pittore nel 1888 per l’adorata compagna scomparsa prematuramente: quattro colonne doriche sostengono un timpano
e alla sommità un angelo seduto tiene in mano una tavolozza; davanti un sarcofago di marmo con la scritta: ANNA.
Forse un po’ della passione per l’arte si era trasferita in me: per qualche anno ebbi una galleria a Roma, in via dei
Serpenti, con Enzo Mazzarella dove organizzammo una mostra delle opere del pittore e che chiamammo “Ritratti di
famiglia”. Prima della mostra avevo avuto occasione di recarmi in Sicilia, invitata dal Comune di Zafferana Etnea
per le celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Sciuti; vedere per la prima volta i luoghi del pittore (essendo nata
a Roma, solo occasionalmente e da bambina ero stata a Catania) mi colpì profondamente insieme alla gentilezza e
all’accoglienza di tutti: anche se da poco vittima del terremoto il comune organizzò il convegno in una tensostruttura
e una mostra curata dal prof. Librando e dalla dott.ssa Ficarra.
Sono stata anche ad Acireale dove riuscii a vedere gli affreschi di palazzo Calanna e quelli della Cattedrale: mi
entusiasmò soprattutto, oltre alla visione d’insieme, l’idea di Sciuti di creare alla base dell’affresco i bracieri da cui
esce il fumo che si trasforma poi in nuvole; avevo inoltre rintracciato da poco un piccolo olio su tavola firmato da
Sciuti dell’orchestra degli angeli che mi è molto caro anche per questo ricordo.
In occasione della mostra tenuta nella nostra galleria rintracciammo diverse opere e conoscemmo anche una discendente
della figlia Caterina sposata Laudani.
Ancora un’occasione per un omaggio al pittore venne dalla monografia curata da Maurizio Calvesi e Antonella
Corsi, edita da Illisso di Nuoro, alla quale collaborai rintracciando anche delle opere; questa iniziativa è stata importante
anche per la pubblicazione dei cartoni ceduti dalla nostra famiglia alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di
Roma (anch’essi ritrovati fortunosamente nella cantina delle zie), opere su carta riferite a diversi affreschi e in particolare
al villino Durante a Roma; insieme ai cartoni cedemmo alla GNAM anche due bozzetti (olio su tela) sempre
riferiti al villino. Ed è proprio il villino Durante, qualche anno dopo (2003) ad essere riportato all’antico splendore
attraverso il restauro architettonico e degli affreschi (che erano stati coperti) che sono stati resi di nuovo visibili; anche
in questa occasione sono emerse nuove notizie su altri affreschi: nella pubblicazione, voluta dall’EPPI (Ente di
Previdenza dei Periti Industriali) il saggio su Sciuti “Natura e Scienza, Arte e Storia” è di Anna Maria Damigella.
Io nel mio piccolo continuo a cercare notizie e a seguire il mondo delle aste dove spesso compaiono opere del mio