40 Ritratto <strong>di</strong> bambino Ritratto Morisani <strong>Giuseppe</strong> Contarino gli abiti, le loro espressioni sono tutta una favola -; il Ritratto della nuora, che fa mostra <strong>di</strong> sé, seduta su un grande <strong>di</strong>vano; il Ritratto della nipote Anna ecc. In tutti i lavori appaiono notevoli la naturalezza, i raffinati accostamenti <strong>di</strong> colore e le eleganti soluzioni compositive. Il maestro fece anche ritratti a pagamento o per sdebitarsi <strong>di</strong> favori ricevuti. L’elenco sarebbe lungo. Non possiamo non citare, tuttavia, quelli dell’amico Alfio Tomaselli e <strong>di</strong> sua moglie, il Ritratto della Baronessa Cerere che scende le scale, il Ritratto della moglie dell’Ammiraglio Saint- Bon, che venne ben remunerato e permise al pittore <strong>di</strong> prolungare il soggiorno napoletano, quello <strong>di</strong> La signora Durante, quello <strong>di</strong> Giselda Fajonesi Rapisar<strong>di</strong>, quello <strong>di</strong> Il colonnello North a cavallo, quello <strong>di</strong> Francesco Samperi Melita, sindaco <strong>di</strong> Acireale, il Ritratto <strong>di</strong> Morosini, il Ritratto <strong>di</strong> bambino. <strong>Sciuti</strong> si <strong>di</strong>mostra un vero maestro, come bene ha sottolineato la mostra organizzata a Roma <strong>dalla</strong> Galleria de’ Serpenti, l’unica su un argomento solitamente taciuto. Per connessione <strong>di</strong> idee, vogliamo accennare alla tela de<strong>di</strong>cata a Saffo Pazza (cm 135 per 175, Catania, collezione privata). Sullo stesso argomento, esistono altre due tele: Saffo in casa <strong>di</strong> Zenone (cm.75 per 56, Palermo, collezione privata) e Saffo demente (cm 182 per 119, Palermo, Fondazione Mormino). Malgrado queste due ultime opere mostrino una più ricca ambientazione e la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi personaggi, è la prima che conquista il posto d’onore. La poetessa <strong>di</strong> Mitilene è colta in un momento <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssima tensione perché il suo amore per Feone non viene corrisposto dal giovane. Il suo corpo scattante, ben tornito parla <strong>di</strong> femminilità prorompente e insod<strong>di</strong>sfatta; il volto, contratto, rigido, eccitato <strong>di</strong> un conflitto irrisolto, <strong>di</strong> una passione insod<strong>di</strong>sfatta. Gli occhi, fissi nel vuoto, implorano comprensione, mentre non cessano <strong>di</strong> inseguire cari fantasmi; i capelli, spettinati, trattenuti con <strong>di</strong>fficoltà da una fascetta dorata, appaiono in netto contrasto con la levigatezza della gamba destra e con le spalle denudate. La trascuratezza, l’abbandono, l’abbattimento esteriori sono pallida eco della bufera interiore, che la <strong>di</strong>lania. Il peplo bianco, semi aperto sul fianco e annodato sulla spalla, si accompagna a un ampio drappo dello stesso colore, ampio e con <strong>di</strong>segni ornamentali nella fascia terminale, nell’intento <strong>di</strong> isolare la figura in un’atmosfera surreale, non <strong>di</strong>sturbata dalle piante
Saffo pazza 41