Sono trascorsi cento anni dalla morte di Giuseppe Sciuti, avvenuta a ...
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terrena e ne leggiamo solo i simboli; la statua del Santo infatti viene posta sull’altare durante tutto il periodo della<br />
festa insieme ai due bracci reliquiari argentei e si presenta tangibile e molto rappresentativa. La gloria <strong>di</strong> Sebastiano<br />
è narrata attraverso il volo <strong>di</strong> cinque angeli, sistemati in due gruppi; due più in basso, levitando con leggerezza su un<br />
prato verde, recano con sé le armi del Santo, a cui non solo è de<strong>di</strong>cata la Basilica, ma anche le pitture che la impreziosiscono<br />
e lo stesso paramento sacro; le armi sono: un elmo piumato, alcune frecce e la lancia e vogliono significare<br />
che Sebastiano fu soldato <strong>di</strong> Cristo, ma nella vita terrena fu anche militare dell’esercito romano. Gli altri tre angeli si<br />
librano più in alto nel cielo trasportando lo scudo del martire con un’insegna illegibile poiché nascosta parzialmente<br />
da rami <strong>di</strong> quercia e <strong>di</strong> alloro tenuti in mano dagli angeli stessi. La composizione delle cinque figure angeliche si presenta<br />
quasi piramidale ed i punti estremi <strong>di</strong> riferimento sono costituiti dalle teste degli angeli in alto, dal verde prato<br />
in basso. Un tronco d’albero a destra potrebbe suggerire il luogo dove Sebastiano patì il primo supplizio. Lo spazio<br />
rettangolare riservato alla figurazione angelica è sottolineato da festoni <strong>di</strong> foglie ricamate in oro; perciò il colore che<br />
colpisce imme<strong>di</strong>atamente lo spettatore è quello dell’oro; un insieme abbagliante e luminoso sposato con straor<strong>di</strong>naria<br />
armonia al colore panna del velluto.<br />
La sapiente scansione degli spazi e la luminosità dell’opera permettono <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinguere perfettamente i particolari<br />
più minuti dello splen<strong>di</strong>do ricamo stu<strong>di</strong>ato con geometrica precisione e con delicata gradualità <strong>di</strong> colori.<br />
Sul margine estremo del prato da cui si sollevano i due angeli troviamo ricamata una scritta “Com. Prof. <strong>Sciuti</strong><br />
<strong>di</strong>segnò” e più sotto “C. Maugeri eseguì 1904”. Poco meno <strong>di</strong> un terzo dello schienale, nella parte più bassa, è privo<br />
sia <strong>di</strong> ornamenti che <strong>di</strong> figure ed è facilmente intuibile la ragione: la parte ricade sotto l’altare per cui non è visibile<br />
per i fedeli, quin<strong>di</strong> decorarla non avrebbe avuto senso. Nell’estremo lembo (parte finale) del dossello si trova un’altra<br />
scritta ricamata, per tutta la larghezza su due righe, la seconda delle quali chiaramente leggibile recita: “<strong>di</strong>segno del<br />
Prof. Com. G. <strong>Sciuti</strong> eseguito da A. Leotta insieme a C. Maugeri nell’anno 1904”. Le maestranze che firmarono la<br />
tela erano locali e precisamente le due maestre artigiane ricamatrici Angela Leotta e Concetta Maugeri; esse si fecero<br />
aiutare da appren<strong>di</strong>sti, lavoranti estranei e familiari; un lungo lavoro durato ben cinque <strong>anni</strong>, atteso con ansia e curiosità<br />
dai citta<strong>di</strong>ni acesi che già durante il tempo della lavorazione ne parlavano favoleggiandone e pregustandone la<br />
bellezza, la magnificenza, il significato simbolico. Contemporaneamente all’esecuzione del gran<strong>di</strong>oso paramento, la<br />
maestra Angela Messina eseguì un modellino dell’opera, un esemplare lavorato in modo perfetto, che fu inviato alla<br />
Esposizione internazionale <strong>di</strong> Marsiglia del 1904 e partecipò alla mostra; fu firmato esclusivamente <strong>dalla</strong> maestra<br />
Leotta Messina e ricevette in premio una medaglia d’oro con la seguente motivazione:<br />
“Ville de Marseille”<br />
Esposition Internationelle Industrielle<br />
Le Jury a dècernè – 1904<br />
Un <strong>di</strong>plôme d’Honneur et Medaille d’or a M.e Angela Leotta Messina<br />
Pour ses broderies avec points en rilief 132 .<br />
Quando arrivò il momento della presentazione del dossello esso apparve agli acesi come un’opera d’arte stra-<br />
132 c. Mu s M a r r a, op. cit. pag. 127.<br />
L’epifania del sacro nel dossello <strong>di</strong> <strong>Giuseppe</strong> <strong>Sciuti</strong> ad Acireale<br />
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