Sono trascorsi cento anni dalla morte di Giuseppe Sciuti, avvenuta a ...
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Ritratto <strong>di</strong> bambino<br />
Ritratto Morisani<br />
<strong>Giuseppe</strong> Contarino<br />
gli abiti, le loro espressioni sono tutta una favola -; il Ritratto della<br />
nuora, che fa mostra <strong>di</strong> sé, seduta su un grande <strong>di</strong>vano; il Ritratto della<br />
nipote Anna ecc. In tutti i lavori appaiono notevoli la naturalezza, i<br />
raffinati accostamenti <strong>di</strong> colore e le eleganti soluzioni compositive.<br />
Il maestro fece anche ritratti a pagamento o per sdebitarsi <strong>di</strong> favori<br />
ricevuti. L’elenco sarebbe lungo. Non possiamo non citare, tuttavia,<br />
quelli dell’amico Alfio Tomaselli e <strong>di</strong> sua moglie, il Ritratto<br />
della Baronessa Cerere che scende le scale, il Ritratto della moglie<br />
dell’Ammiraglio Saint- Bon, che venne ben remunerato e permise al<br />
pittore <strong>di</strong> prolungare il soggiorno napoletano, quello <strong>di</strong> La signora<br />
Durante, quello <strong>di</strong> Giselda Fajonesi Rapisar<strong>di</strong>, quello <strong>di</strong> Il colonnello<br />
North a cavallo, quello <strong>di</strong> Francesco Samperi Melita, sindaco<br />
<strong>di</strong> Acireale, il Ritratto <strong>di</strong> Morosini, il Ritratto <strong>di</strong> bambino. <strong>Sciuti</strong> si<br />
<strong>di</strong>mostra un vero maestro, come bene ha sottolineato la mostra organizzata<br />
a Roma <strong>dalla</strong> Galleria de’ Serpenti, l’unica su un argomento<br />
solitamente taciuto.<br />
Per connessione <strong>di</strong> idee, vogliamo accennare alla tela de<strong>di</strong>cata a<br />
Saffo Pazza (cm 135 per 175, Catania, collezione privata). Sullo stesso<br />
argomento, esistono altre due tele: Saffo in casa <strong>di</strong> Zenone (cm.75<br />
per 56, Palermo, collezione privata) e Saffo demente (cm 182 per<br />
119, Palermo, Fondazione Mormino). Malgrado queste due ultime<br />
opere mostrino una più ricca ambientazione e la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi<br />
personaggi, è la prima che conquista il posto d’onore.<br />
La poetessa <strong>di</strong> Mitilene è colta in un momento <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>ssima<br />
tensione perché il suo amore per Feone non viene corrisposto dal<br />
giovane. Il suo corpo scattante, ben tornito parla <strong>di</strong> femminilità prorompente<br />
e insod<strong>di</strong>sfatta; il volto, contratto, rigido, eccitato <strong>di</strong> un<br />
conflitto irrisolto, <strong>di</strong> una passione insod<strong>di</strong>sfatta. Gli occhi, fissi nel<br />
vuoto, implorano comprensione, mentre non cessano <strong>di</strong> inseguire<br />
cari fantasmi; i capelli, spettinati, trattenuti con <strong>di</strong>fficoltà da una<br />
fascetta dorata, appaiono in netto contrasto con la levigatezza della<br />
gamba destra e con le spalle denudate. La trascuratezza, l’abbandono,<br />
l’abbattimento esteriori sono pallida eco della bufera interiore,<br />
che la <strong>di</strong>lania. Il peplo bianco, semi aperto sul fianco e annodato sulla<br />
spalla, si accompagna a un ampio drappo dello stesso colore, ampio<br />
e con <strong>di</strong>segni ornamentali nella fascia terminale, nell’intento <strong>di</strong> isolare<br />
la figura in un’atmosfera surreale, non <strong>di</strong>sturbata dalle piante