Sono trascorsi cento anni dalla morte di Giuseppe Sciuti, avvenuta a ...
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<strong>Giuseppe</strong> <strong>Sciuti</strong> e Zafferana Etnea<br />
dell’Ente comunale. L’ atto del 1855, documentato chiaramente <strong>dalla</strong> “Deliberazione Comunale del 20 <strong>di</strong>cembre<br />
1855” conferma l’interesse del Decurionato per quell’artista locale e denota gli sforzi finanziari fatti per aiutarlo ad<br />
intraprendere il <strong>di</strong>fficile cammino che il giovane si era posto in mente.<br />
In conclusione, alla luce della documentazione reperita ed utilizzata, possiamo affermare senza ombra <strong>di</strong> dubbio<br />
che il mancato contributo del Municipio oppure il sostegno finanziario all’artista, è ormai un mito da sfatare completamente<br />
e da cancellare del tutto dalle biografie ufficiali e documentate dell’artista , come avevo già scritto nel<br />
1998 nel mio primo volume sulla storia del Comune <strong>di</strong> Zafferana (Antonio Patanè, PAGINE DELLA “ZAFARANA”-<br />
Origini e vicende varie del Comune <strong>di</strong> Zafferana Etnea ( 1753 – 1860), Ed. Distretto Scolastico N. 19 Acireale (CT),<br />
1988, pagg. 256), e che purtroppo <strong>di</strong>versi critici e scrittori dello <strong>Sciuti</strong> non hanno ancora letto.<br />
Per chiarire le vere cause dell’allontanamento del poeta dal suo luogo natale per oltre 50 <strong>anni</strong>, si devono analizzare<br />
principalmente invece i suoi rapporti con gli abitanti, gente <strong>di</strong> stampo <strong>di</strong>fficile, alquanto chiusa e per molti versi<br />
anche presuntuosa ed invi<strong>di</strong>osa. Per molti <strong>di</strong> questi motivi il pittore non ebbe una infanzia semplice e non fu sempre<br />
capito <strong>dalla</strong> massa che vedeva in lui e nella sua “ produzione coeva”( scarabocchi sui muri fatti con il carbone, estrema<br />
facilità nel <strong>di</strong>segno, voglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare qualcuno nel campo artistico ecc.)un tipo molto estroso e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>verso<br />
dagli altri e cominciò a fare <strong>di</strong> tutto per boicottarlo: a tutto ciò , secondo la “vulgata”, si potrebbe aggiungere con un<br />
notevole fondo <strong>di</strong> verità , un amore giovanile negato <strong>di</strong> cui sappiamo ben poco, ma che dovette colpire moltissimo<br />
l’intimo dello <strong>Sciuti</strong> che volle partire a tutti i costi, <strong>di</strong>menticando del tutto le sue origini e gran parte <strong>di</strong> quella gente<br />
ignorante che gli aveva reso alquanto <strong>di</strong>fficile la prima giovinezza. Prima <strong>di</strong> raggiungere la notorietà ed un certo benessere,<br />
girò per molte città italiane ed europee alla ricerca <strong>di</strong> commesse e fu considerato <strong>dalla</strong> critica solamente un<br />
buon affreschista e decoratore. Solamente negli ultimi tempi, grazie a meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o più obiettivi e ad analisi più<br />
moderne, lo <strong>Sciuti</strong> è stato riscoperto e valorizzato per il suo reale valore artistico che indubbiamente non fu né poco<br />
e neppure <strong>di</strong> secondo or<strong>di</strong>ne. Anche a lui purtroppo toccò l’antico detto per cui “ nemo propheta in patria”.<br />
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*Socio corrispondente dell’Accademia degli Zelanti e dei Dafnici.