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Sono trascorsi cento anni dalla morte di Giuseppe Sciuti, avvenuta a ...

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Un aggiornamento al catalogo delle opere <strong>di</strong> <strong>Sciuti</strong><br />

1872 (?)* [Le Pompeiane]. olio su tela. Conosciuto grazie all’incisione omonima (acquaforte), mm 243x336 (con<br />

i margini mm 520x690), eseguita su <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> odoardo Borrani ed incisa dal prof. F[ilippo] Livy, per essere<br />

data in Ricordo ai componenti la Società d’Incoraggiamento delle Belle Arti <strong>di</strong> Firenze, anno sociale<br />

1877 66 , Foto 3 e Foto 9. Grazie al soggetto dell’acquaforte (due donne in una antica casa romana: una fa<br />

cadere petali <strong>di</strong> fiori nell’impluvium) si è riusciti a rintracciare il bozzetto o una replica, con alcuni particolari<br />

<strong>di</strong>fferenti dall’incisione, in un <strong>di</strong>pinto venduto, nel 2006, <strong>dalla</strong> Finarte, col titolo Le vestali (cfr. “opere<br />

apparse in aste pubbliche”).<br />

1872 * I prigionieri <strong>di</strong> Castelnuovo. olio su tela. L’opera 67 , in<strong>di</strong>cata da Pinella <strong>Sciuti</strong> come <strong>di</strong> proprietà dell’amministrazione<br />

provinciale <strong>di</strong> Napoli e da questa riprodotta, p. 37, come anche da Calvesi e Corsi, p. 145, fig.<br />

141, non era stata finora reperita e figurava elencata pure dall’AS come coll. ignota. Si è riusciti, invece, a<br />

rintracciare la tela, cm 90x124, che attualmente si trova in deposito temporaneo per conto della Provincia<br />

presso il Pio Monte della Misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Napoli 68 , Foto 4.<br />

1873 Stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> canto. Premiato con medaglia d’argento all’Esposizione <strong>di</strong> Roma del 1876 69 .<br />

1874 Sposalizio greco. olio su tela. Inviato all’Esposizione <strong>di</strong> Milano del 1876 70 . Calvesi e Corsi ne pubblicano,<br />

p. 145, fig. 142, una riproduzione fotografica; elencato dall’AS come coll. ignota.<br />

1875 Saffo abbandonata da Faone 71 .<br />

66 Collez. dell’A.; un’altra copia si trova anche presso il fondo Angelo Davoli (n° invent. 8329) della Biblioteca Panizzi <strong>di</strong> Reggio Emilia.<br />

Questa – se si escludono la Carità la cui stampa fu curata dall’artista stesso e le Madri della Patria – è in assoluto la prima incisione ottenuta<br />

da una tela del pittore etneo che, solo dopo l’Esposizione Italiana <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Londra (la prima esclusivamente italiana tenuta oltre i confini<br />

della Penisola), inaugurata il 12 maggio 1888, riscuoterà un successo internazionale. Le sue opere, dopo questo evento, vengono fatte conoscere<br />

al grande pubblico con la <strong>di</strong>vulgazione sui più importanti giornali illustrati italiani (come L’Illustrazione Italiana, La Tribuna Illustrata,<br />

L’Illustrazione Popolare, Natura e Arte) e stranieri <strong>di</strong> incisioni tratte dai suoi lavori (cfr. anche 26, 36 e 49). Maggiori notizie sul <strong>di</strong>pinto, in che<br />

anno cioè fu esposto a Firenze e da questo risalire ad una data <strong>di</strong> realizzazione più certa, si potrebbero ottenere <strong>dalla</strong> consultazione, dall’anno<br />

1868 in poi, del Catalogo delle opere ammesse alla Esposizione Solenne della Società d’Incoraggiamento delle Belle Arti in Firenze, che<br />

veniva pubblicato annualmente.<br />

67<br />

sc I u t I PI n e l l a, Op. Cit., p. 34 nota 2 e p. 150; ro M e o gI a M B a rt o l o, Op. Cit., p. 42; elencato dall’AZ, Op. Cit.<br />

68 L’A. ringrazia la dott.ssa Loredana Gazzara del Pio Monte della Misericor<strong>di</strong>a per tutte le informazioni relative al <strong>di</strong>pinto.<br />

69<br />

ro M e o gI a M B a rt o l o, Op. Cit., p. 43. ca lv e s I Ma u r I z I o, co r s I an t o n e l l a, Op. Cit., p. 18, più realisticamente assegnano quest’opera al<br />

1874.<br />

70<br />

sc I u t I PI n e l l a, Op. Cit., p. 54. ro M e o gI a M B a rt o l o, Op. Cit., p. 43, afferma che il <strong>di</strong>pinto fu acquistato dal <strong>di</strong>rettore del Museo <strong>di</strong> Brera;<br />

elencato dall’AZ, Op. Cit. Un’incisione <strong>di</strong> quest’opera è apparsa nel 1892 sul settimanale Illustrirte Welt, a p. 429, col titolo Hochzeitsfeier im<br />

alten Griechenland, mm 305x212, (collez. dell’A.) e pure in un giornale italiano illustrato dell’epoca (non identificabile perché il foglio è stato<br />

purtroppo rifilato in alto), mm 310x212 (collez. dell’A.).<br />

71<br />

sc I u t I PIn e l l a, Op. Cit., p. 55. calv e s I Mau r I z I o, co r s I an t o n e l l a, Op. Cit., p. 18, pubblicano uno stralcio <strong>di</strong> una lettera inviata da<br />

Palermo il 2 settembre 1875 all’amico Tomaselli dallo <strong>Sciuti</strong>, che così scriveva: «Carissimo Alfio, il quadro de’ Funerali <strong>di</strong> Timoleonte è stato<br />

acquistato dal municipio <strong>di</strong> Palermo, forse venderò anche la Saffo». ro M e o gI a M B a rt o l o, Op. Cit., p. 43, scrive che il <strong>di</strong>pinto fu esposto e<br />

premiato alla mostra degli Amatori e Cultori <strong>di</strong> belle arti <strong>di</strong> Roma del 1879 [da correggere in 1875, per quello che sembra essere un errore<br />

tipografico] e qui venduto; elencato dall’ AZ, Op. Cit.<br />

97

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