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Sono trascorsi cento anni dalla morte di Giuseppe Sciuti, avvenuta a ...

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Antonio Patanè<br />

non ci fanno cadere negli errori e nelle pe<strong>di</strong>sseque ripetizioni del passato: infatti dall’analisi <strong>di</strong> queste carte coeve<br />

viene fuori che non ci fu <strong>di</strong>sinteresse o peggio ancora ostruzionismo <strong>di</strong> parentela da parte degli amministratori nei<br />

confronti dello <strong>Sciuti</strong>. Pochi giorni dopo, l’8 febbraio 1852, il Decurionato, fatto riunire d’urgenza sempre dal sindaco<br />

Sciuto, stu<strong>di</strong>ò attentamente il modo <strong>di</strong> come potere aiutare il giovane pittore comunque e nonostante il <strong>di</strong>niego <strong>di</strong><br />

aiuto <strong>di</strong>retto da parte degli organi superiori. Dopo una lunga e laboriosa analisi dello Stato Discusso e delle finanze<br />

del Comune, i decurioni ed il sindaco pensarono <strong>di</strong> avere trovato la soluzione della vicenda: tramite delibera su cui<br />

erano stati tutti concor<strong>di</strong>, si propose all’Intendente Panebianco <strong>di</strong> concedere al giovane richiedente una sovvenzione<br />

annua <strong>di</strong> 18 ducati per la durata <strong>di</strong> 3 <strong>anni</strong>, somma che sarebbe stata tratta dai fon<strong>di</strong> comunali a <strong>di</strong>sposizione.<br />

La Delibera fu subito spe<strong>di</strong>ta a Catania ed il 20 marzo si ebbe la risposta dell’Intendente: ”in attesa <strong>di</strong> superiori<br />

<strong>di</strong>sposizioni luogotenenziali, si approva provvisoriamente per l’anno la sovvenzione <strong>di</strong> che trattasi”. In pari data, il<br />

Panebianco, appellandosi più che rigidamente alle leggi ed ai regolamenti in vigore, fece spe<strong>di</strong>re la Delibera del Decurionato<br />

<strong>di</strong> Zafferana a Palermo per averne l’ulteriore approvazione del Luogotenente Generale. Essendo composto<br />

il sussi<strong>di</strong>o da una somma alquanto esigua, la Luogotenenza se ne lavò le mani, restituì, probabilmente seccata, la<br />

decisione al Panebianco e chiamò quin<strong>di</strong> a pronunziarsi sulla sua concessione il Consiglio <strong>di</strong> Intendenza <strong>di</strong> Catania.<br />

Investito nuovamente della questione , quest’ultimo organismo amministrativo si riunì in data 2 luglio e dopo la<br />

lettura della relazione del consigliere Pulvirenti, confermò la Delibera del febbraio precedente e quin<strong>di</strong> in pratica<br />

ufficializzò per la seconda volta l’assegnazione del piccolo sussi<strong>di</strong>o al giovane <strong>Sciuti</strong>. Erano passati 6 mesi dal quel<br />

fati<strong>di</strong>co 2 febbraio 1852!!!.<br />

Tuttavia la faccenda non era ancora assolutamente conclusa e lo si potè constatare nei mesi successivi. Infatti<br />

passò tutto il mese <strong>di</strong> agosto e non si ebbe ancora alcuna notizia dall’Intendenza <strong>di</strong> Catania riguardo all’erogazione<br />

<strong>di</strong>retta del sussi<strong>di</strong>o. Solamente il 4 settembre si seppe che il Consiglio d’Intendenza, avuto il nulla-osta da Palermo,<br />

aveva assegnato ufficialmente il piccolo sussi<strong>di</strong>o al giovane comunicandolo al Decurionato, mentre nella citta<strong>di</strong>na<br />

etnea veniva eletto sindaco un altro esponente delle famiglie egemoni del luogo ( <strong>Sciuti</strong>, Longo,Bonanno, Di Prima<br />

ecc.) ossia D. Francesco Longo. La vicenda sembrava finita quando all’improvviso si misero <strong>di</strong> mezzo i concomitanti<br />

eventi vulcanici che a partire dal 21 agosto avevano messo in allarme tutte le popolazioni del versante sud-orientale<br />

dell’Etna e stavano impegnando severamente l’Intendente ed i suoi più stretti collaboratori, i quali avevano ricevuto<br />

numerose richieste <strong>di</strong> aiuto da parte <strong>di</strong> molte persone <strong>di</strong> Zafferana, Milo e Caselle. Tutti questi abitanti avevano subito<br />

ingenti d<strong>anni</strong> a causa della colata spintasi in basso e quin<strong>di</strong> oltremodo <strong>di</strong>struttiva per tutti quei terreni, prima sciare<br />

sterili e poi <strong>di</strong>venuti produttivi perchè coltivati a frutteti, vigneti e seminativi, per non parlare degli importantissimi<br />

boschi cedui <strong>di</strong> castagni e querce. (Su questa eruzione la bibliografia è abbastanza vasta per cui segnaliamo solamente<br />

alcuni testi basilari quali quelli <strong>di</strong> Lionardo Vigo, L’eruzione dell’Etna del 1852, in Atti dell’Accademia <strong>di</strong> Scienze e<br />

Lettere, N.S., vol. 2°, Palermo, 1853; Agostino Patanè Musmeci, Cenni della formidabile eruzione etnea del mese <strong>di</strong><br />

agosto 1852, mss. A.70, fasc. IX, Biblioteca Zelantea, Acireale, V. Gottini- C. Sturiale- S- Rizzo, I fenomeni eruttivi<br />

dell’Etna nel secolo XIX, Università <strong>di</strong> Catania, Istituto <strong>di</strong> Scienze della Terra, Bollettino dell’Accademia Gioenia <strong>di</strong><br />

Scienze Naturali, N. 325, vol. 18°, Catania, 1985 ecc.).<br />

Fu per questo motivo che l’Intendente Panebianco dovette rastrellare tutti i fon<strong>di</strong> possibili per potere fronteggiare

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