Sono trascorsi cento anni dalla morte di Giuseppe Sciuti, avvenuta a ...

tanto da inserire di frequente ritratti di familiari in quadri
sacri e da creare, nel ‘95, una grande composizione
all’aria aperta impregnata di luce e atmosfera siciliana,
cosa eccezionale per lui che non è stato un paesista, che è
un’animata scena di gruppo di famiglia: L’altalena.
E’ naturale che Sciuti, pittore essenzialmente di figura,
si trovi a suo agio nel ritratto e ne esplori diverse direzioni,
in sintonia con tendenze e modelli del tempo: la resa
diretta di espressioni e atteggiamenti per via di toni di colore,
di luci e di ombre, senza preoccupazione di finitezza
e di ambientazione, la costruzione di immagini più attente
alla fisionomia e al costume, e ancora ritratti che seguono
gli schemi della ritrattistica aulica del tempo, con il personaggio
in posa in un ambiente perfettamente individuato
nel suo décor, e sempre con sfoggio di virtuosismo nel dipingere
le stoffe e con una personale nota di realismo nelle
fisionomie. Il ceppo da cui Sciuti deriva gli strumenti
per i migliori esiti nei ritratti è evidentemente il verismo e
la stessa cosa può dirsi per un genere affine, che pure gli è
congeniale: le scene di interni con figure di un intimismo
borghese, accentrate sul tema degli affetti, costruite con
rigore formale e concentrazione sentimentale (Un fanciullo
che torna premiato dalla scuola, Pace domestica ).
Il rapporto con il verismo è un problema centrale nella
definizione del linguaggio di Sciuti, che va sottolineato,
unitario nei diversi campi in cui si esplica. E per capirne
i limiti e le chiusure, occorre ricordare che, quando egli
arriva a Firenze, ha già alle spalle un’educazione ricevuta
da un tardo neoclassico, il Gandolfo, ed un lungo periodo
di lavoro come decoratore; tutte cose che gli hanno
trasmesso abitudini e convenzioni che fanno parte di una
pratica della pittura molto vicina a un decoroso artigianato.
Un bagaglio che Sciuti si porta appresso e da cui
derivano quella tenacia nel lavoro che un suo conterraneo,
il pittore Calcedonio Reina, ammirava in lui il valore
primario dell’esecuzione, la fedeltà ad una destinazione
Appunti su Giuseppe Sciuti
La verità scoperta dal tempo
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