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IMPRESE<br />

un’azienda-ente all’interno<br />

del mercato nazionale<br />

della conoscenza<br />

Intervista a Vincenzo Caporale, direttore dell’Istituto Zooprofilattico che ha sede a Teramo.<br />

Una realtà che si evolve, grazie alla rete di collaborazioni e progetti internazionali<br />

di Roberta Villini<br />

Eccellenza: un termine recente nel<br />

lessico di attualità, di cui si fa un<br />

uso-abuso, giustificato dall’intento<br />

di colpire la fantasia dell’interlocutore, di<br />

catturarne l’attenzione e, in ultima analisi,<br />

il consenso. L’Istituto Zooprofilattico non è<br />

un ente che opera avendo come fine ultimo<br />

il consenso dell’utenza. Il ruolo e l’importanza<br />

che riveste vanno ben oltre il generico<br />

paramento dell’eccellenza, come spiega<br />

il direttore, Vincenzo Caporale. Nato nel<br />

1941, l’Istituto, che porta il nome di suo padre,<br />

Giuseppe Caporale, si pone oggi come<br />

una voce fuori dal coro, in un contesto regionale<br />

e nazionale che non investe sul talento,<br />

non progetta, non cerca di spingersi<br />

oltre i propri limiti. Caporale gestisce l’Istituto<br />

come una «azienda all'interno del mercato<br />

nazionale della conoscenza». Un’azienda<br />

che cresce e si evolve grazie alla rete<br />

di collaborazioni e di progetti internazionali<br />

e che rappresenta l’unica voce in attivo da<br />

sempre della Sanità regionale: pur ricevendo<br />

ben poco dalle istituzioni, in termini di<br />

finanziamenti, riesce a produrre reddito<br />

senza pesare economicamente sugli abruzzesi,<br />

creando, anzi, occupazione, con il recupero<br />

dei “cervelli” in fuga all’estero. Operante<br />

come strumento tecnico-scientifico<br />

dello Stato e delle Regioni <strong>Abruzzo</strong> e Mo-<br />

36 <strong>Abruzzo</strong>MAGAZINE Maggio / Giugno 2011<br />

lise per le materie di rispettive competenze,<br />

l’ente garantisce ai servizi veterinari<br />

pubblici le prestazioni analitiche e la<br />

collaborazione tecnico-scientifica<br />

necessarie all’espletamento delle<br />

funzioni in materia di igiene e<br />

sanità pubblica veterinaria. «Ci occupiamo<br />

della sanità degli animali, sia<br />

dell’igiene della loro alimentazione, sia<br />

di tutto quanto è a valle, ossia l’igiene<br />

e la sicurezza degli alimenti che derivano<br />

dagli animali o dai vegetali», spiega<br />

ancora il direttore. L’Istituto ha avuto<br />

la “fortuna” di dedicarsi da sempre a<br />

un settore divenuto determinante, negli<br />

anni ‘90, con l’avvento del mercato unico<br />

in Europa: quello della sicurezza del<br />

sistema agro alimentare. «La sicurezza<br />

del sistema agroalimentare è diventata<br />

uno dei nodi del sistema del mercato<br />

unico: esistono accordi che regolano il<br />

mercato internazionale degli animali e<br />

degli alimenti sulla base di quello che è il<br />

loro stato sanitario. La catena alimentare<br />

è il regolatore del sistema di scambi internazionali;<br />

pertanto, chi si dedica a questo<br />

lavoro assume un ruolo di considerevole<br />

rilevanza e deve essere all’altezza sul piano<br />

tecnico-scientifico». L’Istituto è stato<br />

il primo accreditato a livello nazionale per<br />

i parametri qualitativi (Iso 17025), la cui<br />

certificazione è ora obbligatoria in tutta la<br />

Comunità Europea. È riconosciuto<br />

dall’Oie come laboratorio di referenza<br />

a livello nazionale per<br />

quel che riguarda l’analisi<br />

e lo studio delle diossine,<br />

delle malattie esotiche,<br />

della brucellosi, della<br />

LE ORIGINE DELL’ISTITUTO<br />

Nasce come il più "giovane" Istituto italiano,<br />

con il decreto del Ministero degli Interni<br />

del 2 settembre 1941, con l'obiettivo di fornire<br />

assistenza tecnica e supporto diagnostico<br />

di laboratorio ai veterinari e agli allevatori<br />

per la lotta alle malattie del bestiame. Il<br />

primo direttore è Raffaello Zeetti; la prima<br />

sede, di appena 30 mq, conta solo 5 dipendenti.<br />

Nel 1946 c'è un cambio nella direzione:<br />

Giuseppe Caporale, giovane<br />

veterinario abruzzese, diventa la<br />

nuova guida, nonché l'artefice<br />

dello sviluppo dell'ente.<br />

Attività di ricerca svolte all'interno e all'esterno dell'Istituto

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