Le bandiere della CGIL e delle sue strutture in Toscana : un primo ...
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P<strong>un</strong>to pieno P<strong>un</strong>to festone e varianti P<strong>un</strong>to a sp<strong>in</strong>a di pesce<br />
P<strong>un</strong>to a sp<strong>in</strong>a di pesce dop. P<strong>un</strong>to erba P<strong>un</strong>to erba con sopragitto<br />
Per quel che concerne il movimento operaio gli esempi di <strong>bandiere</strong> ricche, fastose e di buona<br />
realizzazione tecnica sono vanto di paesi quali l’Inghilterra, la Germania e i Paesi Bassi dove prima<br />
che da noi e con molto più potere economico si sviluppò l’<strong>in</strong>dustria e l’economia capitalista e<br />
qu<strong>in</strong>di l’organizzazione operaia e il s<strong>in</strong>dacato. Per l’Italia le <strong>bandiere</strong> più belle sono quelle riferibili<br />
alle Società di Mutuo Soccorso (SMS) che molto spesso si sono conservate <strong>in</strong>tegre perché patirono<br />
meno le devastazioni fasciste, begli esemplari sono documentati specie nell’Italia del nord ovest nel<br />
volume “Una strenna di mani”.<br />
In appendice presentiamo le <strong>bandiere</strong> non appartenenti a <strong>strutture</strong> s<strong>in</strong>dacali ma che pur<br />
appartenendo a <strong>strutture</strong> pubbliche o private varie rivestono <strong>un</strong> <strong>in</strong>teresse documentario per il<br />
s<strong>in</strong>dacato o più genericamente al costituirsi del movimento operaio <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong>.<br />
Tra queste, quelle relative al s<strong>in</strong>dacato o al movimento operaio contenute nel fondo MRF,<br />
belle e accurate nella realizzazione sono quella <strong>della</strong> Camera del lavoro di Arezzo, quella del<br />
s<strong>in</strong>dacato postelegrafonici di Firenze, <strong>in</strong>teressanti sono quelle dei guardafili telegrafici <strong>della</strong> sezione<br />
di Pisa e per quelle non s<strong>in</strong>dacali quella <strong>della</strong> SMS del Ponte alla Badia di Fiesole.<br />
Da ultimo per <strong>un</strong>a migliore comprensione dei rapporti tra le varie <strong>strutture</strong> s<strong>in</strong>dacali dobbiamo<br />
ricordare la differente suddivisione territoriale <strong>delle</strong> prov<strong>in</strong>cie toscane che a f<strong>in</strong>e ‘800 erano 7<br />
(Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa e Siena) e che anche la loro<br />
estensione è mutata. Quella che ha subito il più profondo cambiamento è la Prov<strong>in</strong>cia di Firenze dal<br />
cui territorio, prevalentemente viene creata quella di Pistoia e più recentemente quella di Prato. Ma<br />
anche altre prov<strong>in</strong>cie toscane con la riforma del 1925 mutano estensione territoriale come Pisa e<br />
Livorno, oltre che Firenze. Così i com<strong>un</strong>i di: Bibbona, Campiglia Marittima, Castagneto Carducci,<br />
Cec<strong>in</strong>a, Collesalvetti, Piomb<strong>in</strong>o, Rosignano Marittimo, Sasseta, Suvereto che facevano parte <strong>della</strong><br />
prov<strong>in</strong>cia di Pisa vengono trasferiti alla prov<strong>in</strong>cia di Livorno, mentre entrano a far parte di quella<br />
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