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Le bandiere della CGIL e delle sue strutture in Toscana : un primo ...

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andiere. L’iconografia <strong>della</strong> ruota alata rappresenta la velocità dei trasporti moderni e come<br />

componente dei mezzi di locomozione diviene il simbolo dei lavoratori di queste categorie.<br />

Molto presente è anche la raffigurazione del globo a rappresentare la Terra e l’<strong>in</strong>ternazionalismo del<br />

movimento operaio. La numerosa presenza di questo elemento è anche dovuta al fatto che esso era<br />

<strong>un</strong> elemento del “logo” sia <strong>della</strong> <strong>CGIL</strong> che <strong>della</strong> FSM (Federazione s<strong>in</strong>dacale mondiale fondata nel<br />

1945) che spesso veniva ripreso dalle varie <strong>strutture</strong> federate.<br />

Esso è presente, spesso abb<strong>in</strong>ato ad altri elementi, su 9 <strong>bandiere</strong>.<br />

Altri elementi iconografici rappresentati sono:<br />

Spighe di grano (n. 3) (due per i panettieri, e <strong>un</strong>a per la Federbraccianti di Grosseto),<br />

Elementi astronomici (sole, l<strong>un</strong>a arcobaleno, fulm<strong>in</strong>i ecc.) complessivamente 7,<br />

Penisola italiana (n. 2) (1 bandiera <strong>della</strong> pace Vada, 1 S<strong>in</strong>dacato commessi di commercio),<br />

Un caduceo simbolo di Mercurio e del commercio (s<strong>in</strong>dacato commessi di commercio).<br />

Un Pegaso alato come simbolo di localizzazione, essendo il simbolo scelto dalla Regione <strong>Toscana</strong>,<br />

nella bandiera <strong>della</strong> <strong>CGIL</strong> regionale.<br />

Una con mani che si str<strong>in</strong>gono (cassa mutua lavoranti panettieri).<br />

Su quest’ultima iconografia vorremmo dire brevemente e rilevare che essa è antichissima. Il<br />

simbolo <strong>delle</strong> mani che si str<strong>in</strong>gono è documentato f<strong>in</strong> sulle monete etrusche e romane e via via per<br />

tutto il medioevo e il r<strong>in</strong>ascimento (molto spesso <strong>in</strong> araldica e su medaglie) f<strong>in</strong>o all’epoca fascista<br />

che ne vietò (nel 1935) l’utilizzazione alle superstiti società di Mutuo soccorso e alle associazioni di<br />

previdenza e assistenza. Esso riappare alla caduta del fascismo anche nell’iconografia <strong>della</strong> <strong>CGIL</strong><br />

(vedi il manifesto di Guttuso per l’8° congresso nazionale del 1973).<br />

La connotazione simbolica di questo gesto è multiforme ma sempre <strong>in</strong>teso <strong>in</strong> senso positivo e<br />

connotante aiuto, fiducia, <strong>un</strong>ione, soccorso, ecc.<br />

Ancora oggi alc<strong>un</strong>i momenti <strong>della</strong> vita quotidiana sono connotate da questo positivo gesto, dal<br />

saluto al gesto di concordia. La stretta di mani suggellava la conclusione di <strong>un</strong> contratto, come<br />

avveniva f<strong>in</strong>o a qualche decennio fa anche nelle nostre campagne, la cosiddetta palmata era la<br />

forma più <strong>in</strong>discussa e <strong>in</strong>dissolubile di sancire l’accordo. Un term<strong>in</strong>e <strong>un</strong> po’ de<strong>sue</strong>to utilizzato f<strong>in</strong>o<br />

al XIX secolo utilizzava il term<strong>in</strong>e impalmare (cioè congi<strong>un</strong>gere le palme <strong>delle</strong> mani) per sposarsi o<br />

ancora “chiedere la mano” per <strong>un</strong>a richiesta di matrimonio.<br />

La stretta di mani venne ass<strong>un</strong>ta dal movimento operaio <strong>in</strong> senso solidaristico, cooperativistico e di<br />

mutuo aiuto tra i lavoratori di <strong>un</strong> mestiere o di <strong>un</strong>a categoria e tale motivo venne chiamato <strong>delle</strong><br />

“mani <strong>in</strong> fede”.<br />

E’ <strong>in</strong> tale senso che lo ritroviamo nella nostra bandiera dove due mani destre si str<strong>in</strong>gono al centro e<br />

dove il concetto di mutualità (aiuto reciproco) e rafforzato dalla parola “mutua” nella scritta “cassa<br />

mutua lavoranti panettieri”. Questa iconografia <strong>in</strong> molte altre <strong>bandiere</strong> <strong>delle</strong> associazioni operaie e<br />

mutue era arricchita da elementi di contorno come ghirlande, elementi di mestiere, elementi<br />

astronomici, ecc. Un altro elemento spesso presente sono i pols<strong>in</strong>i e parte del braccio che<br />

connotavano <strong>un</strong>a stretta di mano tra eguali se con gli stessi elementi o tra diversi (operai impiegati,<br />

uomo donna, ecc.) come vediamo nell’appendice nelle <strong>bandiere</strong> <strong>della</strong> <strong>Le</strong>ga degli operai di Calci e<br />

del Club operaio di Casciavola (B.101 e 113).<br />

Veniamo adesso brevemente e per ultimo alla bandiera (ancor più esattamente gonfalone) <strong>della</strong><br />

Camera del lavoro di Firenze, che fra tutte quelle censite presenta l’iconografia più elaborata.<br />

Essa come abbiamo detto è coeva al 1° congresso nazionale <strong>un</strong>itario del 1947, svoltosi a Firenze,<br />

del quale ripete, ricamato con buona fattura il logo, su tricolore con <strong>in</strong> basso <strong>un</strong>a localizzazione<br />

iconografica.<br />

Nel gonfalone appare <strong>un</strong> arco non ancora del tutto chiuso dalla sua chiave di volta che porta la<br />

scritta <strong>CGIL</strong>. I vari conci dell’arco riportano gli strumenti emblematici <strong>delle</strong> varie federazioni di<br />

categoria (corno postale per i postelegrafonici, la ruota del timone per i marittimi, <strong>un</strong> libro aperto<br />

per i poligrafici, ecc.).<br />

L’arco simboleggia <strong>un</strong>a costruzione perfetta dove i s<strong>in</strong>goli elementi, di per se, hanno <strong>un</strong> equilibrio e<br />

<strong>un</strong>a stabilità precaria ma che <strong>un</strong>a volta chiuso, dalla chiave di volta, assume <strong>un</strong>a stabilità e <strong>un</strong>a<br />

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