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Le bandiere della CGIL e delle sue strutture in Toscana : un primo ...

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Questa bandiera, come tricolore, probabilmente è più antica e la tela potrebbe essere addirittura<br />

anteguerra, <strong>in</strong> quanto sulla parte bianca che porta la scritta si trovano lievi aloni relativi a due<br />

piccoli scudi affiancati (stemma sabaudo e stemma con fascio?) che potrebbero essere stati tolti e la<br />

stoffa riutilizzata per la creazione <strong>della</strong> nostra bandiera.<br />

Per le poche <strong>bandiere</strong> riferibili ai primi due decenni del ‘900 la datazione è abbastanza certa <strong>in</strong><br />

quanto quella degli autoferrotramvieri di Firenze e quella <strong>della</strong> Camera del lavoro di Pontedera sono<br />

state salvate durante il periodo fascista facendole conservare da persone che a Liberazione avvenuta<br />

le hanno riconsegnate alle <strong>strutture</strong> s<strong>in</strong>dacali di appartenenza. Nella cornice di quella degli<br />

autoferrotramvieri c’è anche <strong>un</strong>a copia <strong>della</strong> lettera di r<strong>in</strong>graziamento fatta dal segretario del<br />

s<strong>in</strong>dacato e <strong>in</strong> parte già riportata <strong>in</strong> cima al presente testo.<br />

La datazione è <strong>un</strong> po’ più aleatoria per le <strong>bandiere</strong> riferentesi alle leghe o alla mutua dei panettieri<br />

per le quali non siamo riusciti a trovare notizie certe ma soltanto basandoci su dati estr<strong>in</strong>seci,<br />

(motivi decorativi, iconografia, <strong>in</strong>testazioni, ecc.) abbiamo potuto cronologicamente assegnarle ad<br />

<strong>un</strong> arco temporale che varia dalla f<strong>in</strong>e del XIX secolo agli anni ’20 del sec. XX, come si ev<strong>in</strong>ce<br />

dalle s<strong>in</strong>tetiche note storiche che accompagnano le relative schede.<br />

Oltre alla datazione, altri elementi importanti <strong>delle</strong> <strong>bandiere</strong> sono rappresentati dai motivi<br />

iconografici e dalle iscrizioni <strong>in</strong> esse contenute, che <strong>in</strong>sieme ai colori utilizzati sono gli elementi più<br />

significativi di tali manufatti.<br />

Possiamo def<strong>in</strong>ire l’iconografia come <strong>un</strong> l<strong>in</strong>guaggio figurato e come il complesso <strong>delle</strong><br />

raffigurazioni “sistematiche” relative ad <strong>un</strong> soggetto o a discipl<strong>in</strong>e e argomenti particolari.<br />

Esso rappresenta quel complesso di “segni” visivi che, tramite l’utilizzazione sistematica, servono<br />

ad identificare e def<strong>in</strong>ire <strong>un</strong> soggetto od <strong>un</strong> argomento. Questo complesso l<strong>in</strong>guaggio di immag<strong>in</strong>i<br />

visive stratificato nel tempo riusciamo ad <strong>in</strong>terpretarlo attraverso l’iconologia, che ha come oggetto<br />

l’<strong>in</strong>terpretazione di simboli, figure allegoriche, emblemi e simili.<br />

Nel nostro caso, specie per le <strong>bandiere</strong> ancora possedute dalle nostre <strong>strutture</strong> s<strong>in</strong>dacali, siamo<br />

davanti a manufatti spesso privi di <strong>un</strong> vero contenuto iconografico o contenenti <strong>un</strong>a iconografia<br />

m<strong>in</strong>ima, raramente siamo davanti ad <strong>un</strong> l<strong>in</strong>guaggio visivo complesso; Ciò è spesso legato a <strong>un</strong><br />

discorso temporale di creazione dei manufatti e alle difficoltà ad esso collegate (eventi bellici).<br />

Gli elementi iconografici spesso (ma non esclusivamente) sono mutuati dai motivi e dal l<strong>in</strong>guaggio<br />

allegorico <strong>della</strong> tradizione classica, di quella socialista, di quella massonica ecc.<br />

L’iconografia, spesso, recepisce elementi di derivazione colta e di contenuto complesso che<br />

vengono rielaborati e rese “leggibili” sia semplificandole sia aiutandone la lettura, più larga<br />

possibile, con didascalie, scritte esemplificative, motti o parole d’ord<strong>in</strong>e.<br />

E’ dall’ultimo quarto del secolo XIX che il movimento operaio coltiva e sviluppa <strong>un</strong>’iconografia<br />

legata al miglioramento sociale e a quell’anelito verso <strong>un</strong>a società futura migliore che può <strong>in</strong> larga<br />

parte identificarsi con l’emblema del “ sole nascente“, cioè con l’affermarsi e diffondersi dei<br />

pr<strong>in</strong>cipi di giustizia e di eguaglianza sociale.<br />

Iconograficamente sarà proprio il sole nascente <strong>un</strong>o dei simboli più stabili e adoperati per raffigurare<br />

questo camm<strong>in</strong>o progressivo verso l’emancipazione del movimento operaio.<br />

Il rilevante impulso organizzativo dei secoli XIX-XX apre al movimento operaio nuove e molteplici<br />

strade e consente la sua penetrazione socio-culturale <strong>in</strong> ambienti sempre più ampi e diversificati.<br />

In questo processo di sviluppo organizzativo, politico, culturale, <strong>della</strong> classe operaia viene<br />

elaborato, codificato, ritualizzato, <strong>un</strong> apparato simbolico e iconografico di autorappresentazione<br />

sempre più elaborato e complesso, che con poche varianti perdurerà nel tempo, per pervenire, <strong>in</strong><br />

diversi casi, f<strong>in</strong>o a noi.<br />

Sp<strong>un</strong>ti e fonti iconografiche rilevanti sono quelle legate agli strumenti dei mestieri e ad alc<strong>un</strong>i<br />

lavori tipici di operai e/o contad<strong>in</strong>i.<br />

Anche i motivi naturali legati al corso degli astri, o quelli vegetali sono utilizzati nell’iconografia,<br />

così come la figura umana o <strong>sue</strong> parti. Molto importanti sono i risvolti iconografici legati alla<br />

vocazione <strong>in</strong>ternazionalista del movimento operaio, anche se diversificate dalle culture e sensibilità<br />

nazionali e territoriali. L’appropriazione e la rielaborazione di motivi iconografici e simbolici da<br />

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