<strong>Le</strong> <strong>bandiere</strong> <strong>della</strong> <strong>CGIL</strong> e <strong>delle</strong> <strong>sue</strong> <strong>strutture</strong> <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong> : <strong>un</strong> <strong>primo</strong> censimento A cura di Calogero Governali Centro documentazione e Archivio storico <strong>CGIL</strong> <strong>Toscana</strong> Firenze, dicembre 2007 2
<strong>Le</strong> <strong>bandiere</strong> <strong>della</strong> <strong>CGIL</strong> e <strong>delle</strong> <strong>sue</strong> <strong>strutture</strong> <strong>in</strong> <strong>Toscana</strong> : <strong>un</strong> <strong>primo</strong> censimento Chiamasi bandiera <strong>un</strong> drappo di stoffa, di <strong>un</strong>o o più colori e disegni, di forma e dimensione varia attaccato, per <strong>un</strong>o dei lati, ad <strong>un</strong>’asta, simboleggiante <strong>un</strong>o Stato, <strong>un</strong>a città, <strong>un</strong>’associazione, <strong>un</strong> partito, <strong>un</strong> corpo militare, o com<strong>un</strong>ità di persone raccolte per svolgere azione com<strong>un</strong>e e concorde. Nella bandiera possiamo dist<strong>in</strong>guere varie parti: vedi fig. 1 Fig. 1 e a seconda <strong>della</strong> forma del drappo e del modo di fissarlo all’asta possiamo dist<strong>in</strong>guerle <strong>in</strong>: Stendardo Vessillo Gonfalone Labaro Orifiamma Fiamma La bandiera, <strong>in</strong> senso figurato è l’<strong>in</strong>segna, il simbolo dell’ideale o dell’op<strong>in</strong>ione a cui ci si ispira e per il quale si lotta. E’ per questo che tra tutti i materiali prodotti per rappresentare <strong>un</strong> ente o <strong>un</strong>’organizzazione (tessere, dist<strong>in</strong>tivi, ...) quella che tra tutte diventa il simbolo identificativo per antonomasia dei cittad<strong>in</strong>i, degli associati, degli adepti, è la bandiera. Per poter esprimere tutto quello che tale oggetto, dalla forte connotazione simbolica, racchiude non trovo di meglio che riportare le parole semplici e toccanti del segretario degli autoferrotramvieri fiorent<strong>in</strong>i per r<strong>in</strong>graziare chi aveva salvato la loro bandiera dalle razzie fasciste. “ Firenze, 22 giugno 1945 Gent.ma Sig.ra Parent<strong>in</strong>i, abbiamo accettato con immensa gioia il ritorno del nostro vecchio e glorioso vessillo, ricercato <strong>in</strong>utilmente e per l<strong>un</strong>go tempo dai manganellieri fascisti che <strong>in</strong>tendevano distruggere con esso la fede e la speranza dei tranvieri fiorent<strong>in</strong>i. E’ ritornato a noi il simbolo <strong>delle</strong> nostre lotte e dei nostri sacrifici per opera di <strong>un</strong> compagno, che ha operato nel silenzio e che si è mantenuto nel rischio durante i l<strong>un</strong>ghi ed oscuri anni <strong>della</strong> tirannide..”. Quelle sopra riportate, sono le parole scritte da <strong>un</strong>a persona che aveva vissuto, come tutta la sua generazione, l’orgia retorica di <strong>un</strong> ventennio <strong>in</strong> cui tutto doveva cedere al b<strong>in</strong>omio bandiera-patria. Retorica che ancor prima, e per secoli, era servita a re e regnanti come strumento di organizzazione del consenso per i loro regimi più o meno assoluti. Ma come si vede, anche nelle classi subalterne, la libera adesione ad <strong>un</strong>’ideale è rappresentata dalla bandiera, emblema collettivo e popolare di lotta e di identificazione a cui si deve attaccamento e amore, sentimento quest’ultimo attenuato e reso pudico dall’abuso e dall’uso strumentale fattone dalle classi egemoni. Da questo p<strong>un</strong>to di vista può ritenersi illum<strong>in</strong>ante l’uso del tricolore nazionale per la realizzazione di <strong>bandiere</strong> s<strong>in</strong>dacali. La lotta di liberazione e la Resistenza, che hanno avuto il 3 Fig. 2