pisana i com<strong>un</strong>i di: Castelfranco di Sotto, Montopoli Val d’Arno, San M<strong>in</strong>iato, Santa Croce sull’Arno e Santa Maria a Monte f<strong>in</strong>o ad allora appartenuti alla prov<strong>in</strong>cia di Firenze. Voglio da ultimo r<strong>in</strong>graziare quanti hanno contribuito al presente lavoro con le loro segnalazioni, <strong>in</strong>formazioni e immag<strong>in</strong>i <strong>delle</strong> <strong>bandiere</strong> tra questi: Moreno Bertelli e Roberta Ciangherotti per Pisa e prov<strong>in</strong>cia, Gennaro Andreozzi per S. Croce sull’Arno, Roberto Bardi <strong>della</strong> Flai, Crist<strong>in</strong>a Settimelli <strong>della</strong> Filtea, Paoli e Patrizia dei chimici fiorent<strong>in</strong>i, Luca Barbetti per gli elettrici, Giovanni Occhip<strong>in</strong>ti per la CdL di Empoli, Sergio Fros<strong>in</strong>i per Pistoia e prov<strong>in</strong>cia, Ganap<strong>in</strong>i per la Flai di Grosseto, Nenci per la CdL di Livorno e prov., Gabriele Innocenti per Arezzo e prov<strong>in</strong>cia. Un r<strong>in</strong>graziamento e <strong>un</strong> riconoscimento particolare è dovuto al lavoro <strong>della</strong> Fondazione Gobetti, che <strong>un</strong>itamente all’Istituto storico <strong>della</strong> Resistenza <strong>in</strong> Piemonte, all’Archivio Centrale dello Stato e al Museo nazionale del Risorgimento hanno curato la mostra “Un’altra Italia nelle <strong>bandiere</strong> dei lavoratori”e per il prezioso e accurato catalogo al quale abbiamo att<strong>in</strong>to a piene mani per la descrizione <strong>delle</strong> <strong>bandiere</strong> dell’appendice. Un r<strong>in</strong>graziamento particolare a Luigi Mart<strong>in</strong>i curatore <strong>della</strong> mostra “Rossa” per le immag<strong>in</strong>i fornite. Cenni sulla conservazione dei manufatti (piccolo decalogo per le nostre <strong>strutture</strong>) La conservazione dei manufatti su stoffa è soggetta ai criteri generali per la conservazione <strong>delle</strong> stoffe. La stoffa essendo composta da fibre di vario genere (cotone, l<strong>in</strong>o, lana, seta, ecc.) <strong>in</strong>trecciate perpendicolarmente tra loro (ordito e trama) devono esse per prima cosa preservate da quegli agenti fisici e chimici che possono alterare o distruggere sia il materiale con cui è costituita (umidità, calore <strong>in</strong>tenso, fuoco, ecc.) sia alterare la mutua giacitura <strong>delle</strong> fibre tra di loro (lacerazione, strappi, sfilature) ecc. Nel nostro caso dobbiamo anche preoccuparci degli elementi accessori <strong>in</strong>timamente <strong>un</strong>ite al tessuto <strong>primo</strong> tra tutti il colore, ma anche ricami, applicazioni, pitture ecc. La stoffa e questi elementi possono essere danneggiati anche da: Luce, (soprattutto luce diretta solare), Polvere, fumo, fuligg<strong>in</strong>e, Acqua e umidità con conseguenti muffe che possono svilupparsi, Insetti (tarme per i tessuti <strong>in</strong> lana), Sostanze acide, sostanze grasse, sostanze provenienti da ossidazione di elementi ferrosi e vari, Nostra prima preoccupazione dovrà essere qu<strong>in</strong>di quella di preservare i manufatti dal deterioramento più o meno grave che questi elementi possono provocare. <strong>Le</strong> <strong>bandiere</strong> pertanto andrebbero conservate preferibilmente al buio ripiegate entro cassetti o scatole di cartone non acido (da evitare cassetti di mobili metallici o scatole di metallo che con fenomeni di condensa possono arrugg<strong>in</strong>irsi macchiando e danneggiare irreparabilmente le <strong>bandiere</strong>). Questa collocazione protegge le <strong>bandiere</strong> anche dalla polvere, dalla luce e dagli <strong>in</strong>setti e da altri elementi che possono danneggiarle. Qualora si volessero esporre, le <strong>bandiere</strong>, dovranno essere protette opport<strong>un</strong>amente con teche o espositori adeguati, non andrebbero <strong>in</strong>corniciate e nel malaugurato caso che lo fossero non esposte per l<strong>un</strong>ghi periodi di tempo. Un piccolo decalogo per <strong>un</strong>a buona conservazione fornitoci dal laboratorio di restauro del Museo del tessuto di Prato è il seguente: E’ da evitare <strong>in</strong> modo assoluto di esporle e collocarle alla luce solare diretta; La sistemazione espositiva <strong>in</strong> cornice sotto vetro, oltre all’azione meccanica di schiacciamento dannosa per i ricami, potrebbe causare la formazione di microrganismi o muffe, dannosi per il manufatto tessile; nel caso si decida d<strong>un</strong>que questo genere di collocazione bisogna fare <strong>in</strong> modo che circoli l’aria, qu<strong>in</strong>di lasciare almeno 1 cm si spazio tra la bandiera ed il vetro. Assolutamente da evitare l’<strong>in</strong>collaggio <strong>delle</strong> <strong>bandiere</strong> poiché le colle sono perlopiù irreversibili e dannose per la buona conservazione del tessuto. Se le <strong>bandiere</strong> sono <strong>in</strong> buone condizioni si consiglia di esporle per <strong>un</strong> periodo non superiore a 6 mesi, e <strong>in</strong> seguito riporle al buio. 12
Se possibile si consiglia di riporre i manufatti tessili degradati <strong>in</strong> piano e coperte da carta vel<strong>in</strong>a non acida, per evitare l’accumulo del particellato pulviscolare. Diamo qui di seguito <strong>un</strong> esempio concreto dei danni provocati da <strong>un</strong>a scorretta conservazione <strong>in</strong> <strong>un</strong>a bandiera <strong>in</strong>corniciata ed esposta per l<strong>un</strong>go tempo. Estrazione <strong>della</strong> bandiera dalla cornice 13