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matilde di canossa - Provincia di Reggio Emilia

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del montanaro reggiano, raccolte in <strong>di</strong>verse pubblicazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti anni<br />

dell’ultimo secolo appena trascorso.<br />

Infatti, se da un lato la montagna reggiana trabocca della tra<strong>di</strong>zione ovina,<br />

praticata da parecchie famiglie nel corso dei secoli, tanto che Filippo Re, nel<br />

suo Viaggio agronomico per la montagna reggiana del 1800, ricorda che in Appennino<br />

erano censite circa 67111 pecore e 14376 capre, a fronte <strong>di</strong> 5043 buoi, 8273<br />

vacche ed 11300 suini, un numero così grande non corrisponde ad un consumo<br />

quantitativamente importante <strong>di</strong> carne ovina. La pecora è allevata con grande<br />

cura, la veterinaria popolare ricorre a tutto il suo sapere per salvaguardare la<br />

salute <strong>di</strong> un animale tanto importante per l’economia domestica, anche se <strong>di</strong><br />

essa si utilizzava il latte per i latticini e la lana, mentre la carne veniva consumata<br />

solo al termine del ciclo vitale.<br />

La tra<strong>di</strong>zione locale è impermeata dell’amore del montanaro per le pecore, il<br />

Gigante Cusna era un pastore, la toponomastica locale tra<strong>di</strong>sce luoghi de<strong>di</strong>cati<br />

al ciclo lavorativo dell’animale, ad esempio il rio Lavero dove venivano lavate<br />

le pecore prima della tosatura, ma solo nella fascia del territorio <strong>di</strong> Baiso la<br />

tra<strong>di</strong>zione ci tramanda un consumo costante e ra<strong>di</strong>cato <strong>di</strong> carne <strong>di</strong> ovino, sotto<br />

forma delle note barzigole o <strong>di</strong> altra natura.<br />

Anche nel Me<strong>di</strong>oevo quin<strong>di</strong> ed in epoca matil<strong>di</strong>ca, la pecora era un animale<br />

tenuto fortemente in considerazione, immancabile nelle stalle, fornitore <strong>di</strong> lana,<br />

latticini e carne.<br />

La barzigola ed il violino, sono prodotti quin<strong>di</strong> a forte marchiabilità matil<strong>di</strong>ca,<br />

ra<strong>di</strong>cati da secoli nella cultura locale <strong>di</strong> un territorio ristretto e compresso, che<br />

ne ha favorito la custo<strong>di</strong>a ed il mantenimento.<br />

I ricettari antichi non parlano <strong>di</strong> barzigole o <strong>di</strong> violino, ma più facilmente <strong>di</strong> carne<br />

<strong>di</strong> agnello, pecora o castrato, sotto <strong>di</strong>verse forme e preparazioni.

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