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matilde di canossa - Provincia di Reggio Emilia

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RISO<br />

BOMBA DI RISO<br />

Per quanto riguarda il riso, esso si può definire un prodotto matil<strong>di</strong>zzabile per<br />

eccellenza per vari motivi e testimonianze.<br />

Innanzitutto il riso compare in Europa, introdotto dagli Arabi intorno al VII<br />

secolo dopo Cristo e tramite la conquista araba della Sicilia e del Meri<strong>di</strong>one<br />

viene introdotto in Italia e nell’Europa centrale. Questo si caratterizza da subito<br />

come un prodotto ricco per eccellenza, un simbolo <strong>di</strong> ricchezza e benessere, che<br />

quin<strong>di</strong> non doveva mancare sulle tavole della nobiltà, in un’epoca appunto dove<br />

la tavola ed il cibo erano oltre che nutrimento, ostentazione <strong>di</strong> ricchezza e <strong>di</strong><br />

simbolismo, per sottolineare il proprio potere e prestigio nella società.<br />

Il riso entra sulle tavole me<strong>di</strong>oevali, grazie al piatto più conosciuto del Me<strong>di</strong>oevo,<br />

una pietanza conosciuta in tutta Europa, immancabile in ogni banchetto,<br />

preparato con la medesima ricetta, quasi un precursore dei cibi globalizzati<br />

moderni, (Mc’Donald’s), con lo stesso sapore ovunque: il Biancomangiare.<br />

Questo era un pasticcio <strong>di</strong> riso con spezie e latte, a volte <strong>di</strong> mandorla, nel quale<br />

venivano aggiunti tagli <strong>di</strong> carne, spesso <strong>di</strong> pollo, che venivano cotti in umido.<br />

Tale piatto dalla forte valenza simbolica era emblema <strong>di</strong> prestigio, il suo bianco<br />

doveva essere abbagliante, sinonimo <strong>di</strong> purezza, ricchezza, importanza. Questa<br />

portata attraversa i secoli e finisce nei ricettari settecenteschi senza essere mutata<br />

nel suo insieme, per entrare nella cucina moderna con tutto il suo passato storico,<br />

tanto che anche Pellegrino Artusi, nel suo La scienza in cucina e l’arte <strong>di</strong> mangiare<br />

bene, il volume che secondo la critica co<strong>di</strong>fica per primo la cucina italiana, lo<br />

cita fra i suoi preparati. Ma la menzione più importante è quella <strong>di</strong> Donizone,<br />

il biografo contemporaneo a Matilde <strong>di</strong> Canossa, che ne scrive la Vita Mathil<strong>di</strong>s,<br />

nella quale, la ricorda, raccontando il sontuoso banchetto che la Gran Contessa<br />

offre ai gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>gnitari d’Europa, accorsi a Canossa, nell’Inverno del 1077 per<br />

<strong>di</strong>rimere la spinosa questione sulle Investiture, che aveva raggiunto il suo punto<br />

più pericoloso con la scomunica dell’Imperatore Enrico IV da parte del papa<br />

Gregorio VII. Al termine della <strong>di</strong>sputa conclusasi con il perdono <strong>di</strong> Canossa,<br />

Matilde nel banchetto <strong>di</strong> ringraziamento, che secondo Donizone, sarebbe durato<br />

ad<strong>di</strong>rittura alcuni giorni, viene ricordato uno splen<strong>di</strong>do biancomangiare, la cui<br />

bianchezza e superava tutti gli altri visti fino a quel momento.<br />

Un piatto simile rimane nella gastronomia reggiana a ricordare gli antichi fasti,<br />

la bomba <strong>di</strong> riso, affine <strong>di</strong> aspetto ed ingre<strong>di</strong>enti, anche se il sapore è <strong>di</strong>fferente, in

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