matilde di canossa - Provincia di Reggio Emilia
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gli stessi ingre<strong>di</strong>enti, o elementi o componenti, ma le cui proporzioni variano<br />
secondo l’abilità e il gusto <strong>di</strong> ognuna. Mele e pere, spesso le casaticce, vengono<br />
triturate, frantumate, sbriciolate, strizzate me<strong>di</strong>ante un radein – grattugia<br />
ru<strong>di</strong>mentale rozza e primitiva, <strong>di</strong> fabbricazione famigliare e talvolta occasionale<br />
- e la poltiglia così formata, ottenuta viene pressata e spremuta in un torchietto<br />
o strettoio, del genere <strong>di</strong> quello che si usa per purgare i ciccioli dallo strutto:<br />
e il succo che se ne ricava viene versato in un paiolo e fatto bollire, durante<br />
la bollitura a parziale cottura, vi si buttano dentro pezzetti <strong>di</strong> pere e mele, i<br />
quali, per solito non si sciolgono ne si spappolano completamente, ma restano<br />
pressocchè integri, inalterati. Per parecchie ore viene continuata la bollitura ed<br />
a ogni modo, fino a quando la decozione o la marmellata abbia conseguito una<br />
certa sodezza: il savurett è fatto. Esso viene innanzitutto usato <strong>di</strong>rettamente come<br />
marmellata ed altresì nella formazione <strong>di</strong> dolci, è anche considerato uno sciroppo<br />
e adoperato sciolto nell’acqua per fare una bibita che riesce <strong>di</strong>ssetante e gustosa<br />
che vien bevuta in particolare maniera durante i lavori più spossanti e prolungati<br />
e duri <strong>di</strong> campagna come ad esempio la mietitura: intorno a questo composto<br />
si è formato un ciclo <strong>di</strong> credenze nelle sue virtù, veramente da leggenda, quante<br />
non se ne sono formate, nemmeno in altri tempi per la proverbiale panacea.<br />
Così che oltre ai sopraddetti usi, esso è adoperato come lassativo, non che nella<br />
cura delle scottature, delle sciatiche, delle <strong>di</strong>storsioni, del male ai denti e <strong>di</strong> tante<br />
altre infermità e avversità iatture e sventure…”<br />
Come per altri prodotti, importante per la certificazione è poi la testimonianza<br />
che Narsete Iori ed Alessandra Galluzzi lasciano nel 1985 nel Breve manuale del<br />
mangiare reggiano, descrivendo accuratamente quello che chiamano savoretto, savurett,<br />
mosto cotto, saporetto: “…2 litri <strong>di</strong> mosto cotto, 1 chilo <strong>di</strong> mele cotogne, 3 pere<br />
della qualità denominata Nobile, 3 pere <strong>di</strong> qualsiasi qualità, 3/4 mele Ranette,<br />
1 fetta <strong>di</strong> zucca gialla, la buccia <strong>di</strong> un’arancia, le dosi <strong>di</strong> questa specialissima<br />
ricetta variano da massaia a massaia, ed è comunque ancora utilizzata non solo<br />
come componente per il pesto dei tortellini fritti, o al forno, ma anche come<br />
marmellata, come bibita (<strong>di</strong>luita con acqua è molto <strong>di</strong>ssetante e rinfrescante),<br />
come portentoso me<strong>di</strong>camento contro le scottature, il mal <strong>di</strong> denti, la sciatica e<br />
cento altre cose che le tra<strong>di</strong>zioni popolari ci hanno tramandato…”<br />
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