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matilde di canossa - Provincia di Reggio Emilia

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e resa farinosa. Compaiono a questo punto frittelle, polenta, castagnacci,<br />

minestre ed altre svariate preparazioni. A testimoniare il grande utilizzo che<br />

la culinaria reggiana faceva della castagna come ingre<strong>di</strong>ente per la dolciaria<br />

e non solo, appare un manoscritto ine<strong>di</strong>to <strong>di</strong> Natale Tedeschi, dal titolo Vari<br />

Rime<strong>di</strong>, conservato alla Biblioteca Municipale “A. Panizzi” <strong>di</strong> <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong>,<br />

che nella Sezione Conservazione, annovera un volume cartaceo, databile tra<br />

il 1701 ed il 1800, che elenca ricette e preparazioni varie della gastronomia<br />

locale. In particolare tra le varie ricette menzionate, si fa memoria <strong>di</strong> un bu<strong>di</strong>no<br />

<strong>di</strong> castagne, descritto con questa preparazione: “…prendete due bicchieri <strong>di</strong><br />

latte. Fateli riscaldare in seguito prendete trenta castagne e dopo averle cotte<br />

nell’acqua, bisogna metterle nel latte e passatele tutte nel setaccio. Prendete<br />

tre rossi d’uovo e sbatteteli con tre cucchiai <strong>di</strong> zucchero, sbattete in seguito tre<br />

chiare e unitele a tutto il resto, metteteli in una forma e fatela cuocere a Bagno<br />

Maria…”<br />

FRITTELLE DI CASTAGNA<br />

Di questa preparazione dolciaria tipica della gastronomia reggiana, che a volte<br />

prende il nome <strong>di</strong> Fritlot o Fritloc, ne parla già nel 1945 Luigi Camparini nel suo<br />

Cucina tra<strong>di</strong>zionale reggiana, in questo modo: “…con un intriso <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> castagne<br />

e acqua leggerissimamente salato e versato a cucchiaiate entro una padella ove<br />

bolla olio o strutto, si fanno frittelle, specie <strong>di</strong> migliacciuole dette appunto fertlott<br />

che eccitano la ghiottoneria dei fanciulli. In pianura invece l’intriso viene fatto<br />

con farina <strong>di</strong> castagne stemperata nel latte, talora leggermente addolcito con<br />

zucchero, più frequentemente profumato con buccia <strong>di</strong> limone grattugiata;<br />

l’intriso viene quin<strong>di</strong> versato nella padella a cucchiaiate e fritto con olio,<br />

oppure, ma raramente con strutto. Il prodotto è denominato fritelli ed fareina ed<br />

castagna…”<br />

Il Breve Manuale del mangiare reggiano del 1985, le cita in questo modo: “…frittelle<br />

<strong>di</strong> castagna, fritloc o frittelle <strong>di</strong> castagne, 300 grammi <strong>di</strong> farina <strong>di</strong> castagne, 1<br />

bicchiere <strong>di</strong> latte, 1 bicchiere <strong>di</strong> acqua, 1 presa <strong>di</strong> sale. Preparate con la farina <strong>di</strong><br />

castagne, il sale, il latte, l’acqua una pastella abbastanza morbida, che preleverete<br />

a cucchiaiate e friggerete nello strutto bollente (questa è una tipica preparazione<br />

della montagna reggiana, ancora oggi assai gra<strong>di</strong>ta)…”

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