14.06.2013 Views

matilde di canossa - Provincia di Reggio Emilia

matilde di canossa - Provincia di Reggio Emilia

matilde di canossa - Provincia di Reggio Emilia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Luigi Camparini la cita fra le torte tipiche per eccellenza della tra<strong>di</strong>zione<br />

gastronomica reggiana, accompagnata ad altre preparazioni, quali la torta nera,<br />

la Fiat, quella <strong>di</strong> tagliatelle, il biscione e la ciambella reggiana.<br />

Nel Breve manuale del mangiare reggiano, la ricetta è riassunta in queste parole: “...per<br />

una tortiera <strong>di</strong> <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> circa 25 centimetri occorrono, 300 grammi <strong>di</strong> riso,<br />

300 grammi <strong>di</strong> zucchero, 1 litro e ½ <strong>di</strong> latte, 100 grammi <strong>di</strong> mandorle, 4 uova<br />

intere, la buccia <strong>di</strong> un limone grattugiato, 2/300 grammi <strong>di</strong> Sassolino. Cuocere<br />

il riso nel latte per circa 25 minuti, lasciandolo abbastanza liquido. Aggiungere<br />

le mandorle tritate grossolanamente, la buccia del limone grattugiata e non<br />

appena il composto sarà ben freddo, le uova intere ed il liquore. Preparare un<br />

pasta frolla, foderare con essa la tortiera che avete precedentemente imburrata<br />

ed infarinata, riempitela con il riso. Cuocere per circa un’ora al forno con calore<br />

moderato. Per ottenere una superficie dorata basterà che battiate il tuorlo <strong>di</strong> un<br />

uovo con l’aiuto <strong>di</strong> un pennello, pitturiate la superficie della torta dopo circa<br />

20 minuti <strong>di</strong> cottura. Esistono molte varianti a questa classica ricetta, si può ad<br />

esempio cuocerla senza scatola <strong>di</strong> pasta frolla, si possono montare gli albumi in<br />

neve, invece <strong>di</strong> mescolarli con i tuorli al riso freddo. La torta sarà più leggera e<br />

gonfia. Si può evitare l’aggiunta delle mandorle...”<br />

TORTELLI VERDI<br />

Anche il tortello può essere considerato una pietanza me<strong>di</strong>oevale per eccellenza,<br />

quin<strong>di</strong> meritevole <strong>di</strong> rientrare nel novero dei prodotti matil<strong>di</strong>zzabili. La sua<br />

tra<strong>di</strong>zione affonda nel passato storico italiano e trova la sua nascita nella filosofia<br />

del riciclo tipico delle epoche passate, allorquando non si poteva, vista la scarsità<br />

dei prodotti, buttare via nulla riguardasse la tavola. Proprio per questo motivo<br />

sembra sia nata l’usanza delle paste ripiene, tortelli, ravioli, cappellacci, agnolotti<br />

e quant’altre presenti in maniera massiccia nella tra<strong>di</strong>zione gastronomica <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fferenti città. Per quanto riguarda il tortello, la culinaria storica sembrerebbe<br />

attribuire ad esso un’origine <strong>di</strong> poco posteriore all’anno Mille, in particolare<br />

nel XI secolo e derivante dalla cultura longobarda, nella quale il ra<strong>di</strong>cato<br />

noma<strong>di</strong>smo che ne stava alla base, la obbligava a riciclare ogni cibo che veniva<br />

consumato. Nasce quin<strong>di</strong> la necessità <strong>di</strong> recuperare le carni consumate in umido<br />

o arrosto, i formaggi freschi, che <strong>di</strong>ventano elemento principale <strong>di</strong> timballi,<br />

tortelli e pasticci, che permettevano alla sfoglia o pasta fresca <strong>di</strong> avvolgere un<br />

ricco ripieno. I tortelli nati per necessità, <strong>di</strong>ventano anche l’occasione <strong>di</strong> essere<br />

riempiti con quello che la natura offriva sul momento e da qui i vari ripieni

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!