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matilde di canossa - Provincia di Reggio Emilia

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Il Libro settecentesco della famiglia Cassoli, che racchiude ricette e preparazioni<br />

culinarie reggiane, parla <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse pietanze preparate con carne ovina, ma non<br />

<strong>di</strong> barzigole: lingua <strong>di</strong> montone piena, zampe <strong>di</strong> montone o castrato piene, zampe con cocomero,<br />

in Sornì, spalla <strong>di</strong> montone o castrato al forno, girata, coda <strong>di</strong> montone o castrato con il riso,<br />

alla prussiana, gigotto <strong>di</strong> montone o castrato alla reale, braciole <strong>di</strong> montone o castrato con rape,<br />

gigotto <strong>di</strong> montone girato con cocomero, comodato, all’inglese, con cavolfiori, lingua <strong>di</strong> montone<br />

girata.<br />

Il Ricettario <strong>di</strong> Casa Re, specifico per la cucina ricca europea e soprattutto <strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>zione reggiana anch’esso della fine del Settecento invece, non parla <strong>di</strong><br />

carne <strong>di</strong> ovino, mentre La Cuciniera Maestra <strong>di</strong> Leopoldo Bassi del 1884, cita<br />

a tale riguardo, fricassea <strong>di</strong> agnello, la cui ricetta: “…prendete un pezzo <strong>di</strong><br />

agnello dalla parte davanti, tagliatelo a pezzetti e mettetelo in un tegame con<br />

un bicchiere <strong>di</strong> aceto, un poco <strong>di</strong> cipolla, pepe e spezie, lasciatevelo due ore, poi<br />

levatelo e mettetelo nella padella asciutta e friggetelo un poco intanto che sfumi<br />

l’acqua, poi aggiungetevi un soppesto <strong>di</strong> lardo e friggetelo fino che sia venuto bel<br />

rosso, poi levatelo, mettetelo in una casseruola con burro e una scorza <strong>di</strong> limone<br />

e fatelo bollire fino che sia cotto, poi mettetelo in un piatto e levatevi le scorze <strong>di</strong><br />

limone e mandatelo in tavola…” Vengono inoltre citate le costolette <strong>di</strong> montone:<br />

“…prendete delle costolette <strong>di</strong> montone, che batterete leggermente onde dare<br />

loro la migliore forma, spolverizzate <strong>di</strong> sale, pepe e un poco <strong>di</strong> garofano pesto,<br />

marinatele nell’olio per mezz’ora circa, in<strong>di</strong> fatele cuocere a fuoco ardente,<br />

affinchè il sugo riesca ben concentrato e servitele con il limone…”<br />

La più antica testimonianza e<strong>di</strong>ta che descrive la ricetta per le barzigole è datata<br />

1985, quin<strong>di</strong> in linea con i venticinque anni che devono passare per ottenere la<br />

certificazione S.T.G. e si trova su <strong>di</strong> un volume <strong>di</strong> Maria Alessandra Iori Galluzzi<br />

e Narsete Iori, dal titolo Breve manuale del mangiare reggiano: “…barzigole, per 6<br />

persone occorre 1 chilo <strong>di</strong> spinale <strong>di</strong>sossato <strong>di</strong> pecora tagliato a fette. Preparare<br />

una concia con aglio, rosmarino, sale, pepe e vino bianco. Lasciare la carne in<br />

concia per un giorno ed al momento <strong>di</strong> cuocerla scolare la concia e appoggiarla<br />

sulla gratella calda…”<br />

Vengono inoltre citati i budellini <strong>di</strong> agnello: “…acquistare il cosìddetto pezzo <strong>di</strong><br />

latte, aprirlo e lavarlo molto bene. Metterlo in concia per una notte con acqua,<br />

sale e aceto. Trascorso questo tempo, scolare la concia e cuocerlo in padella<br />

fino alla completa evaporazione dell’acqua contenuta. In<strong>di</strong> tagliare i budellini a<br />

da<strong>di</strong>ni. A parte preparare un trito con poco aglio, prezzemolo, burro, olio, farvi<br />

soffriggere la carne, bagnare con mezzo bicchiere <strong>di</strong> vino bianco secco, sale,<br />

pepe e tirare a cottura con 250 grammi <strong>di</strong> pomodori pelati da conserva…”<br />

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