le privatizzazioni in italia dal 1992 - Mediobanca Ricerche e Studi ...
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quali 467 mila dipendenti del<strong>le</strong> società oggetto di collocamento (Tab. 3.2). Le<br />
offerte più richieste sono state, nell’ord<strong>in</strong>e, l’ENEL (3,8 milioni di<br />
risparmiatori), la Banca MPS la Te<strong>le</strong>com Italia e la F<strong>in</strong>meccanica (circa 2<br />
milioni ciascuna). La partecipazione dei dipendenti ha raggiunto un massimo<br />
di 95 mila tra il persona<strong>le</strong> Te<strong>le</strong>com Italia, seguita dai 70 mila dell’ENEL.<br />
Come risultato, <strong>le</strong> imprese <strong>in</strong>teressate da queste OPV sono oggi quel<strong>le</strong> che<br />
contano il maggior numero di soci: ENEL, ENI, Autostrade, BNL e Te<strong>le</strong>com<br />
Italia contano su un azionariato comp<strong>le</strong>ssivo di 6,9 milioni di persone. Questo<br />
dato si confronta con il milione circa di azionisti del<strong>le</strong> prime 5 del<strong>le</strong><br />
tradizionali blue chips (Fiat, Mediaset, Generali, Banca Intesa e Montedison)<br />
(Tab. 3.3).<br />
3.3 Effetti sulla consistenza del list<strong>in</strong>o<br />
La Tab. 3.4 riporta la capitalizzazione dei primi trenta titoli azionari<br />
quotati nella Borsa <strong>italia</strong>na nel <strong>1992</strong> e alla f<strong>in</strong>e del giugno scorso. I titoli di<br />
imprese pubbliche oggetto di OPV nel periodo hanno sensibilmente<br />
aumentato il loro peso; <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di capitalizzazione comp<strong>le</strong>ssiva, essi sono<br />
passati <strong>dal</strong> 32,5% del tota<strong>le</strong> nel <strong>1992</strong> al 51,9% nel giugno 2000. In realtà,<br />
vo<strong>le</strong>ndo misurare appieno l’<strong>in</strong>fluenza di queste società nel paniere dei blue<br />
chips occorrerebbe tener conto anche della TIM (nata nel 1995 da uno<br />
scorporo <strong>dal</strong>la attua<strong>le</strong> Te<strong>le</strong>com Italia), della Rolo Banca (controllata<br />
<strong>dal</strong>l’UniCredito Italiano) e della Banca Fideuram (controllata <strong>dal</strong> San Paolo<br />
IMI), con il che l’anzidetta quota salirebbe al 67% circa. Questa percentua<strong>le</strong><br />
scende al 63% ove si tenga conto del<strong>le</strong> so<strong>le</strong> azioni flottanti sul mercato. E’<br />
<strong>in</strong>f<strong>in</strong>e da ri<strong>le</strong>vare che è aumentato lo spessore del<strong>le</strong> società quotate: il loro<br />
valore rappresentava nel <strong>1992</strong> il 7,6% del PIL, mentre nel giugno 2000<br />
l’<strong>in</strong>cidenza era salita al 51,9% (all’<strong>in</strong>circa la stessa quota contando solo il<br />
flottante). La variazione di oltre 44 punti è attribuibi<strong>le</strong> per poco meno dei sei<br />
decimi al maggior valore del<strong>le</strong> società pubbliche oggetto di collocamento.<br />
Nonostante gli smobilizzi abbiano riguardato <strong>in</strong> misura consistente<br />
ENI ed ENEL, due società non ancora a controllo pubblico, <strong>le</strong> <strong>privatizzazioni</strong><br />
hanno comportato una riduzione consistente del peso del<strong>le</strong> azioni quotate<br />
appartenenti all’area stata<strong>le</strong>. Assumendo come riferimento <strong>le</strong> so<strong>le</strong> azioni<br />
flottanti così come calcolate <strong>dal</strong>l’Ufficio <strong>Studi</strong> di <strong>Mediobanca</strong>, tra l’<strong>in</strong>izio del<br />
1996 e il giugno 2000 la quota del pubblico è dim<strong>in</strong>uita di 24,5 punti<br />
nell’<strong>in</strong>dustria e di 3,4 punti nel comparto bancario-assicurativo:<br />
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