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Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

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le forze spontanee, aggressive, sopraffattrici, le quali sono in grado<br />

<strong>di</strong> fornire nuove interpretazioni, nuove <strong>di</strong>rettive e nuove forme, al<br />

cui effetto soltanto segue «l'adattamento», in tal modo viene<br />

rinnegato, nell'organismo stesso, <strong>il</strong> ruolo egemonico degli elementi<br />

addetti alle funzioni più elevate, nei quali la volontà <strong>di</strong> vita si<br />

manifesta attivamente e formativamente. Si pensi a ciò che Huxley ha<br />

rimproverato a Spencer - <strong>il</strong> suo «nich<strong>il</strong>ismo amministrativo»: ma si<br />

tratta <strong>di</strong> molto <strong>di</strong> più che «amministrare»...<br />

13.<br />

Per tornare dunque in argomento, cioè alla "pena", in essa si devono<br />

<strong>di</strong>stinguere due aspetti: da una parte, ciò che in essa è relativamente<br />

duraturo, l'uso, l'atto, <strong>il</strong> «dramma», una certa severa sequenza <strong>di</strong><br />

procedure, dall'altra ciò che in essa è "fluido", <strong>il</strong> senso, lo scopo,<br />

l'attesa collegata all'esecuzione <strong>di</strong> tali procedure. Qui si<br />

presuppone, "per analogiam", secondo <strong>il</strong> punto <strong>di</strong> vista, testé esposto,<br />

della metodologia storica, che la procedura stessa sarà qualcosa <strong>di</strong><br />

più antico, <strong>di</strong> precedente la sua finalizzazione alla pena; che<br />

quest'ultima è stata in un primo tempo "introdotta" nella procedura<br />

(già da tempo esistente, ma intesa in un senso <strong>di</strong>verso) e interpretata<br />

entro <strong>di</strong> essa; in breve, che le cose "non" stanno così come avevano<br />

ritenuto, fino ad oggi, i nostri ingenui genealogisti della morale e<br />

del <strong>di</strong>ritto, i quali pensavano tutti che la procedura fosse stata<br />

"inventata" ai fini della pena, così come si era pensato che la mano<br />

fosse stata fatta per afferrare. Per quel che riguarda l'altro aspetto<br />

della pena, quello «fluido», <strong>il</strong> suo «significato», <strong>il</strong> concetto «pena»<br />

non ha più, in effetti, in uno stato molto tardo della civ<strong>il</strong>tà (per<br />

esempio nell'Europa <strong>di</strong> oggi) "un unico" significato, ma tutta una<br />

sintesi <strong>di</strong> «significati»: la storia precedente della pena, la storia<br />

della sua ut<strong>il</strong>izzazione agli scopi più <strong>di</strong>versi, finisce per<br />

cristallizzarsi in una specie <strong>di</strong> unità <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e da <strong>di</strong>stricare,<br />

<strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e da analizzare, e lo si deve riba<strong>di</strong>re, assolutamente non<br />

definib<strong>il</strong>e. (Oggi non è possib<strong>il</strong>e <strong>di</strong>re con certezza "per quale<br />

ragione" si applichi una pena: ogni concetto, in cui si concentri<br />

semioticamente tutto un processo, si sottrae alla definizione; è<br />

definib<strong>il</strong>e solo ciò che non ha storia.) In uno sta<strong>di</strong>o precedente<br />

quella sintesi <strong>di</strong> «significati» appare invece più scin<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e, ancora<br />

più mob<strong>il</strong>e; è ancora possib<strong>il</strong>e percepire come, per ogni singolo caso,<br />

gli elementi della sintesi mo<strong>di</strong>fichino la loro valenza e<br />

conseguentemente si ristrutturino, cosicché ora questo ora<br />

quell'elemento emerge e domina a spese degli altri, anzi in certi<br />

casi, un elemento (come ad esempio lo scopo dell'intimidazione) sembra<br />

eliminare tutti gli altri elementi. Per dare almeno una idea <strong>di</strong> quanto<br />

sia incerto, pregiu<strong>di</strong>ziale, accidentale <strong>il</strong> «significato» della pena e<br />

<strong>di</strong> quanto una sola e identica procedura possa essere usata,<br />

interpretata, rior<strong>di</strong>nata per intenti ra<strong>di</strong>calmente <strong>di</strong>versi, si<br />

consideri lo schema che mi si è offerto sulla base <strong>di</strong> un materiale<br />

relativamente limitato e casuale. Pena come neutralizzazione, come<br />

impe<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> un ulteriore danno. Pena come risarcimento del danno al<br />

danneggiato in una forma qualsiasi (anche in quella <strong>di</strong> una<br />

compensazione d'affetti). Pena come isolamento <strong>di</strong> una turbativa<br />

dell'equ<strong>il</strong>ibrio, come prevenzione <strong>di</strong> un progre<strong>di</strong>re della turbativa<br />

stessa. Pena come inst<strong>il</strong>lazione <strong>di</strong> timore <strong>di</strong> fronte a coloro che<br />

determinano e rendono esecutiva la pena. Pena come una sorta <strong>di</strong><br />

compensazione per i vantaggi <strong>di</strong> cui <strong>il</strong> trasgressore ha goduto fino a<br />

quel momento (per esempio, quando venga ut<strong>il</strong>izzato nelle miniere come<br />

schiavo). Pena come enucleazione <strong>di</strong> un elemento che è in procinto <strong>di</strong><br />

degenerare (in certi casi <strong>di</strong> tutto un ramo, secondo quanto avviene nel<br />

<strong>di</strong>ritto cinese: come mezzo, dunque, per conservare pura la razza o per<br />

la stab<strong>il</strong>izzazione <strong>di</strong> un determinato tipo sociale). Pena come festa,<br />

cioè come violenza e beffa ai danni <strong>di</strong> un nemico finalmente abbattuto.<br />

Pena come memorializzazione, sia per colui cui essa viene inflitta -<br />

<strong>il</strong> cosiddetto «miglioramento», sia per i testimoni dell'esecuzione.

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