14.06.2014 Views

Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

senza dubbio più istruttivo che essere sani - oggi gli "agenti<br />

morbosi" ci sembrano anche più necessari <strong>di</strong> un qualsiasi sciamano e<br />

«salvatore». Oggi noi ci usiamo violenza, noi schiaccianoci<br />

dell'anima, noi inquirenti e inquisiti, come se la vita non fosse<br />

altro che schiacciare noci; proprio con ciò, giorno dopo giorno,<br />

dobbiamo necessariamente farci sempre più problematizzab<strong>il</strong>i e "più<br />

degni" <strong>di</strong> porre problemi e proprio per ciò, forse anche più degni <strong>di</strong><br />

vivere?... Tutte le cose buone sono state un tempo cose cattive; ogni<br />

peccato d'origine si è trasformato in una virtù originaria. Ad<br />

esempio, <strong>il</strong> matrimonio parve a lungo un affronto al <strong>di</strong>ritto della<br />

comunità; una volta si pagava un'ammenda per essere così poco modesti<br />

da prendere una donna tutta per sé (è <strong>il</strong> caso dello "jus primae<br />

noctis", ancora al giorno d'oggi in Cambogia priv<strong>il</strong>egio dei sacerdoti,<br />

questi custo<strong>di</strong> dei «buoni e antichi costumi»). I sentimenti miti,<br />

benevoli, indulgenti e compassionevoli - <strong>il</strong> cui valore crebbe tanto da<br />

farne, alla fine, quasi «i valori in sé», per lunghissimo tempo ebbero<br />

contro proprio <strong>il</strong> <strong>di</strong>sprezzo <strong>di</strong> sé: ci si vergognava della bontà come<br />

oggi della durezza; (confronta "Al <strong>di</strong> là del bene e del male", p.<br />

232). La sottomissione al "<strong>di</strong>ritto": oh, con quanti mai contrasti <strong>di</strong><br />

coscienza le stirpi aristocratiche, dovunque sulla terra, hanno<br />

rinunziato da parte loro alla "vendetta" e concesso al <strong>di</strong>ritto potere<br />

su <strong>di</strong> esse! Il «<strong>di</strong>ritto» è stato a lungo un "vetitum", un crimine,<br />

un'innovazione, apparve con violenza, come violenza cui ci si adattò<br />

solo vergognandosi davanti a se stessi. Ogni minimo passo sulla terra<br />

è stato conquistato a prezzo <strong>di</strong> torture fisiche e spirituali: tutto<br />

questo punto <strong>di</strong> vista «che non solo l'avanzare, ma <strong>il</strong> progre<strong>di</strong>re, <strong>il</strong><br />

movimento e la trasformazione abbiano avuto bisogno dei loro<br />

innumerevoli martiri», l'ho messo in luce in "Aurora", p.p. 17 s.s.<br />

«Niente è stato pagato più caro, vi si <strong>di</strong>ce a p. 19, <strong>di</strong> quel poco <strong>di</strong><br />

ragione umana e <strong>di</strong> sentimento <strong>di</strong> libertà che costituisce oggi <strong>il</strong><br />

nostro orgoglio. Ma è questo orgoglio la causa per cui oggi ci è<br />

impossib<strong>il</strong>e avere gli stessi sentimenti <strong>di</strong> quelle età smisurate della<br />

'eticità del costume', che precedono la 'storia universale', come<br />

reale e decisiva storia <strong>di</strong> base che ha fissato <strong>il</strong> carattere<br />

dell'umanità: in cui <strong>il</strong> soffrire era virtù, la crudeltà virtù, la<br />

falsità virtù, la vendetta virtù, la negazione della ragione virtù; e<br />

al contrario <strong>il</strong> benessere era considerato pericolo, la sete <strong>di</strong> sapere<br />

pericolo, la pace pericolo, la compassione pericolo, l'essere<br />

compassionati un insulto, <strong>il</strong> lavoro un insulto, la follia <strong>di</strong>vinità, la<br />

"mutazione" mancanza <strong>di</strong> eticità e realtà gravida <strong>di</strong> rovina!...»<br />

10.<br />

Nello stesso libro, p. 39, si spiega in quale stima, sotto quale<br />

"pressione" <strong>di</strong> stima dovette vivere la stirpe più antica <strong>di</strong> uomini<br />

contemplativi - tanto più <strong>di</strong>sprezzata, quanto meno era temuta! Agli<br />

inizi la contemplazione è apparsa sulla terra travestita nella figura,<br />

ambigua nell'aspetto, con un cuore cattivo e spesso con una testa<br />

tormentata dall'angoscia: su ciò non esiste alcun dubbio. Quel che c'è<br />

<strong>di</strong> inattivo, <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tabondo, <strong>di</strong> non bellicoso negli istinti degli<br />

uomini contemplativi, provocò intorno a loro, per molto tempo, una<br />

profonda <strong>di</strong>ffidenza: contro ciò non esisteva altro rime<strong>di</strong>o che<br />

incutere decisamente "paura" <strong>di</strong> sé. E in questo gli antichi brahmani<br />

erano gran<strong>di</strong> esperti! I più antichi f<strong>il</strong>osofi seppero dare alla loro<br />

esistenza e al loro apparire un senso, una consistenza e uno sfondo,<br />

grazie ai quali si imparò a "temerli": e a esaminare la cosa con<br />

maggior precisione, ciò derivò da un bisogno ancora più fondamentale,<br />

e cioè per conquistarsi timore e venerazione. Poiché essi trovavano in<br />

se stessi tutti i giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore rivolti "contro" <strong>di</strong> sé, dovevano<br />

sconfiggere ogni specie <strong>di</strong> sospetto e <strong>di</strong> resistenza contro «<strong>il</strong><br />

f<strong>il</strong>osofo in sé». Ed essi, uomini <strong>di</strong> un'età terrib<strong>il</strong>e, fecero questo<br />

con mezzi terrib<strong>il</strong>i: la crudeltà verso se stessi, la fantasiosa<br />

mortificazione <strong>di</strong> sé - fu l'arma fondamentale <strong>di</strong> questi eremiti e<br />

innovatori del pensiero assetati <strong>di</strong> potenza, che dovevano

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!