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Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

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molcere ancora le orecchie infrollite dei nostri moderni effeminati? A<br />

che scopo, "da parte nostra", cedere anche solo <strong>di</strong> un passo alla<br />

tartuferia delle loro parole? Per noi psicologi, questa sarebbe già<br />

una tartuferia "dell'azione", a prescindere dal fatto che ne saremmo<br />

nauseati. Infatti oggi uno psicologo fonda <strong>il</strong> suo "buon gusto" -<br />

(altri <strong>di</strong>rebbero: la sua onestà), se mai lo fon<strong>di</strong> su qualcosa,<br />

sull'opposizione a quella maniera scandalosamente moralizzata <strong>di</strong><br />

parlare che con <strong>il</strong> suo umore attaccaticcio s'inf<strong>il</strong>tra in ogni moderno<br />

giu<strong>di</strong>zio sugli uomini e sulle cose. Poiché non dobbiamo ingannarci a<br />

questo proposito: ciò che costituisce <strong>il</strong> segno <strong>di</strong>stintivo più tipico<br />

delle anime moderne, dei libri moderni, non è la menzogna, ma<br />

l'"innocenza" incorporata nella mendacia moralistica. Dover mettere<br />

ovunque allo scoperto questa «innocenza» - ciò costituisce forse la<br />

parte più <strong>di</strong>sgustosa del nostro lavoro, <strong>di</strong> tutto quel lavoro in sé non<br />

trascurab<strong>il</strong>e, cui oggi deve sobbarcarsi uno psicologo; è una parte del<br />

"nostro" grande pericolo, è una via, che forse conduce proprio "noi"<br />

alla grande nausea... Non ho alcun dubbio su ciò a cui solo potrebbero<br />

servire i libri moderni (posto che essi durino, cosa che certo non è<br />

da temere, e posto anche che esista un giorno una posterità dotata <strong>di</strong><br />

un gusto più severo, più duro, più "sano") - su ciò a cui servirebbe o<br />

potrebbe servire "tutto quanto" è moderno: potrebbe servire da emetico<br />

- e questo grazie al suo raddolcimento e alla sua falsità morale, al<br />

suo profondamente intimo femminismo, che si definisce volentieri<br />

«idealismo», e che crede anche <strong>di</strong> esserlo. I nostri dotti <strong>di</strong> oggi, i<br />

nostri «buoni» non mentono - è vero; ma ciò "non" fa loro onore! La<br />

vera bugia, la bugia autentica, risoluta, «onesta» (sul cui valore si<br />

ascolti Platone) sarebbe per loro qualcosa <strong>di</strong> gran lunga troppo<br />

severo, qualcosa <strong>di</strong> troppo forte; essa richiederebbe ciò che non è<br />

"lecito" pretendere da costoro, e cioè che aprissero gli occhi su se<br />

stessi, che sapessero <strong>di</strong>stinguere, in se stessi, tra «vero» e «falso».<br />

A loro si ad<strong>di</strong>ce solo la "bugia <strong>di</strong>sonesta"; tutti coloro che oggi si<br />

sentono «uomini buoni» non sono assolutamente in grado <strong>di</strong> porsi <strong>di</strong><br />

fronte a qualsivoglia cosa altrimenti che in una posizione <strong>di</strong><br />

"<strong>di</strong>sonesta-mendacia", <strong>di</strong> abissale-mendacia, e tuttavia innocentementemendace,<br />

schiettamente-mendace, cristallinamente-mendace,<br />

virtuosamente-mendace. Questi «uomini buoni» - sono tutti oggi<br />

profondamente moralizzati e <strong>di</strong>storti e storpiati in eterno per quel<br />

che concerne l'onestà: chi <strong>di</strong> essi sopporterebbe ancora una "verità" a<br />

proposito dell'uomo!... Oppure, per rendere più concreta la domanda:<br />

chi <strong>di</strong> essi sopporterebbe una "vera" biografia!... Un paio <strong>di</strong><br />

testimonianze: Lord Byron aveva preso nota <strong>di</strong> alcuni fatti<br />

personalissimi sul proprio conto, ma Thomas Moore era «troppo buono»<br />

per una cosa sim<strong>il</strong>e: bruciò quin<strong>di</strong> le carte del suo amico. Lo stesso<br />

si <strong>di</strong>ce che abbia fatto <strong>il</strong> dott. Gwinner, esecutore testamentario <strong>di</strong><br />

Schopenhauer: poiché anche Schopenhauer aveva scritto qualcosa su se<br />

stesso e forse anche contro se stesso («eis eautòn»). L'energico<br />

americano Thayer, biografo <strong>di</strong> Beethoven, interruppe improvvisamente <strong>il</strong><br />

suo lavoro: arrivato a un certo punto <strong>di</strong> questa vita semplice e<br />

onorevole, non riuscì più a sopportarla... <strong>Morale</strong>: quale uomo accorto<br />

scriverebbe ancora una parola onesta su se stesso? - dovrebbe in<br />

questo caso appartenere all'or<strong>di</strong>ne della santa temerarietà. Ci viene<br />

promessa un'autobiografia <strong>di</strong> Richard Wagner: chi dubita del fatto che<br />

sarà una biografia "accorta"?... Ricor<strong>di</strong>amo ancora l'orrore cosmico<br />

che suscitò in Germania <strong>il</strong> prete cattolico Janssen con la sua<br />

rappresentazione, grossolana e ingenua oltre ogni immaginazione, del<br />

movimento tedesco della Riforma; che cosa mai accadrebbe, se qualcuno<br />

ci raccontasse "in modo <strong>di</strong>verso" questo movimento, se mai un autentico<br />

psicologo ci raccontasse un Lutero autentico, senza <strong>il</strong> candore morale<br />

<strong>di</strong> un prete <strong>di</strong> campagna, senza la zuccherosa e riguardosa pu<strong>di</strong>cizia<br />

degli storici protestanti, ma invece col coraggio intrepido <strong>di</strong> un<br />

Taine, attingendo a una "forza dell'anima" e non a una accorta<br />

indulgenza verso la forza?... (Detto per inciso, i Tedeschi<br />

ultimamente hanno prodotto con buon successo <strong>il</strong> tipo classico <strong>di</strong>

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