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Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

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ha trovato <strong>il</strong> suo adempimento!... Noi uomini moderni, siamo gli ere<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> una vivisezione della coscienza e <strong>di</strong> una crudeltà contro gli<br />

animali esercitata su noi stessi, vecchie <strong>di</strong> m<strong>il</strong>lenni: e in ciò<br />

abbiamo la nostra più lunga pratica, forse la nostra vocazione<br />

artistica, in ogni caso la nostra raffinatezza e la depravazione del<br />

gusto. L'uomo ha guardato troppo a lungo le sue tendenze naturali con<br />

«occhio cattivo», cosicché queste hanno finito per legarsi<br />

strettamente alla «cattiva coscienza». Sarebbe mai possib<strong>il</strong>e, "in sé",<br />

un tentativo opposto - ma chi ne avrebbe la forza? -, e cioè <strong>il</strong><br />

tentativo <strong>di</strong> unire strettamente alla cattiva coscienza le tendenze<br />

"innaturali", tutte quelle aspirazioni alla trascendenza, contrarie al<br />

senso, all'istinto, alla natura, all'animalità, in breve tutti gli<br />

ideali che sono esistiti sino a oggi, ideali che sono tutti ost<strong>il</strong>i<br />

alla vita, ideali che denigrano <strong>il</strong> mondo. A chi rivolgersi oggi con<br />

"tali" speranze e "tali" esigenze?... Proprio gli uomini "buoni"<br />

sarebbero contro <strong>di</strong> noi; e poi, ovviamente, i pigri, i riconc<strong>il</strong>iati, i<br />

vanitosi, i sognatori, gli stanchi... Che cosa offende più<br />

profondamente, che cosa <strong>di</strong>vide più decisamente che <strong>il</strong> far notare un<br />

po' della severità e della grandezza con cui trattiamo noi stessi? E<br />

d'altro canto - quanta comprensione e quanto affetto <strong>il</strong> mondo ci<br />

<strong>di</strong>mostra, non appena ci comportiamo come tutto <strong>il</strong> resto del mondo e<br />

allo stesso modo ci «lasciamo andare»!... Per quello scopo ci vorrebbe<br />

una specie <strong>di</strong> spiriti "<strong>di</strong>versa" da quelli che sono "verosim<strong>il</strong>i"<br />

proprio in questa epoca: spiriti resi più forti da guerre e vittorie,<br />

per i quali le conquiste, le avventure, i pericoli, <strong>il</strong> dolore sono<br />

<strong>di</strong>ventati ad<strong>di</strong>rittura un bisogno; per tutto ciò ci vorrebbe<br />

l'abitu<strong>di</strong>ne all'aria tagliente delle montagne, a lunghe camminate<br />

invernali, al ghiaccio, ai monti in ogni senso, ci vorrebbe, per<br />

esprimerci in guisa rozza e sommaria, proprio questa "grande<br />

salute"!... E oggi questa grande salute è ancora mai possib<strong>il</strong>e? Ma<br />

prima o poi, in un'età più forte <strong>di</strong> questo presente marcio e dubbioso<br />

<strong>di</strong> sé, dovrà pure giungere fino a noi l'uomo "del riscatto", l'uomo<br />

del grande amore e <strong>di</strong>sprezzo, lo spirito creatore, sempre <strong>di</strong> nuovo<br />

sospinto dall'urgere della sua forza via da ogni isolamento, da ogni<br />

trascendenza, l'uomo la cui solitu<strong>di</strong>ne è fraintesa dal popolo, come se<br />

fosse una fuga "dalla" realtà - mentre è soltanto <strong>il</strong> suo sprofondare,<br />

<strong>il</strong> suo seppellirsi, <strong>il</strong> suo affondare "nella" realtà, per poter<br />

estrarre e portare con sé un giorno, tornato nuovamente alla luce, la<br />

"redenzione" <strong>di</strong> questa realtà: la sua redenzione dalla male<strong>di</strong>zione che<br />

l'ideale, quale esso è stato finora, le ha gettato addosso. Quest'uomo<br />

del futuro, che ci re<strong>di</strong>merà non solo dall'ideale quale è stato sino ad<br />

oggi, ma anche da quello che "da esso dovette nascere", dalla grande<br />

nausea, dalla volontà del nulla, dal nich<strong>il</strong>ismo, questo rintocco del<br />

mezzodì e della grande decisione, che libererà <strong>di</strong> nuovo l'uomo, che<br />

restituirà alla terra la sua meta e all'uomo la sua speranza, questo<br />

anticristo e antinich<strong>il</strong>ista, questo vincitore <strong>di</strong> Dio e del nulla -<br />

"dovrà venire un giorno"...<br />

25.<br />

- Ma che sto <strong>di</strong>cendo? Basta! Basta! A questo punto solo una cosa è<br />

quella giusta, tacere: altrimenti mi attribuirei ciò che è consentito<br />

solo a chi è più giovane, a un «venturo», a uno più forte <strong>di</strong> quanto io<br />

non sia - consentito solo a "Zarathustra, a Zarathustra <strong>il</strong> senza<br />

<strong>di</strong>o"...

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