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Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

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sempre i più rigi<strong>di</strong> oppositori <strong>di</strong> ogni materialismo...]<br />

17.<br />

Ma questo sacerdote asceta è poi veramente un "me<strong>di</strong>co"? - Abbiamo già<br />

capito in che misura sia appena concesso chiamarlo me<strong>di</strong>co, per quanto<br />

egli stesso ami sentirsi un «salvatore», e ami farsi venerare come<br />

«salvatore». Egli combatte solo <strong>il</strong> dolore in se stesso, <strong>il</strong> malessere<br />

<strong>di</strong> chi soffre e "non" la loro causa, "non" <strong>il</strong> vero e proprio essere<br />

malato - questo deve costituire la nostra obiezione <strong>di</strong> fondo contro la<br />

terapia sacerdotale. Se invece ci poniamo in quella prospettiva che <strong>il</strong><br />

sacerdote solo possiede e conosce, sarà <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e porre dei limiti<br />

all'ammirazione per tutto quanto in essa egli ha visto, cercato e<br />

trovato. Il lenimento del dolore, <strong>il</strong> «conforto» d'ogni tipo - ciò<br />

appare come <strong>il</strong> suo stesso genio; con quanta inventiva ha interpretato<br />

<strong>il</strong> suo compito consolatorio, con quanta mancanza <strong>di</strong> scrupoli e con<br />

quanta audacia ha scelto i mezzi adatti! Si potrebbe definire <strong>il</strong><br />

cristianesimo, in modo particolare, come la grande tesoreria dei più<br />

spirituali mezzi <strong>di</strong> conforto, tanta consolazione, pietà,<br />

narcotizzazione si accumulano in esso, tanti sono i gran<strong>di</strong> pericoli e<br />

le audacie immense osate per questo scopo, tanta è la sott<strong>il</strong>e<br />

raffinatezza, raffinatezza meri<strong>di</strong>onale con cui esso, in particolar<br />

modo, ha intuito con che tipo <strong>di</strong> stimoli passionali può essere<br />

sconfitta, sia pure solo temporaneamente, la profonda depressione, la<br />

pesante stanchezza, la nera tristezza <strong>di</strong> chi è psicologicamente<br />

minorato. Poiché, parlando in generale: in tutte le religioni si è<br />

trattato soprattutto <strong>di</strong> combattere una certa stanchezza e pesantezza<br />

fattasi epidemica. Preliminarmente si può supporre come probab<strong>il</strong>e che<br />

in determinate regioni della terra, <strong>di</strong> tempo in tempo, un "senso <strong>di</strong><br />

inibizione fisiologico" deve necessariamente impadronirsi <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />

masse, che però, per mancanza <strong>di</strong> conoscenze fisiologiche, non entra in<br />

quanto tale nella coscienza, così che la sua «causa», <strong>il</strong> suo rime<strong>di</strong>o,<br />

può essere solo cercato e tentato per vie psicologico-morali (infatti<br />

questa è la mia formula più generale per ciò che, generalmente, viene<br />

definito «religione»). Un siffatto senso <strong>di</strong> inibizione può avere la<br />

più <strong>di</strong>versa origine: come conseguenza dell'incrocio <strong>di</strong> razze troppo<br />

<strong>di</strong>ssim<strong>il</strong>i (o <strong>di</strong> ceti - i ceti sociali esprimono sempre anche<br />

<strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> origine e <strong>di</strong> razza: <strong>il</strong> «dolore cosmico» europeo, <strong>il</strong><br />

«pessimismo» del <strong>di</strong>ciannovesimo secolo è essenzialmente <strong>il</strong> risultato<br />

<strong>di</strong> una improvvisa e insensata mescolanza <strong>di</strong> ceti); come risultato <strong>di</strong><br />

un'emigrazione sbagliata - una razza capitata in un clima cui non ha<br />

forza sufficiente per adattarsi (è <strong>il</strong> caso, questo, degli In<strong>di</strong>ani in<br />

In<strong>di</strong>a); oppure come postumo <strong>di</strong> un invecchiamento e <strong>di</strong> un indebolimento<br />

della razza (<strong>il</strong> pessimismo parigino a partire dal 1850); o come una<br />

<strong>di</strong>eta scorretta (l'alcolismo del Me<strong>di</strong>oevo; la follia dei "vegetarians"<br />

che in ogni modo hanno dalla loro l'autorità <strong>di</strong> Cristoforo gent<strong>il</strong>uomo<br />

shakespeariano); o come una corruzione del sangue, la malaria, la<br />

sif<strong>il</strong>ide, e sim<strong>il</strong>i (la depressione tedesca dopo la guerra dei<br />

trent'anni, che infestò mezza Germania <strong>di</strong> malattie orrende e che così<br />

preparò <strong>il</strong> terreno al serv<strong>il</strong>ismo tedesco e alla pus<strong>il</strong>lanimità<br />

tedesca). In un caso sim<strong>il</strong>e si tenta sempre, in gran<strong>di</strong>ssimo st<strong>il</strong>e, una<br />

"lotta contro <strong>il</strong> senso <strong>di</strong> insod<strong>di</strong>sfazione"; informiamoci quin<strong>di</strong><br />

brevemente sulle sue pratiche e forme più importanti. (Tralascerò qui<br />

completamente, come è ovvio, <strong>di</strong> parlare della tipica lotta dei<br />

"f<strong>il</strong>osofi", <strong>di</strong> solito, sempre simultanea, contro <strong>il</strong> senso<br />

d'insod<strong>di</strong>sfazione, - è una lotta sufficientemente interessante, ma<br />

troppo assurda, troppo praticamente in<strong>di</strong>fferente, troppo sim<strong>il</strong>e a una<br />

tela <strong>di</strong> ragno, troppo da scansafatiche: per esempio, quando si vuole<br />

<strong>di</strong>mostrare che la sofferenza è un errore, con l'ingenuo presupposto<br />

che la sofferenza "debba" scomparire nel momento stesso in cui si<br />

scopre l'errore che vi si cela - ma, guarda un po'! essa si guarda<br />

bene dallo scomparire...) Quella insod<strong>di</strong>sfazione dominante si combatte<br />

"in primo luogo" con mezzi che riducono <strong>il</strong> senso della vita in<br />

generale a un livello infimo. Possib<strong>il</strong>mente, più nessuna volontà, più

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