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Genealogia Della Morale - il portale di "rodoni.ch"

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prossimo», <strong>il</strong> sacerdote ascetico prescrive in fondo un'eccitazione<br />

dell'istinto più forte e più vitalistico, anche se attentissimamente<br />

dosato - la "volontà <strong>di</strong> potenza". La felicità della «superiorità<br />

minima», che <strong>di</strong>scende dal fare del bene, dall'essere ut<strong>il</strong>i,<br />

dall'aiutare, dall'elogiare, è la più ricca terapia <strong>di</strong> conforto <strong>di</strong> cui<br />

si servono <strong>di</strong> solito coloro che sono fisiologicamente inibiti, ammesso<br />

che siano ben consigliati: nel caso contrario, obbedendo naturalmente<br />

allo stesso istinto <strong>di</strong> base, si fanno reciprocamente del male. Se si<br />

indaga sulle origini del cristianesimo nel mondo romano, si trovano<br />

associazioni <strong>di</strong> mutuo soccorso, associazioni per la cura dei poveri e<br />

malati, consorterie funerarie, cresciute negli strati più bassi della<br />

società del tempo, in cui si applicava con coscienza questa terapia<br />

principe contro la depressione, e cioè la piccola gioia, quella del<br />

reciproco beneficarsi - forse allora ciò era qualcosa <strong>di</strong> nuovo, una<br />

vera e propria scoperta? Con una tale evocazione <strong>di</strong> «volontà <strong>di</strong><br />

reciprocità», <strong>di</strong> educazione gregaria, <strong>di</strong> «comunità», <strong>di</strong> «cenacolo»,<br />

questa volontà <strong>di</strong> potenza, così stimolata, sia pur minimamente, deve<br />

arrivare a mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> espressione nuovi e più completi: l'"educazione<br />

gregaria", nella lotta contro la depressione, costituisce un passo e<br />

una vittoria sostanziali. Nel crescere della comunità si rafforza,<br />

anche per <strong>il</strong> singolo, un interesse nuovo, che abbastanza spesso lo<br />

solleva al <strong>di</strong> là del momento personalissimo del proprio malumore,<br />

della propria ripugnanza <strong>di</strong> "sé" (la «despectio sui» <strong>di</strong> Geulinx). Nel<br />

desiderio <strong>di</strong> liberarsi dalla confusa insod<strong>di</strong>sfazione e dal senso <strong>di</strong><br />

debolezza, tutti coloro che sono malati o inclini alla malattia<br />

tendono istintivamente a una organizzazione gregaria; <strong>il</strong> sacerdote<br />

asceta afferra questo istinto e lo stimola; dove esistono greggi, è<br />

stato l'istinto <strong>di</strong> debolezza a volere <strong>il</strong> gregge, e l'astuzia pretesca<br />

ad organizzarlo. Non si ignori, infatti, che i forti tendono a<br />

"<strong>di</strong>sgregarsi" con la stessa naturale necessità con la quale i deboli<br />

tendono ad "aggregarsi"; se i primi si uniscono, questo accade solo in<br />

vista <strong>di</strong> una comune azione offensiva e <strong>di</strong> un sod<strong>di</strong>sfacimento comune<br />

della loro volontà <strong>di</strong> potenza, non senza gran<strong>di</strong> resistenze da parte<br />

della coscienza singola; gli altri, invece, si aggregano, "godendo"<br />

proprio <strong>di</strong> questa aggregazione - poiché così facendo <strong>il</strong> loro istinto è<br />

tanto sod<strong>di</strong>sfatto, quanto l'istinto <strong>di</strong> chi è nato «signore» (cioè<br />

della specie solitaria <strong>di</strong> uomini predatori) è irritato e preoccupato,<br />

in fondo, dalla organizzazione. Nel fondo <strong>di</strong> ogni oligarchia - tutta<br />

la storia lo insegna - si nasconde sempre la voluttà <strong>di</strong> "tirannide";<br />

ogni oligarchia trema continuamente a causa della tensione <strong>di</strong> cui ogni<br />

suo singolo membro ha bisogno per dominare questa voluttà. (Questo<br />

tipo <strong>di</strong> comportamento, per esempio, è "greco": cento passi <strong>di</strong> Platone<br />

lo testimoniano, Platone che conosceva i suoi sim<strong>il</strong>i - e anche se<br />

stesso...)<br />

19.<br />

I mezzi del sacerdote asceta, che abbiamo incontrato sino a questo<br />

punto - l'ottun<strong>di</strong>mento totale del senso vitale, l'attività macchinale,<br />

la piccola gioia, soprattutto quella dell'«amore del prossimo»,<br />

l'organizzazione gregaria, <strong>il</strong> risveglio del senso <strong>di</strong> potenza della<br />

comunità e, <strong>di</strong> conseguenza, <strong>il</strong> fasti<strong>di</strong>o <strong>di</strong> sé del singolo soverchiato<br />

dal suo piacere per la prosperità del gruppo sono, visti in un'ottica<br />

moderna, i suoi strumenti "innocenti" nella lotta contro<br />

l'insod<strong>di</strong>sfazione: consideriamo ora quelli più interessanti, quelli<br />

«colpevoli». In tutti è in gioco una cosa sola: una certa "perversione<br />

del sentimento" - ut<strong>il</strong>izzata come <strong>il</strong> mezzo più efficace contro la<br />

sorda, lunga, paralizzante con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> sofferenza; cosa per cui la<br />

fantasia sacerdotale è stata ad<strong>di</strong>rittura inesaurib<strong>il</strong>e nello sviscerare<br />

questo solo problema: «"Con quale mezzo" si provoca una perversione<br />

del sentimento?»... Quello che <strong>di</strong>co sembra duro: è chiaro che sarebbe<br />

molto più piacevole e forse più gradevole all'u<strong>di</strong>to se <strong>di</strong>cessi invece:<br />

«Il sacerdote asceta ha sempre ut<strong>il</strong>izzato a proprio vantaggio<br />

l'"entusiasmo", che è insito in ogni forte passione». Ma a quale scopo

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